Grazie Roma

Una giornata sola, ma è stata bella. Gli Internazionali d'Italia quest'anno erano uno spettacolo e averli visti da vicino è stato un privilegio perché nel nostro mercoledì il tennis è stato di buona qualità, gli spalti erano pieni e la gente era felice. Insomma, questa volta sì, complimenti alla federazione che in questi anni sul torneo di casa ha fatto un ottimo lavoro con l'aiuto della Coni Servizi spa, quell'ente che per motivi alquanto bizzarri al ministro Melandri stava qui. E invece, in attesa del nuovo Centrale, il torneo romano si è ormai issato solo un gradino sotto il Roland Garros, esempio da imitare ma non certo da pretendere di raggiungere. Perché a Roma gli spazi di Parigi non ci sono e perché è un bene che ogni torneo abbia la propria identità. Un'edizione così è stata sfortunata solo per la quantità di ritiri e per l'uscita prematura di Nadal e Federer, ma il vincitore - Novak Djokovic - è di quelli che danno lustro agli annali perché è certo che un giorno, forse presto, diventerà il numero uno del mondo. Insomma, Roma è bella, anche nel tennis. E di questo ci si deve compiacere. Anche perché solo lì capita di girarsi in un attimo perdersi negli occhioni di Daniela Hantuchova mischiata tra la folla.

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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