Cavalli senza scelta

Pochi ambienti sportivi sono tristi come gli ippodromi, soprattutto ai giorni nostri in cui l'ippica non solo in Italia sta scomparendo in mezzo al dispiacere di poche migliaia di pensionati e disoccupati.
Li abbiamo frequentati tantissimo solo perchè qualche decennio fa lì si incontravano domanda e offerta di scommesse calcistiche: non è una grande giustificazione etica, visto che il Totonero veniva e viene gestito in prevalenza dalla camorra, ma una spiegazione. La fine di questo mondo avrà di sicuro l'effetto positivo di fermare la mattanza dei cavalli, che sta trovando qualche riga di spazio solo dopo l'ennesimo massacro di Aintree (il Grand National è la corsa più spettacolare del mondo, ma se la vita fosse giusta dovrebbero correrlo degli uomini specialisti delle siepi), quindi le grida di dolore che arrivano dalle varie componenti dell'ippica sembrano davvero fuori dal tempo. Il più fortunato dei cavalli non ha scelta, come è chiaro anche nei tanti criminali palii che si corrono in quell'Italia mai uscita dal Medioevo, il più sfortunato degli uomini invece sì: e Kipsiele Koech o Kemboi non sono sfigati, ma super-professionisti. Che corrano loro. A Siena e a Ronciglione si divertiranno lo stesso, mentre il vecchio dell'ippodromo potrà impiegare meglio i suoi soldi andando con un travestito. Onais e Dooneys Gate, non torneranno in vita, la leggenda di Red Rum lasciamola dov'è, ma almeno i loro simili potranno morire senza che qualcuno li calpesti.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

10 commenti:

GuusTheWizard ha detto...

@Direttore
Premesso che dei cavalli so soltanto che sono degli equini (e che ogni tanto mi faccio qualche bella bistecca), domandone secco: ma la fantomatica/mitologica UNIRE, in pratica, a che cosa serve ??

Stefano Olivari ha detto...

La storia dell'Unire è interessantissima, ma è difficile sintetizzarla. Parlando solo del presente, adesso che di scommesse si occupano tutti questo ente si è parzialmente riciclato come punto di riferimento di allevatori e di chiunque in generale si occupi di ippica, legiferando (credo dipenda dal ministero dell'Agricoltura) sulle materie più diverse. Ed essendo l'ippica moribonda è moriobondo anche l'Unire fra presidenze trash (Matarrese) e commissariamenti...In realtà per decenni l'Unire è stato nella sostanza il quasi-monopolista delle scommesse in Italia...

GuusTheWizard ha detto...

@Direttore
Cambio temporaneo di avatar per ricordarle il primo "Indiscreto Invitational", matchplay, 9 buche Executive (par 27/28), rigorosamente ad invito, riservato esclusivamente agli zappatori più scarsi del blog (soltanto G.A. od N.C., astenersi handicap 36 od inferiore).
Prima moneta: Peroni da 66 lasciata aperta al sole per tutta la durata del torneo.

Leo ha detto...

Noooooo, meglio la Moretti! ;-)

Stefano Olivari ha detto...

Me ne ricordo, un paio d'ore di campo pratica (all'ippodromo, quando si dice il caso) e sarò pronto...

Silvano65 ha detto...

Io invece da ragazzino all'ippodromo ci andavo perché mi piaceva. Al di là di tutto, i 1.600 metri a San Siro galoppo mi sembravano qualche cosa sulla quale fosse davvero difficile barare. Un rettilineo, l'arrivo in fondo, i cavalli nelle gabbie. Contavano il terreno e lo stato di forma delle bestia. Al trotto li vedevi i driver che mandavano il cavallo in rp magari sul rettilineo d'arrivo, ma i millesei mi sono sempre sembrati una prova senza appello riservata a quello che ne aveva di più: un cavallo lanciato al galoppo mi sembrava qualche cosa che difficilmente l'uomo poteva in qualche modo limitare, qualche cosa dove contava solo l'istinto dell'animale. Però ero, appunto, un ragazzino.

Stefano Olivari ha detto...

Le gente del sabato e della domenica è diversa da quella degli infrasettimanali, forse i ricordi giovanili sono addolciti anche da questo...al di là dello spettacolo e dalla diversa sensibilità nei confronti degli animali, l'ippica è crollata quando ha perso in Italia il monopolio della scommessa (legale) a quota fissa...la morale è che qualsiasi gioco, se ci sono soldi in palio, può essere divertente...

Roberto Gotta ha detto...

Ricorderai, Stefano, chi fu presidente dell'UNIRE per qualche tempo... Nella mia ingenuità pluridecennale, vedere certi personaggi messi a capo di questo o quell'ente solo perché protetti dall'alto mi ha sempre fatto vomitare. Quanto ai vari Palii, la penso come te.

Tani ha detto...

"...la morale è che qualsiasi gioco, se ci sono soldi in palio, può essere divertente..."

Infatti, conosco una persona che "divertendosi" con i cavalli, ha perso in ordine: due ristoranti e due case, negli States anni '80-'90. La stessa persona, che un giorno mi portò con se all'ippodromo di Baltimore. Doveva riscuotere un biglietto vincente da $1,400. Appena presi i soldi, andò a giocarli e in giro di 15 minuti ci lasciò 800-900 dollari. Quel giorno ho visto uno delle scene più tristi mai visto in vita mia guardando gli scommettitori...

Stefano Olivari ha detto...

Ecco, io non avevo i due ristoranti e le due case da perdere...per fortuna...poi sono rinsavito, giocando da ragionierino ma divertendomi molto meno...