La sintesi di Fernando Di Leo

di Stefano Olivari
La scoperta del bellissimo sito Squadra Volante Ligera su segnalazione dell'amico Stefano Micolitti, ben noto su Indiscreto in quanto spacciatore di storie sulla pallacanestro anni Settanta, è avvenuta quasi in contemporanea con la millesima visione di Milano Calibro 9. Film fra l'altro ben citato all'interno di questo romantico progetto. Un cult per chi ama i poliziotteschi di quegli anni, di una violenza inimmaginabile anche oggi: seguendo gli schemi mentali degli editorialisti 2011, che danno a Facebook la colpa anche del buco nell'ozono, sarebbe dovuta crescere una generazione di criminali. E invece no, siamo solo sfigati che da precari pagheranno le pensioni a chi c'è andato a 40 anni (il famoso patto fra generazioni) da ipergarantito. Tornando a Milano Calibro 9, il film pur essendo privo del divo assoluto del genere (l'immortale, pur avendoci lasciato anzitempo, Maurizio Merli) è la summa ideologica dei poliziotteschi.
Overdose di scene di guida in auto, scorrettezza politica assoluta (delinquenti tutti meridionali, poliziotti conservatori campani e poliziotti progressisti settentrionali, donne a voler essere generosi considerate meno di oggetti e spesso picchiate senza problemi), soprattutto morte finale di quasi tutti i protagonisti. Menzione d'onore per un Gastone Moschin veramente d'annata (non aveva ancora interpretato il Melandri), una Barbara Bouchet di grande classe e un Philippe Leory non ancora noto a noi popolo bue, con la gondola e la torre di Pisa sopra al televisore, come Yanez. Per la trama del film rimandiamo a Wikipedia, evitando di copiarla. Di nostro alcune considerazioni, in giorni in cui si assiste a Venezia al festival della spocchiosità.
1) Il cinema di genere, nelle sue espressioni migliori, era basato su storie solidissime. Non a caso Milano Calibro 9 era tratto da un racconto di Scerbanenco.
2) Quei film dovevano guadagnarsi un pubblico, non vivevano di sovvenzioni pubbliche ma nemmeno della passività da divano.
3) Nel 1972 esisteva sì, ma in forma tollerabile, il doppio girone: quello degli autori geniali e quello dei mestieranti che devono far quadrare i conti. I cosiddetti 'grandi professionisti' (Pippo Baudo è sempre un gran professionista) erano anche a loro modo geniali. Fernando Di Leo, il regista, in carriera passò da sceneggiatore di spaghetti western ad autore maledetto (Avere Vent'anni non è esattamente Don Matteo 6) ma soprattutto ruppe una serie di tabù. Primo fra tutti quello del dipendente dello stato (in particolare il poliziotto) che non deve essere rappresentato come corrotto, al massimo può essere risultare come tale all'interno di un contesto sano.
4)  La rivalutazione da parte di Quentin Tarantino è una tassa da pagare per molti film commerciali di quegli anni, ma questo non toglie che alcune di quelle opere avessero una forza tale da far loro superare i decenni. Siccome la moralità, ma anche il moralismo che ne è la degenerazione, ha parametri diversi a seconda delle epoche, è ovvio che a durare più a lungo siano di solito i film amorali. 
5) Impressionante come nel 1972 Milano fosse in sostanza uguale a quella di oggi. Non fosse stato per le auto...O erano avantissimo all'epoca (si sa che una volta era tutto meglio) oppure sono quattro decenni che in sostanza si costruisce nulla se non quartieri satellite per una borghesia che non esiste più finanziati da banche che fra poco non esisteranno più.


Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

33 commenti:

zoleddu ha detto...

Festival della spocchiosità che apre con Greggio però..(che ancora non si capisce come faccia a trovare qualche disperato disposto a finanziare le sue polpette)

A me piacque moltissimo anche Milano odia: la polizia non può sparare. con un notevolissimo Milian e uno dei cattivi per eccellenza Henry Silva per l'occasione sbirro buono.

anche se il genere non è proprio poliziottesco consiglio a tutti la visione di Cani Arrabbiati di Mario Bava.1973.con un Aldo Caponi spettacolare.avesse creduto di più nel suo talento di attore..

Roberto Gotta ha detto...

Leggendario Stefano, violentissimi quei film, che si guardano sempre, anche con un occhio trash. Ne ricordo uno addirittura ambientato in una Bologna ferragostana deserta, con atrocità su bus identici a quelli che prendevo per andare a scuola ed esecuzioni in aperta campagna. Ma quella Bologna non era identica a oggi; era, piccole innovazioni tecnologiche a parte, immensamente più bella e vivibile, e ti assicuro che non è una fola da barbogio del "signora mia, che tempi". Hai ragione, la pensione la stiamo già pagando da anni non solo a chi se l'è filata a 40 (e ha fatto bene, sia chiaro). Ciao!

jeremy ha detto...

Un post come non se ne vedevano da tempo immemore su Indiscreto. Grazie di esistere, Diretto.

MB ha detto...

Verso fine luglio hanno fatto anche "Banditi a Milano" su la7 sulla banda Cavallero. Stranissimo stile pseudodocumentaristico (finte interviste ai personaggi, scene degli inseguimenti in presa diretta), ma non così datato come uno si aspetterebbe (è del 1969 mi pare).
Milano in effetti molto simile a come è adesso (ma con più parcheggi negli spartitraffico dei viali :).

Italo Muti ha detto...

Direttore,

un rientro alla grande, sapientissimo e scritto con maestria. Chapeau.

Film volentissimi, ma grandiosi, con una polizia che nel tempo si è persa. Ricordo anche Milano violenta Napoli spara.

Mestieranti ma che sapevano far di conto e conoscevano il cd mercato libero...

@Bobtheone

Un saluto Bob....


Italo

Roberto Gotta ha detto...

@ItaloMuti: ciao! Ormai sepolto vivo, sono emerso solo nel vedere il manifesto del film... E ora torno nel buio...

GIORDANO ha detto...

Caro Olivari, devo come sempre dirle grazie...ma non per questioni cinematografiche - visto che i film del genere me li sono evitati a suo tempo senza rimpianto - ma per aver fatto riferimento a Stefano Micolitti. Mi sono incuriosito per il riferimento alla pallacanestro anni '70 e sono andato a guardicchiare i suoi articoli apparsi su Indiscreto. Caspiterina!!! Non sono un grande intenditore di basket oltreoceano ma al cospetto di certi nomi i cassetti della memoria si aprono che è un piacere. Leggerò con avidità e farò leggere agli amici.
Di nuovo grazie.

Stefano Olivari ha detto...

Fuori dagli schemi di genere, Avere vent'anni è secondo me il vero film msaledetto di Di Leo...uno che non l'ha visto, guardando solo il cast (Gloria Guida, Lilli Carati) penserebbe che stiamo scherzando...la versione integrale, che in dvd esiste, fa davvero impressione...

axel shut ha detto...

la morte di Lilli Carati ricorda uno dei delitti del Mostro di Firenze, no?

Stefano Olivari ha detto...

Peggio...fra gli higlights della mia vita, oltre ad essere salito in ascensore con Edwige Fenech, c'è anche quello di avere conosciuto Lilli Carati...

zoleddu ha detto...

no. ricorda più una scena di cannibal holocaust. però a testa in giù

Arturo ha detto...

Dica la verità direttore, ha sperato in un black out che bloccasse l'ascensore, come in un famoso film con Sordi e la Sandrelli.

Silvano65 ha detto...

Il film lo ricordo, ma resto comunque un devoto del grande Giorgio Scerbanenco, il più grande scrittore di noir italiano del passato, del presente e del futuro (quasi cit.).
Nello specifico, Milano calibro 9 é il titolo di un racconto (più correttamente Milan by calibro 9) e di una raccolta di racconti brevi, più volte ristampata. Il film riprendeva alcuni episodi, ma in maniera marginale. Consiglio caldamente a chi non dovesse conoscere.

Dane ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dane ha detto...

@Direttore: se il DT ha avuto un pregio è stato quello di ripropormi in seconda serata per tutta la primavera/estate tutti i capitoli del genere. Per uno che non è andato in vacanza, tanta roba...

@Zoleddu: perchè sua sorella fa la produttrice.....

@Giordano: hai ragione, Micolitti un grande anche per chi come il sottoscritto non è un adepto della specialità. Purchè che non parli di Inter... :-P

@Silvano: d'accordissimo su Scerbanenco, fosse nato a Los Angeles ne avrebbero fatto uno sceneggiatore trilionario. Ma già nascere a Roma e ammorbarci coi "truscidi d'a Majana" gli avrebbe fatto fare il botto...

Duccio ha detto...

Mi aggiungo alla lista di elogi al Direttore.
Voglio solo aggiungere che è ormai vitale, quasi come per la sopravvivenza dei panda, in una fase di orrendi prequel di amici miei e altre boiate, sottolineare quei film ormai specie protetta che possono degnamente rappresentare un'epoca, un genere o uno stile.
In particolare a mia memoria, tolte alcune scimmiottate di pieraccioni e will smith, il West è rimasto pressochè immacolato e intatto.
Sul genere poliziesco anni 70, ormai Romanzo Criminale dalla prima serie tv c'ha magnato e anche tanto (per la verità anche il film è stato un'arida scopiazzatura fatta male de "L'odore della notte" di Claudio Caligari, quello sì un capolavoro)

ps: Erminio chiede lumi in merito alla sua ultima fatica..

Dane ha detto...

Il genere che segna un'epoca non è solo questione artistica o di romanticismo ma anche e soprattutto di realizzazione.
Tutto il cinema di ogni epoca e paese si è sempre segnalato per un genere (solo pochissimi grandi geni come Kubrick son riusciti a vivere da cani sciolti): il neorealismo italiano, lo spaghetti western, etc...
I paesi che son riusciti in questi anni a rappresentare un'alternativa ad Hollywood lo hanno fatto creando o appoggiandosi ad un genere: il musicalismo etnico indiano di Bollywood, il cinismo sarcastico inglese (vedi "the Snatch", "Hustle il mago della truffa", etc...), il sentimentalismo spagnolo di Almodovar e compagnia, etc...
Il cinema italiano invece è sparito perchè non ha più ricreato un genere e quei pochi tentativi fanno schifo (il vanzinismo, il giovanilismo mocciano, lo zelighismo facile, etc...), mentre la serie tv di "Romanzo criminale" (evoluzione meglio riuscita del "vorrei ma non posso" del film) dimostra che volendo anche in Italia si potrebbe ancora produrre seriamente...

p.s.: io Erminio continuerei a tenerlo in frigor...

Unknown ha detto...

Oltre al già citato Romanzo Criminale, dovresti guardarti il telefilm USA The Shield.

vincenzo ha detto...

"Un cult per chi ama i poliziotteschi di quegli anni, di una violenza inimmaginabile anche oggi: seguendo gli schemi mentali degli editorialisti 2011, che danno a Facebook la colpa anche del buco nell'ozono, sarebbe dovuta crescere una generazione di criminali."
Il problema Stefano, e lo dico a costo di dare ragione ad Alemanno, è che negli anni 70 a nessuno sarebbe venuto in mente di creare un alone di fascino attorno alla delinquenza comune, commercializzando magliette di Berenger o di Vallanzasca.
Però a quei tempi c'erano anche migliaia di italiani, molti di età adolescenziale che militavano o fiancheggiavano formazioni terroristiche.
Forse allora c'era qualcuno attratto dalla violenza politica, oggi c'è qualcuno attratto dall'immagine (speriamo solo da quella) della violenza comune.
2) Che i film amorali durino più nel tempo di quelli con una morale è un osservazione che coglie nel segno: per me Taxi Driver sarà per sempre un capolavoro, mentre rivedendoli, ho trovato noioso, Into the Wild e addirittura inguardabile Nuovo Cinema Paradiso dopo averlo apprezzato molto la prima volta.
3) Personalmente segnalo, per i seventies La Polizia è al servizio del cittadino e per gli eighties Il Camorrista, questo sì vero capolavoro di Tornatore.

Stefano Olivari ha detto...

Pur essendo di tutt'altro genere, Erminio è in rampa di lancio...a proposito, oggi lo chiamo...

Italo Muti ha detto...

@Hytok


The Shield è fantastatico

Italo

Silvano65 ha detto...

Torna Erminio? :-D credevo si fosse sposato e non uscisse più alla sera :-P

Unknown ha detto...

@Italo: se t'è piaciuto così tanto, devi guardare il suo degno erede: Sons of Anarchy.

Giorgio ha detto...

concordo con Hytok e Emilio, The Shield è fantastico... stranamente è stato perfino doppiato bene

Dane ha detto...

The Shield è una gran bella produzione dal punto professionale ma non mi ha mai affascinato, Sons of Anarchy mi ha coinvolto molto ma molto di più...

axel shut ha detto...

@Direttò e Zoleddu: io mi riferivo solo al fatto del ramo conficcato nella ... come per la povera Stefania Pettini, niente di più
mi unisco a chi apprezza The Shield e non smetterò mai di fare pubblicità a Oz, serie televisiva che in Italia sembra poco conosciuta

Dane ha detto...

Ecco, Oz m'è piaciuto molto di più, soprattutto poi per la scelta del narratore...

Italo Muti ha detto...

@Giorgio

Emilio? se non Italo, Junio o BQ, a selta :DDDD

@Hytok

Proverò.

Con alcuni amici abbiamo fatto pure brindisi alla morte di Shane, lui e quella zozza di Mara.

Concordo con chi diceva che il doppiaggio era intonatissimo.

Italo

Giorgio ha detto...

@Italo

chiedo scusa

linternonrimonta ha detto...

scusate, ma è vero che per i poveracci come me che non hanno sky, sportitalia si è accattata l'nfl con il commento di Roberto Gotta (così ci evitiamo pure di riproporre le brigate anti bagatta di buffiana memoria XD).

Se vi sono piaciuti The Shield, I Soprano, Oz o SOA, ripescate The Wire, poi si potrebbe riscoprire un classico come Crime Story di Michael Mann con la regia di alcuni episodi di Abel Ferrara. Però dovete sapere l'inglese perché i dvd sono solo in quella lingua.

Unknown ha detto...

lurkatore, si troveranno i sub, in rete.

carloblacksun ha detto...

secondo me l'highlight piu' incredibile del nostro Direttore rimane ancora, staccato e inarrivabile, l'incontro con lo sceicco del kuwait.

ho visto il film per la prima volta, bellissimo, grazie per la segnalazione.

Stefano Olivari ha detto...

Pace all'anima dello sceicco, considerato il modo in cui è morto...mi spiace all'epoca non aver dato la giusta considerazione a Parreira, che del resto nel 1981 era poco più di un ex preparatore atletico...