di Stefano Olivari
Il giornalista professionista può scrivere impunemente cazzate, il
resto del mondo no. Buono a sapersi, visto che siamo assediati da
cialtroni con l'avvocato pagato dall'oggetto dei nostri articoli
(querele sempre archiviate su richiesta dei pm, ma i giorni persi non ce
li restituisce nessuno) e troppo tempo libero. Sarà che sono tutti
imprenditori, con orari flessibili... Traducendola in italiano è davvero
notevole la morale della recente sentenza del Tar de Lazio, che ha
confermato la multa di 100mila euro per l'autore di un articolo
(Gianfilippo Bonanno) sulla vendita della Roma da parte dei Sensi al
gruppo Fioranelli-Flick. Parliamo del giugno 2009 e di un sito web
(www.forza-roma.net). Era l'epoca in cui molti giornali scrivevano
dell'interesse delle cordate più fantasiose per la partecipazione di
Italpetroli (cioè dei Sensi) nella Roma, provocando forti movimenti del
titolo in Borsa.
Il sito in questione si sbilanciò più
di altri: "Ufficiale: la As Roma è stata venduta al gruppo
Fioranelli-Flick". Tanto ufficiale la cosa non era, perchè la notizia fu
smentita da Italpetroli su richiesta della Consob. Ovviamente tra
l'orario di pubblicazione del pezzo e la diffusione della smentita il
prezzo delle azioni As Roma registrò prima un incremento, poi (quando il
cosiddetto mercato aveva capito che si trattava di una bufala) una
lieve flessione, fino alla sospensione delle negoziazioni. Bonanno è
ricorso al Tar contro la sanzione, ma il ricorso è stato respinto con
motivazioni che hanno risvegliato il nostro interesse (ormai risvegliato
quasi solo dalle photo gallery dei grandi portali di informazione o dai
backstage dei calendari). Citando qua e là: "L'illecito
amministrativo non richiede affatto che la condotta sia ascrivibile a
titolo di dolo... La contestazione risulta integrata dalla diffusione di
notizie che siano anche solo potenzialmente suscettibili di fornire
indicazioni false o fuorvianti". Quindi l'autore dell'articolo può anche essere stato in buona fede, il punto è che la sua bufala ha creato un danno economico. Chiaro, anzi chiarissimo. Ma il bello è che secondo il Tar ''Per i
giornalisti che operano nello svolgimento della loro attività
professionale, la diffusione delle informazioni va valutata tenendo
conto delle norme di autoregolamentazione proprie della professione,
salvo che tali soggetti traggano, direttamente o indirettamente, un
vantaggio o un profitto dalla diffusione delle informazioni". Quindi,
non essendo Bonanno un giornalista professionista le bufale che hanno creato danni economici rientrano nella giurisdizione dello stato italiano.
Se lo fosse stato sarebbe stato invece giudicato dall'Ordine dei
giornalisti. Una delle tante corporazioni (medici, avvocati, gli stessi
magistrati) che nessun governo dei tecnici riuscirà a mettere sullo
stesso piano del privato cittadino, figurarsi un governo bisognoso di
consenso come quello che purtroppo tornerà dal 2013. Monti può far
aprire qualche farmacia in più (non sia mai che si rimanga
all'improvviso senza Voltaren, Cialis o Zigulì) ma per toccare gli
interessi veri come 'tecnico' ci vorrebbe Stalin, come minimo.
Twitter @StefanoOlivari
5 commenti:
"....il nostro interesse (ormai risvegliato quasi solo dalle photo gallery dei grandi portali di informazione o dai backstage dei calendari)"
Direttore, lo so l'argomento è serio, ma questa frase è bellissima e verissima.
Nella hit parade delle sue frasi più belle che io ricordi la metto appena sotto questa dell'anno scorso nel pezzo su Wimbledon:
"(alla fine abbiamo scoperto che lasciare il lavoro per un giorno non è difficile, soprattutto se è un lavoro che non ti piace più: ma cosa cazzo ce ne frega di Gasperini e Hamsik?)"
:-DDDDD
La prima parte della sentenza è inattaccabile (magari anche Bonanno, come molti altri, poteva evitare quell'ormai insopportabile "Ufficiale!"), la seconda è vergognosa (noi possiamo prender per il culo la Borsa, voi no...).
L'ammontare della multa poi è un'altra intimdazione mafiosa, come la sentenza Fiat.
Eh, ma Formigli...
gli ordini vanno aboliti. una delle tante cose non fatte da monti. sarà per questo che è così popolare...
"ma il ricorso è stato respinto con motivazioni che hanno risvegliato il nostro interesse (ormai risvegliato quasi solo dalle photo gallery dei grandi portali di informazione o dai backstage dei calendari)"
beato lei ormai trovo noiose e stereotipate pure quelle gallery....
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