Oscar Eleni dall’isola dove hanno trovato il miele per far sparire capelli bianchi e ciglia innevate, primo passo per arrivare fino ad Ancona, al Teatro Strabacco, osteria per stoccafisso e agnello di Offagna, con tutti i pentimenti del caso, per salutare Massimo Carboni, la più bella voce radiotelevisiva al servizio del basket, la sua meravigliosa ironia da interista orgogliosamente insoddisfatto. Lascia il basket minuto per minuto, la trasmissione radio che ha fatto compagnia a tante gente prima che la televisione lecca lecca ci aprisse le porte al tutto visibile, pazienza se non tutto ascoltabile, l’isola dove ti toglievi le rughe e il gusto di sentire i nervi attorcigliati, un momento speciale che diventava tormento se ti capitava di arrivare in galleria durante i finali di gara, di maledizione quando ti domandavi sempre se era un paese civile quello che permetteva interferenze ad ogni chilometro, senza protezione per le reti nazionali che dovrebbero essere anche di servizio. Carboni in pensione e giura di non essere pentito, perché ha già comperato due cani da far correre sulla spiaggia, perché ha una scorta di letture non completate da mettere in tavola se decideranno che deve pure dimagrire, anche se questo gli impedirà di invitare chi potrebbe ricordargli ancora che un coniglio, se viene servito, deve pure essere mangiato e non essere argomento per rinfacciare agli ospiti che sono stati felici.
Settimana appassionata perché le due italiane di Eurolega hanno fatto proprio bene, anche se siamo rimasti più estasiati davanti alla partita persa da Siena sul campo del Panathinaikos, davanti a 20 mila persone, di quella vinta da Roma sul Barcellona davanti a cinquemila persone contando anche la milizia di guardia. Diverso spessore fra squadre così distanti. Il Montepaschi regala sempre quello che ti aspetti, anche quando si esagera nelle pretese, anche quando lo strattonano, lo sgridano, lo riprendono platealmente, esagerando nel tono, con il pericolo di non depurare mai il sangue dell’agonismo; la Lottomatica è una squadra di lunatici sbruffoni che promettono sapendo di non saper mantenere la parola perché nel loro cielo la cometa li porta sempre lontano dalla capanna dove dovrebbero proteggersi a vicenda giocatori che perdono persino la strada per l’EUR quando servirebbe essere in spogliatoio due ore prima. Siena fra le otto d’Europa, squillo di tromba per chi pensava al nostro basket senza più energia, creatività, bella fra le grandi e partendo da una base che potrebbe portare anche alle finali di Madrid dove il Real, invece, rischia di guardare tutto dal buco della serratura dopo aver scoperto che il Maccabi, riaffidato a Zvi Sherf, è tornato ad essere uno squadrone con qualcosa di speciale. L’allenatore che non tiene più lo stecchino in bocca ha ridato un senso a tutto ciò che era nella tradizione gialloblu, ed è questo che la gente dovrebbe tenere in considerazione, così come ha fatto l’Olympiakos affidandosi a Giove Yannakis.
Cambiare per cercare qualcosa e in questo vi potrebbe aiutare Attilio Artiglio Caja adesso che vede oltre la montagna del quinto posto, di certi rifiuti, adesso che ha la benedizione di Meneghin uscito allo scoperto per affermare che è un allenatore da grande squadra. Meglio così mentre il Corbelli aspetta l’americano silenzioso e l’esito del fallimento Napoli, città dove, come si è visto, ogni mese c’è una sorpresa e sarà davvero interessante questo sabato televisivo fra Cantù ed Eldo, perché siamo a quota zero motivazioni: da una parte sciopero del tifo e società in vendita, dall’altra stipendi mai visti e voglia di salutare la compagnia.
Pagelle prima che l’esfogliante arrivi alle ascelle.
10 A Massimo CARBONI non certo alla memoria, ma nella speranza che se la Lega ha qualche progetto audiovisivo non avrà più la scusa di non sapere a chi affidarlo. Ventidue anni, minchia, diceva il pilota di Mediterraneo, sono stati belli, sono stati grandi.
9 Al LAVRINOVIC con quella bella faccia da attore per fare Indiana Jones dove gli altri fuggono. Magari non difende come un leone, meglio dire non difendeva come un leone, ma sul campo fa cose stupende.
8 A Stefano RUSCONI, più croce che delizia per noi, per lui stesso, che ci dicono impegnato sul serio nel tentativo di portare Genova verso categorie più adatte ad una città che ai tempi della Emerson del Tanelli, di Gualco, Marquinho, Salvaneschi, era davvero una bella realtà che ora ci manca, pur credendo nell’impegno dei Fertonani.
7 Ad Attilio CAJA che nella sfida contro Roma porterà una squadra risanata, una Milano che ha cambiato pelle, anche se per valutarla dobbiamo valutarla quando tutto scotta davvero.
6 A Mason ROCCA perché se ha resistito alle offerte di Roma, se non ha scelto di andare verso guadagni superiori e stipendi sicuri, vuol dire proprio che il suo amore per Napoli è completo ed è questo che ci affascina nei giocatori, soprattutto se sono bravi, soprattutto se hanno il cuore del sindaco.
5 A Sergio SCARIOLO che anche questa volta sarà sulla strada di Roma per buttarla fuori dall’Europa. Destino strano e bizzarro per l’avvocato bresciano che in questa stagione avrà sicuramente il premio grande sfortuna.
4 Ad Ettore MESSINA che deciderà il destino del Barcellona, la grande società dove dovrebbe andare il prossimo anno. Comunque vada si farà dietrologia e lui queste situazioni non le sopporta, ma allora annunci subito che il prossimo anno tornerà in Italia dove abbiamo bisogno di lui per rimettere a posto tante cose anche nel settore allenatori.
3 Al grande OBRADOVIC che mai come in questa stagione al Pana ci è sembrato in difficoltà. Pure lui non riesce a gestire panchine troppo lunghe, pure lui fa una grande fatica a capire certa gente, scoprendo, ad esempio, che Perperoglou è meglio dei milionari Becirovic e Zizic tenuti a sedere contro Siena.
2 All’ULEB che non riesce a trovare una formula antiruggine per la seconda fase dell’Eurolega, lasciando sempre aperti i canali di scolo dove valgono tutte le opinioni e dove sei costretto a non vincere per non rischiare di andare al supplementare che visti gli arbitraggi potresti avere in faccia come un boomerang.
1 Al REAL MADRID che proprio come la nazionale spagnola sta perdendo il treno delle finali in casa, della grande fiesta che la real casa aveva in mente per il baloncesto.
0 Al BELINELLI che trova infondate le accuse del Gallo Gallinari sul gioco nella NBA perchè secondo lui sono state dichiarazioni incaute di uno atteso col forcone, di uno che dovrà studiare tantissimi schemi sui libroni che ogni allenatore regala ai giocatori. Gli crediamo, ma dovremmo credere anche a quello che vediamo e l’impressione, davanti ai cinquantelli, alle triple doppie, è che i libroni serviranno nelle situazioni speciali per i finali di gara, per i play off, ma nella stagione regolare l’idea è che se prima arrivi prima ti servi.
Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it
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