Tutti ambasciatori e nessun dirigente
Un classico di Massimo Moratti è l'esonero tardivo dell'allenatore, dopo mesi di cottura a fuoco lentissimo. Ha iniziato con il primo tecnico trovato, Ottavio Bianchi, riconfermato senza fiducia nell'estate 1995 e cacciato all'inizio della stagione successiva, per arrivare a Mancini, che di sicuro non sarà l'ultimo della lista. Nel colloquio dell'altra sera alla Saras si sono toccati gli estremi: entrato come quasi licenziato, Mancini ha chiuso impostando con il presidente il mercato del futuro. La realtà è che per Mancini sarà un'impresa non tanto vincere il terzo scudetto consecutivo, quanto mantenere la panchina fino a fine maggio dovendo una serie di situazioni che l'incompetenza della società gli ha costruito intorno. Prima fra tutte quella di Figo, ormai guarito dopo il grazioso omaggio di quell'altro invecchiato male di Nedved, il quale dopo il voltafaccia con gli arabi (motivato da amore per l'Inter ed il grande calcio, in realtà dovuto a referenze non entusiasmanti sulla tempistica dei pagamenti degli sceicchi) è stato premiato con la promessa di un ruolo dirigenziale. Purissimo stile Moratti, che anche dietro la scrivania accumulerà fantasisti: appena si stancherà di fare il baby-pensionato arriverà anche Roberto Baggio. Anche lui non esattamente un amico di Mancini. Secondo caso: Vieira. Cilindrata ancora da campione, tenuta minima: fra un insulto da sostituzione e l'altro Mancini lo preserverà per le sfide con Juventus, Milan e Fiorentina. Se l'anno prossimo dovesse essere lui l'allenatore dell'Inter di Vieira non si vedrà nemmeno l'ombra. Facile: non si vedrà né Mancini né Vieira. Addio sicuro al manciniano Cesar, in scadenza, addio sicuro al non manciniano Maniche (altro che 'regalo del presidente per la Champions', la penosa velina diffusa per due mesi), che del resto è un prestito, nessun segnale a Solari, anche lui in scadenza e ricordo del più disastroso mercato interista di tutti i tempi (quello in cui vennero ceduti Ronaldo, Pirlo e Seedorf). Tutti delusi da Suazo, per l'honduregno si cercherà un amatore. Con Mancini in panchina non si vedrebbero nemmeno dipinti Adriano e Recoba, con Mourinho nemmeno, con Benitez forse solo Recoba. Chissà perché nelle ultime ore stanno salendo le quotazioni dello spagnolo, anche se in vantaggio nella testa morattiana c'è ancora Mourinho...Intanto per l'ambitissimo (si guadagna tanto senza avere alcuna responsabilità) ruolo di ambasciatore all'estero, in aggiunta a Figo e Baggio sembra scontato il ritorno dal Fulham di Roy Hodgson. Tutti ambasciatori, nessun dirigente.
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