La finitissima era Thomas

L'era di Isiah Thomas ai Knicks più che finita è...finitissima, al di là della transazione finanziaria con l'azienda e un vaghissimo incarico da consulente per il futuro. Secondo il New York Daily News il neo-presidente (succedendo proprio all'ex point guard dei Pistons era Bad Boys, che fino a pochi giorni fa assommava la carica a quella di allenatore) Donnie Walsh avrebbe inserito nell'accordo fra le parti una clausola che impegna Thomas ad astenersi da contatti di qualsiasi tipo con membri della squadra. Un appestato, insomma, per quanto costoso. Il 56-108 delle ultime due stagioni, con un monte ingaggi imbarazzante, si presta a poche discussioni ed in ogni caso non lo rende credibile come interlocutore tecnico del nuovo coach (forse il grande ex Mark Jackson, attualmente seconda voce alla ESPN). Thomas potrà quindi di fatto parlare solo con il proprietario James Dolan (il figlio di quello vero: Charles, il fondatore di Cablevision) ed ovviamente con lo stesso Walsh, ma senza una carica specifica. Una brutta fine, a parte lo stipendio che continua a correre, per una storia iniziata nel 2003 da dirigente e proseguita da allenatore dopo i fallimenti di Don Chaney, Lenny Wilkens e soprattutto Larry Brown, con gli interregni di Herb Williams. Nel futuro cestistico del personaggio NBA meno amato da Michael Jordan (ma anche John Stockton, Larry Bird, Karl Malone...) probabile un'avventura imprenditoriale. Peggio della CBA non potrà andare...

4 commenti:

aLesAN ha detto...

Non so che tipo di persona sia Thomas, ma certo tutte le antipatie che si tira addosso qualche dubbio sulla sua correttezza/capacità di costruire rapporti sereni, mi viene.

Certamente uno dei più grandi flop della storia Nba, il suo lavoro ai Knicks poteva e doveva chiudersi prima; personalmente ho intuito molto presto verso che danni stava portando la franchigia, e visto che non sono un fenomeno non penso di essere stato il solo.

Non sempre capita di essere grandi giocatori, poi grandi GM e, magari, anche grandi coach...

Stefano Olivari ha detto...

Da migliaia di chilometri non siamo in grado di giudicare le persone (a volte nemmeno con la conoscenza personale), ma di vedere le partite e le scelte sì...la permanenza di Thomas in panchina era improponibile, mi sembra già troppo che sia stata in discussione fino a pochi giorni fa, prima di questo escamotage del consulente-consigliere.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Eppure uno che annusa il talento e sceglie come Thomas significa che di pallacanestro qualcosa capisce. Non so, forse gestire è un'altra cosa... GM osannati fino a ieri come Paxson ora sono trattati da autentici fessi. Ci vuole anche un po' di fortuna e i contatti giusti. IT non se li è saputi scegliere. Eppoi i Knicks carrozzone non sono mica tutta colpa sua, in un'altra città con quella squadra si va ai playoff diretti, altroché

Stefano Olivari ha detto...

Sicuramente Thomas capisce di basket mille volte pi� di chi la NBA la vede come noi da lontano, ma rimane il fatto che tutto il roster attuale dei Knicks dipenda da sue operazioni di mercato. In gran parte gente di valore tecnico assoluto, ma anche individualisti isterici che danno ragione al Tanjevic di turno, per non dire Recalcati, quando parlano di basket-cesso. Come punti fermi per il futuro terrei Curry, Crawford e Lee per l'impegno, ma gli invendibili sono molti di pi�.