1. Manchester United-Chelsea, dunque. Le due squadre che si stanno giocando il titolo di Premier League, si affronteranno anche a Mosca per la finale di Champions. Giusto così probabilmente, ci dispiace solo non aver scommesso sui Blues del tanto criticato Avram Grant anche perché già da qualche mese dicevamo di fare attenzione a questa squadra che, a differenza degli anni scorsi con lo Special One, sta procedendo bene ed a fari spenti. Seguendo le partite di semifinale, con i relativi postpartita, sulle varie televisioni italiane una cosa non ci risulta chiara: perché ogni volta che in finale vanno squadre straniere le partite sono brutte e le compagini italiane devono rammaricarsi per essere uscite nell’anno nel quale “un Manchester United così brutto e un Chelsea inguardabile sono riusciti ad arrivare a Mosca?”. I commenti di quest’anno tra l’altro non sono casi isolati, il meccanismo mediatico di sminuire gli avversari (soprattutto quando non si conoscono) succede ogni volta che un’italiana non va in finale. Si parte dal presupposto che il calcio italiano sia il metro di giudizio per tutto: non il calcio italiano attuale, ma una versione probabilmente più figurata, immaginaria o appartenente a un più o meno recente passato. Quindi quando si dice che il Milan deve rammaricarsi se il Chelsea è in finale, forse si fa riferimento al Milan degli olandesi, o a quello di un lustro fa, non certo alla versione 2007/08 dei rossoneri, una squadra cioè incapace di rendersi pericolosa una sola volta nell’arco di 180 minuti con l’Arsenal. Quando invece i rimpianti sono nerazzurri forse non si considera il fatto che a livello europeo l’Inter manca da una finale di Coppa dei Campioni dal 1972 e non la vince dal 1965. E poi perché le partite degli altri sono sempre brutte? Non mi pare che Getafe-Bayern in Coppa Uefa o Chelsea-Liverpool di Champions siano state poi così male, almeno dal punto di vista delle emozioni. Che poi sono quelle che contano, sennò non si spiegherebbe perché Italia-Germania Ovest del 1970 sia da noi la partita del secolo, visto che fino al 90’ è stata di una noia mortale mentre nei supplementari le emozioni si sono susseguite a ripetizione. In fatto di bruttezza ricordiamo anche la finale di Manchester fra Milan e Juve, con i rigori che hanno creato poi il mito (almeno per i tifosi rossoneri). I commenti sono gli stessi anche quando la Nazionale italiana gioca in una fase finale di un Europeo o di un Mondiale. Quante volte ci siamo sentiti dire: ”Se questa finale esprime il massimo che il calcio può dare in questo momento, questo sport è proprio in crisi”. Ovviamente ciò non è avvenuto prima della finale del Mondiale 2006, ma state sicuri che se l’Europeo 2008 se lo giocheranno portoghesi e tedeschi (tanto per fare due nomi) sentiremo ancora questi discorsi.
2. Sempre in tema di scarsa conoscenza di ciò che sta a nord di Como, sottolineiamo anche un servizio andato in onda il 1° maggio sul TG 5 delle ore 13. In un surreale pezzo sul polo giocato sulle spiagge di Rimini, si diceva che questo sport in Inghilterra compete in popolarità con il calcio. Peccato che in Inghilterra, paese con una società che rimane più classista di quella italiana, notizie di polo non ne abbiamo mai sentite in televisione né lette sui giornali se non in servizi che parlassero di Carlo e Camilla o di qualcun altro della cricca reale. Forse ci siamo persi qualcosa noi, forse non siamo a conoscenza dei Portsmouth Horses o delle orde di tifosi che si riversano nelle strade di Londra per festeggiare la squadra di polo dell’Arsenal che sfila per la città su un autobus scoperto a due piani.
3. Premettiamo che non siamo favorevoli ad alcun tipo di playoff, né a campionati Apertura o Clausura o altre cose simili che si discostino dal classico torneo andata e ritorno. Probabilmente è un nostro limite, lo riconosciamo, ma rimaniamo fermi nella nostra idea. Ciò che però ci sembra incomprensibile è come venga suddiviso il campionato scozzese a questo punto della stagione. Le prime sei squadre si giocano una poule scudetto, mentre le ultime sei ne giocano una per evitare la retrocessione. In un Paese dove dal 1985 il campionato non se lo aggiudica una squadra diversa da Rangers o Celtic la situazione di quest’anno è emblematica. Il Celtic capeggia la classifica dopo il derby vincente di domenica scorsa, con cinque punti sui Rangers ma anche con tre partite in più. La terza classificata, il Motherwell, ha ben 22 punti meno del Rangers secondo e con Dundee United, Hibernian e Aberdeen si disputa nella poule un interessantissimo posto Uefa. Nel barrage per la retrocessione addirittura abbiamo il Gretna che, dopo la penalizzazione di 10 punti per essere entrato in amministrazione controllata, è stabilmente ultimo a quota 9 punti. La penultima, il Kilmarnock, ha 34 punti. Quante squadre retrocedono? Una. Buon campionato a tutti.
Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com
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