Il gran premio di Honda

Siamo ancora quelli dei pomodori ai giocatori che avevano perso in finale, rischiando più volte di andare in vantaggio due a uno, con il Brasile di Pelé. In metà delle homepage dei siti dei quotidiani campeggia la parola 'vergogna', ma chi ha dato quasi tutto quello che aveva non è che si debba vergognare. Che poi la spedizione azzurra sia stata preparata male e portata avanti peggio, in mezzo anche ad arroganza e superficialità, è un fatto. Ma di sicuro gli azzurri non hanno fatto mancare l'impegno fino al novantaseiesimo minuto, tanto che nella storia del Mondiale si sarebbero visto pareggi più immeritati. Se Pepe sul possibile tre a tre non fosse stato...Pepe adesso l'Italia troverebbe magari negli ottavi un'Olanda che ha avuto l'enorme pregio di dominare il suo girone spendendo pochissimo, sotto il profilo fisico e nervoso.
Avendo scelto Giappone-Danimarca, ci siamo sintonizzati solo dopo l'entrata in campo di Robben: le condizioni sembrano più che buone, gli undici preferiti di Van Marwijk più lui ed Elia per mezzora possono stendere chiunque. Adesso l'ottavo di finale con Slovacchia, che rimane una squadra triste e senza possibilità di segnare se l'avversario non commette grossi errori, poi il quarto con il probabile Brasile: viviamo per guardare partite del genere. Questo non toglie che anche Giappone-Danimarca abbia avuto una sua dignità, con il Giappone che ha confermato una fiducia cieca nel suo modulo: come minimo in otto sempre dietro la linea della palla, con Keisuke Honda a fare reparto in attacco sia per atletismo che per doti tecniche già pagate dal CSKA Mosca. Pronto a scambiare con Hasebe, Matsui e Okubo, può lasciare altri segni su questo torneo. Bello il destro di Endo, continua a impressionare la coppia di centrali difensivi Nakazawa-Tanaka: potenti ma anche veloci, sono del livello di Barrios, Valdez e Santa Cruz. La Danimarca ci ha provato, ma è stata massacrata dalle due punizioni. Ha gente ben oltre il capolinea, da Tomasson a Rommedahl passando per Jorgensen, che ha salutato in bellezza ma anche ragazzi da cui ripartire come Eriksen e il sopravvalutato Bendtner che in un anno da punta grezzissima si è trasformato giocatore abbastanza completo (non al punto di tirare le punizioni, come pretende di fare). Strano a dirsi, sono passate le due migliori squadre del girone.
stefanolivari@gmail.com

18 commenti:

spike ha detto...

matsui è un giocatore molto interessante.
ora si tifa giappone e argentina(con milito e samuel in panca mi raccomando!)

tasaril ha detto...

^_^ Ed adesso il Paraguay.

Honda oggi è stato veramente superlativo. Più forte di tutti gli attaccanti dell'Italia... Chi l'avrebbe mai detto, noi abbiamo Pepe ed il Giappone Honda...

Il possibile 3-3 di Pepe non c'è mai stato appunto perché era sul piede di Pepe.

Il terzo gol che ha subito oggi l'Italia, l'avevo visto solo nelle mie amichevoli di calcio a 8 fino ad oggi.

cuginostivi ha detto...

Honda e' capitan tsubaya!! :DD

clinter ha detto...

'Slovacchia, che rimane una squadra triste e senza possibilità di segnare se l'avversario non commette grossi errori'.
Ecco, appunto. Il che, ovviamente è un'aggravante, cionostante, la cronaca registra due gol di Quagliarella che potevano esser concessi, un salvataggio probabilmente oltre la linea da parte di uno slovacco ed il gol del 2-2 annullato per fuorigioco molto dubbio ed in ogni caso millimetrico, azzeccato di puro culo dal guardalinee.
Insomma la Slovacchia si poteva abbondantemente battere, vista la sua scarsa caratura.
Quel che mi fa incazzare è che gran parte dei giornalisti, oggi giustamente ipercritici, andava starnazzando che noi si potesse perder con chiunque, ma anche vincere con chiunque.
Addirittura il giapponese era tutto goduto di dover incontrare l'Olanda, perchè non è nessuno.
Infatti Sneijder, Robben, Van Persie, Kuyt scompaiono al cospetto
dei nostri Pepe, Iaquinta, Di Natale, Gilardino.
Detto tutto il male possibile di questa nazionale e di Lippi, devo dire che mi sento sorprendentemente dispiaciuto dell'eliminazione dei nostri brocchetti. Giocano per passione, oltre che per i soldi, vedere il pianto di Quagliarella, consolato da Cannavaro, mi ha fatto provare una certa pietas.

Roberto Gotta ha detto...

Stefano, la delusione è naturale, ma i "vergogna" sono figli della medesima esagerazione sensazionalistica che tiene vivi certi media e giustifica la loro esistenza, agli occhi dei più. Nessuna vergogna, così come la vittoria mondiale del 2006 non aveva improvvisamente reso i giocatori cardini della storia d'Italia. La misura manca sempre, purtroppo, nel bene e nel male.

Unknown ha detto...

Applausi per l'intervento sopra il mio. La parola 'vergogna' non andrebbe mai associata ad un evento di sport (così come l'altrettanto abusata 'umiliazione'), ma va detto che si tratta del rovescio della medaglia di quell'esaltazione collettiva che permette a onesti pedatori di guadagnare cifre da capogiro

MB ha detto...

@Roberto: ma perché? Se non dobbiamo vergognarci per questa nazionale, quando dovremmo farlo? (sempre entro parametri calcistici, come giustamente dice pescediavolo)
In una scala che va dall'esaltazione sportiva alla vergogna nera direi che tra 2006 e 2010 abbiamo ben mostrato i due estremi. Più che altro direi che storicamente siamo cronicamente sballati nell'individuare i punti intermedi, sia verso il polo negativo sia soprattutto verso quello positivo (tipo famosi i pomodori ai finalisti di messico '70).

Angius63 ha detto...

"Ma di sicuro gli azzurri non hanno fatto mancare l'impegno fino al novantaseiesimo minuto"
Mah, a me sembra che in tre partite l'impegno ce lo abbiano messo davvero solo negli ultimi 20-25 minuti della partiita di ieri, quando si sono resi conto che stavano per tornare a casa. Anzi, con la Slovacchia si sono toccati gli estemi: da pedate nel culo il primo tempo, mettendoci l'impegno, come detto nel finale. Un po' poco, direi.

gareth ha detto...

La vergogna in campo calcistico ci può stare eccome.
Vergogna il biscotto di Svezia e Danimarca agli Europei.
Vergogna la mano di Henry contro l'Irlanda.
Vergogna la simulazione del giocatore ivoriano che è costata l'espulsione a Kakà.
Vergogna nello sport è sinonimo di slealtà: quella dell'Italia è solo broccaggine, e più che di vergogna parlerei di delusione.

Nick ha detto...

@tasaril, fra l'altro l'inserimento di Kopanek si è capito con mezz'ora di anticipo...

@cugino, Tsubasa! :D

Anzi, con la Slovacchia si sono toccati gli estemi: da pedate nel culo il primo tempo
Con le grasse risate che si faceva Cannavaro mentre veniva ammonito...

Roberto Gotta ha detto...

@MB: capisco quel che dici, ma io ribadisco la mia opinione basata sulla convinzione che nella vita esistano cose più importanti del calcio e dello sport, e ve lo dice uno che di riffa e di raffa, ultimamente di raffa se dei binomio è il versante negativo, ci vive da 25 anni. Tutto qui. Noi possiamo anche relativizzare, ma un alieno che oggi vada in edicola e veda VERGOGNA scritto grande il doppio di, invento, un titolo su un politico corrotto potrebbe pensare che quel VERGOGNA sia riferito ad una vicenda mille volte più importante di quella del politico. Come dice Gareth, si deve vergognare chi inganna il prossimo in maniera sleale, non chi semplicemente non ottiene un risultato, anche se contro squadre teoricamente inferiori. Poi, lo so, sono un retrogrado: ma non posso dimenticare che la prima scintilla verso il giornalismo sportivo mi venne come reazione al sensazionalismo e alle esagerazioni dei media che già da ragazzino mi infastidivano. Non che pensassi di cambiare il mondo da solo, ma non volevo nemmeno rinunciarci in partenza...

Roberto Gotta ha detto...

Aggiungo una cosa, a proposito dell'opportuna citazione fatta da MB dei pomodori di 40 anni fa: VERGOGNA l'avrebbe dovuto titolare il giorno dopo un quotidiano... ma a corredo di una foto di chi tirava ortaggi ai giocatori! Sarebbe stata una grande dimostrazione di civiltà giornalistica, e infatti non ci fu, ma magari ricordo male (anche perché avevo 6 anni...)

Unknown ha detto...

gareth ha scritto:

"La vergogna in campo calcistico ci può stare eccome.
Vergogna il biscotto di Svezia e Danimarca agli Europei.
Vergogna la mano di Henry contro l'Irlanda.
Vergogna la simulazione del giocatore ivoriano che è costata l'espulsione a Kakà."

Sì, in questo senso la vergogna esiste eccome anche nello sport.

Dane ha detto...

"Che poi la spedizione azzurra sia stata preparata male e portata avanti peggio, in mezzo anche ad arroganza e superficialità, è un fatto. Ma di sicuro gli azzurri non hanno fatto mancare l'impegno fino al novantaseiesimo minuto, tanto che nella storia del Mondiale si sarebbero visto pareggi più immeritati."

Infatti, si scatenano contro i giocatori per non lapidare il loro Padrino. Non è una colpa per i giocatori esser scarsi, è una colpa per una allenatore pretendere potere assoluto e non saperlo utilizzare...

"Se Pepe sul possibile tre a tre non fosse stato...Pepe adesso l'Italia troverebbe magari negli ottavi un'Olanda che ha avuto l'enorme pregio di dominare il suo girone spendendo pochissimo, sotto il profilo fisico e nervoso."

Mi chiedevo ieri sera.....ma Miccoli quel gol lo avrebbe sbagliato?!...
Olanda comunque veramente temibile, con meno fenomeni e meno spettacolo di una volta ma molto più razionale e concreta.....direi una bella copia riveduta e corretta del progetto iniziato all'Europeo da Van Basten....cominciano a diventare pericolosi.....

Dane ha detto...

Io avrei titolato "Vergogna Lippi"! In quel caso ci poteva stare.....

Simone ha detto...

Intervento scorretto,a gamba tesa,alla Benetti.
L'altro pomeriggio,dopo aver constatato la morte psichica di Isner e Mahut su un prato verde,mi sono sottoposto a quaranta minuti dello psicodramma lippiano.
Da qualche parte su Olivarille c'è l'intervento di un illuminato che scodella i nomi di una rappresentativa lombarda nel 1990.
Il problema del foot italico,e tra non molto tempo di quello europeo(pensate che la Liga e la Premiership siano modelli virtuosi?),è proprio questo.
L'estasi dell'oro berlinese,appena quattro anni fa,furono i titoli di coda dell'intero movimento.
L'ultima generazione di un certo livello fu quella(Buffon,Pirlo,etc.).
Cialtronia è il risultato di un ambiente sopravvalutato dal fluire torrenziale del denaro e coperto,lubrificato,da media allineati come soldatini alle esigenze dei padroni del vapore.
Che cambiano nome ma non i metodi:il silenzio ecclesiastico(Made in Rcs)che ha accompagnato la notizia della combine sul titolo Saras,tra i Moratti e Guido Rossi,è eloquente.
Come i dirigenti del sistema moggiano che continuano indisturbati,magari cambiando cappellino,ad operare in quella sceneggiata napoletana che definiscono mercato.
Il calcio italiano è fottuto non solamente perchè sprovvisto di regole,economiche e comportamentali,ma per un difetto antropologico,una tara genetica:è diventato altro,inconciliabile con ciò che fu nel dopoguerra.
E' fabbrica del consenso,esposizione di marchi,spazio di riconoscibilità popolare,reality.
Direi che il Cervia è il futuro.
Tecnicamente,non esiste più una scuola:il movimento tricolore si è sempre basato su concetti teorici di un cinismo meraviglioso.
Difesa a uomo o mista,pochi fronzoli offensivi,lo sviluppo del gioco in verticale.
E una cazzimma notevole.
Le altre scuole del Mediterraneo,poveri fessacchiotti,l'hanno sempre vista come fosse il pattinaggio artistico:ma un gol di tacco vale come uno di pugno(Piola..).
Non è un caso che i cugini transalpini,che i piedi educati li hanno sempre avuti(Kopa Ravel),abbiano cominciato a vincere dopo essersi "sporcati" con la Serie A.
Tutto il resto è (para)noia e cattivo gusto:come la prima pagina vergognosa de "Il Giornale" di ieri mattina.
Comunque,ai componenti della corte dei miracoli e al tipico fanatico futbalero,basterà un bel Milan-Inter per far finta di niente.

"Facciamo finta che..Tutto va ben tutto va ben.
Facciamo finta che..Tutto va ben.
Che il cielo sia costantemente azzurro.
Che splenda sempre allegramente.
Che tutto quanto sia sempre sereno...
Che il povero sia in fondo un gran signore.
Che il servo sia assai meglio del padrone...
Che i giovani abbian sempre un'occasione..."

Stefano Olivari ha detto...

Simone, condivido le considerazioni di lungo periodo ma secondo me nelle analisi dei giornali si è dimenticato il volgare e bellissimo 'here and now' dello sport...a chi importa nel 2010 se nel 2050 la Svizzera multietnica diventerà campione del mondo? I 23 convocati da Lippi, senza tirare fuori Totti, Balotelli, Cassano, Pruzzo e Beccalossi, avrebbero dovuti essere preparati meglio fisicamente e messi in campo rispettando le loro caratteristiche: se chiami Marchisio e poi gli dici di fare il trequartista, per quale assurdo motivo lasci a casa Perrotta che in questo ruolo (nell'interpretazione muscolare e attaccante gli spazi dello stesso, perlomeno) è il numero uno? La decadenza della società occidentale è una cosa, gli errori professionali un'altra. Ci sono giornalisti cani, medici cani, falegnami cani, è normale.

Simone ha detto...

@Stefano Olivari:comprendo che il Marcello dalla Versilia sia stato parecchio bravo nella sua interpretazione dell'imperatore Commodo.
Però,se uno guarda poco il foot(pur capendone le dinamiche tecniche)e osserva DeRossi l'altro dì,spacciato come un Neeskens dai media italiani,si rende conto che qualcosa è stato travisato.
Il Capitan Futuro romanista,in quei quaranta minuti televisti,sembrava una versione discount di Bonini...
Non ci sono più i parametri corretti di valutazione.
D'altronde,assistendo a quella difesa poco italiana(l'incapacità di marcare a uomo è un ossimoro per la nostra scuola),potremmo citare gli universali che hanno popolato quel settore specifico:Facchetti,Scirea,Maldini junior,per rimanere all'eccellenza pura.
Che poi i metodi lippiani,gli stessi che portarono ai trionfi tedeschi,siano discutibili è un dato di fatto.
Ma la mancanza di ossigeno alle alte quote è una costante dei cittì beatificati:Signori terzino e Vialli in poltrona a casa erano biglietti nietszchiani della follia,non scelte tattiche.
Tutte le nazionali,anche quelle vincenti,sono l'espressione di un clan:altrimenti,con uno Schuster in campo,la finale del Mundial 1982 non sarebbe stata un letto di rose...