L'ultimo italiano in Champions

di Alvaro Delmo
Erano anni che non si respirava un'aria di attesa così forte per lo Eurovision Song Contest (ESC), noto in Italia anche come Eurofestival. A qualcuno magari interesserà poco, comunque l'evento che si tiene a Dusseldorf il 14 maggio (finale, diretta dalle 21 su Raidue), vinto lo scorso anno dalla tedesca Lena, andrebbe tenuto sott'occhio per diversi motivi.
Il primo dei quali è il più gradito: il ritorno dell'Italia, assente dal 1997 quando i Jalisse si classificarono quarti a Dublino. A rappresentarci questa volta sarà Raphael Gualazzi, fresco vincitore delle nuove proposte di Sanremo e prodotto da Caterina Caselli, ossia una garanzia di successo visti i precedenti come Andrea Bocelli, Elisa e Negramaro. Un progetto che Gualazzi sta portando in giro per l'Europa dove, a dire il vero, aveva già un certo seguito nel circuito del jazz. Sul palco dell'ESC il ventinovenne urbinate gareggerà con una versione ad hoc di Follia d'amore, ribattezzata Madness of love, con testo in parte in inglese, e della durata di tre minuti per rispetto del regolamento.
Sicuro della finalissima (l'Italia è ammessa di diritto con le altre big five, Germania, Spagna, Regno Unito e Francia) Gualazzi non è dato dai bookmaker tra gli strafavoriti visto che quest'anno puntano tutti sulla Francia che presenta in gara una canzone in lingua corsa, Sognu, interpretata da un novello Andrea Bocelli, tal Amaury Vassilli, sufficientemente affascinante da poter ammaliare i televotanti.
Tra i favoriti (i video di tutti i brani Ë possibile vederli su eurovision.tv ci sono anche i redivivi Blue, sui quali scommette parecchio il Regno Unito per riportare la finale in casa propria dopo la vittoria nel 1997 di Katrina and the Waves (altro ripescaggio di lusso). Del resto ultimamente non ha raccolto grandi soddisfazioni all'ESC, forse anche per un atteggiamento un po' presuntuoso da prima della classe. Dovessimo puntare su un vincitore sicuro vedremmo più la Francia che il Regno Unito (scarsetta la canzone dei Blue, come del resto molte di quelle vincenti negli ultimi anni) ma attenzione alle logiche politiche e agli scambi di voti tra paesi confinanti, ormai abitudine consolidata che a molti fa storcere il naso. Tra gli outsider su cui puntare eventualmente qualche euro, noi ci metteremmo l'Ungheria, ma anche l'Italia.
La decisione della RAI è stata infatti a dir poco clamorosa e ha reso contenti moltissimi fan della manifestazione. La canzone è di buona qualità (secondo qualcuno fin troppo, per il palato della reality generation) e la musica italiana, volenti o nolenti, è una delle poche che riesce a tener testa in Europa al mainstream dilagante di matrice anglosassone. Fuori dai giochi, a meno di sorprese clamorose, invece i vincitori degli ultimi anni, a cominciare dalla Germania che rigioca la carta Lena. Non sono più i tempi dello storico "three in a row" irlandese. Dimenticavamo: la finale sarà commentata in Italia nientepopodimeno che da Raffaella Carrà, con un talk show ad hoc che speriamo non snaturi troppo la fase delle votazioni in tempo reale, sempre divertente da seguire. Ricordando, lo scopo del post in fondo era questo, che in Europa esiste una musica pop anche fuori dal giro delle radio di presunta tendenza e di quello dei revival televisivi.
Alvaro Delmo
(in esclusiva per Indiscreto)

9 commenti:

spike ha detto...

interessante

Dane ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dane ha detto...

Interessantissimo Guallazzi, "Follia d'amore" è un capolavoro per nulla inferiore a molti swing di Paolo Conte (non condivido solo il testo in parte in inglese, io avrei scelto o tutta la versione italiana o tutta quella inglese, o quantomeno avrei diviso le strofe intere e non così a metà...), ed "A three second breath" è un funkettone il cui testo pare scritto da Bono Vox e che se fosse stato inciso da Jamiroquai o Mary J. Blige sarebbe in cima a tutte le classifiche mondiali.
Apprezzo meno la pronuncia di Reality&Fantasy (le prime volte che l'ho sentita alla radio pensavo fosse di Pino Daniele...) e un certo ondugiare troppo su un certo virtuosismo da stride-pianist (vabbè le inversioni di decima, ma la sua versione di Summertime è pessima, non si può stuprare così uno standard...): d'accordo il background jazzistico ma a patto di non vergognarsi di essere comunque un prodotto pop. La musica alta utilizzata come medaglia rischierebbe di renderlo una caricatura già vista: in fondo Guallazzi sta al jazz come Boccelli alla lirica (tutto sto seguito nel circuito jazz europeo non mi risulta, non a livelli di un Sylvan Zingg, un Julien Brunetaud o un Fabrice Eulry, quantomeno...).
Non prendiamoci troppo sul serio, per il resto in bocca al lupo a questa ondata nuova della musica italiana che trova ispirazione nel classico...

Ishtar ha detto...

purtroppo della prima semifinale sono riuscito a vedere (su RSI-LA2) solo i "riassuntini" delle canzoni a quasi fine serata.
Ad un rapidissimo ascolto m'è piaciuta molto la Serbia, San Marino (eliminata) e da riascoltare bene Grecia e Svizzera ;)

Álvaro Delmo ha detto...

@Dane: certamente Gualazzi non è una star ma intanto in Francia ha già un buon seguito. Chiaro che non è puro jazz ma altrimenti non avrebbe partecipato a Sanremo. La divisione tra inglese e italiano della canzone credo sia una mossa per proporlo in entrambe le vesti sul mercato internazionale

@ste.black: vista in streaming la prima semifinale. Bello spettacolo, molto entusiasmo e pop... gli ultimi anni hanno però visto un appiattimento su un genere troppo mainstream. Giusto aspettare un altro ascolto per giudicare

longinus ha detto...

vivevo in spagna con uno del luogo,una belga ed un olandese:la sera della finale di questa competizione dovetti andarmene al cinema da solo,in quanto TUTTI ma proprio tutti quelli che conoscevo erano davanti alla TV a guardarlo.rimasi scioccato.
in spagna era come per sanremo da noi,ne parlavano tutti il giorno dopo.

Dane ha detto...

@Alvaro: 1) appunto, avrà pure un seguito in Francia (non lo so eh?! Ammetto di non esser ferrato sulla scena pop/musica leggera) ma di certo non nel circuito del jazz puro perchè quello lo seguo (e anche da vicino, ho fatto pure i nomi), mentre sul pop mi fido di te.
2) Precisavo questo perchè appunto non vorrei che anche con Guallazzi cominciasse quello stucchevole medagliamento da musica alta già visto con Boccelli del tipo "sai, lui suona pop ma in realtà è un jazzista" (come a dire "sai, gioca in serie B ma in realtà è un giocatore di serie A in prestito...").
Al di là della cretinaggine di questa specie di trucco contabile per far salire il valore delle azioni, Guallazzi ha trovato una sua strada in questa veste proprio perchè come jazzista puro ce ne sono tanti prima di lui. Lo si apprezzi per il suo progetto e basta, che è già tanta roba (credo fosse dai tempi di "Paris" degli "Après la classe" che non acquistavo un disco italiano)...
3) Il motivo del doppio testo l'ho capito benissimo e trovato azzeccato, solo che non mi è piaciuta molto lo spezzettamento della strofa metà in una lingua e metà in un altra. Se proprio volevano fare una versione "ibrida" almeno le singole strofe le avrei tenute "integre". Gusto personale, tutto qua. ;-)

Álvaro Delmo ha detto...

@longinus: in effetti in alcuni Paesi l'esc ha un seguito altissimo. Ha perso un po' di smalto negli ultimi anni con un po' troppe canzoni simili e in inglese che si allineano all'andazzo odierno. Prima era piu' interessante da seguire anche per certe esibizioni piuttosto 'peculiar'. In ogni caso il livello di Sanremo, in termini di qualità delle canzoni, è sempre stato superiore.

@Dane: complimenti per la preparazione sul jazz. Sto leggendo Come il jazz può cambiarti la vita di Wynton Marsalis. Estremamente interessante. Concordo sulle considerazioni. Diciamo allora che Gualazzi viene catalogo come jazz in alcuni store e ne giova quindi a livello di charts verticali. Come Bocelli del resto, che è un fenomeno planetario, viene spesso fatto rientrare nel discorso Opera per determinate registrazioni.

Ishtar ha detto...

le semifinale di stasera dovrei riuscire a vederla su TVR1 (Tv Romania) se non ricordo male disponibile su piattaforma Sky.
dal punto di vista scenico niente da dire, in Germania han fatto le cose in grande, divertente la "green room" con questi privè incastonati nella scenografia ;)
il problema principale, secondo me, è che si tenda sempre a scopiazzare qualcuno di più famoso perdendo in originalità. preferisco dare "douze points" ad una canzone struggente in croato che all'ennesima replica svedese degli ABBA ;)