La nostra Jugoslavia

di Davide Vergnano
Entusiasmante la lettura del libro di Sergio Tavcar, per rivivere gli anni d'oro di un paese forse finto e di un basket invece verissimo. Da Cosic a Drazen Petrovic, passando per tutti gli eroi di culto dei sabato pomeriggio di mezza Italia...

Ho letto nella mia vita, oramai moderatamente lunga (ho 36 anni), parecchi libri sullo sport, e devo dire che “La Jugoslavia, il basket e il telecronista”, sia per la competenza tecnica “diretta” (non per sentito dire: oggi purtroppo la preparazione della stampa sportiva – per il calcio stendiamo un velo pietoso - è a livelli infimi), sia per la splendida e umana cornice degli aneddoti narrati, è per me paragonabile a “Storia critica del calcio italiano” dell’immenso Gianni Brera (a quasi venti anni dalla sua scomparsa si sente – eccome! – la mancanza: sono uno dei tanti senzabrera). Parecchie cose accomunano Tavčar e Brera, a mio modesto avviso: hanno un’idea di quello che raccontano, non sono degli arruffapopolo e sono innamorati del gesto tecnico. Brera stravedeva per il suo “Rombodituono” Gigi Riva e diffidava dei “fighetta” (mi si perdoni il milanesismo), belli da vedere ma che le partite importanti non te le fanno vincere mai o quasi (i famosi “abatini”). Parallelamente Tavčar adora i giocatori veri di basket che sanno passare bene, palleggiare bene, tirare bene, difendere bene, usare la testa in campo non come protesi delle spalle ma come strumento per pensare, ecc. e non ama (eufemismo) i muscolari saltatori da circo (che però si palleggiano sui piedi) presenti ormai in massa nella NBA (e non solo, purtroppo). Qualche settimana fa, dopo parecchio tempo, ho avuto la fortuna di riascoltare una sua telecronaca su Telecapodistria (per fortuna non è stata criptata sul satellite l’amichevole Spagna-Slovenia) e devo dire che è stata una boccata d’aria fresca, un commento totalmente smarcato dall’ipertecnicismo tachicardico e urlato di Sky e dalla noia (per essere molto, ma davvero molto buoni) della Rai.  Con l’auspicio che il maestro Tavčar scriva fra non molto un libro simile sul basket italiano (solo sfiorato con spassosissimi aneddoti sulla Ignis di Dino Meneghin), il suo libro andrà ad affiancarsi a quello di Gianni Brera e a “Quelli che…” di Beppe Viola sul mio personale comodino.

Davide Vergnano (2 settembre 2011)

24 commenti:

marcopress ha detto...

assolutamente imperdibile. da ordinare sul sito di Sergio (pubblicità voluta), 15 euro spesi strabene.

Stefano Olivari ha detto...

L'ho letto a Ferragosto e mi sono entusiasmato pur avendo visto tutto a suo tempo (o forse proprio per questo) nei mitici sabati di Capodistria...di super super super-culto il ricordo di Misovic...giusto chiudere (di fatto, perché formalmente il libro arriva ai giorni nostri) con la disgregazione jugoslava e la morte di Petrovic...letteratura, non esagero, la spiegazione del carattere serbo...

Dane ha detto...

Avendo sangue slavo leggere di certi argomenti mi farà piangere, avendo sangue argentino finirò col comprare il libro proprio per questo.
Ottimo il consiglio librario, non condivido molto la presentazione: inanzittuto incoerente dire che Brera amava il gesto tecnico e poi sottolineare che amava più i muscolari degli artisti della pedata (fino a prova contraria il gesto tecnico lo si osservava più in Rivera che in Riva), dire che osteggiava gli abatini perchè non muscolari è errato (Brera aveva una vera e propria venerazione per Schiaffino, che era certamente più abatino che muscolare...), dire che osteggiava gli abatini perchè fallivano i momenti importanti è impreciso: non so quanti giocatori hanno avuto la forza di scrivere la storia quanto Rivera, quindi o Brera capiva poco di calcio (sempre sospettato...) oppure il suo pensiero è stato forzato per l'ennesima volta (sempre osservato...).
In ogni caso grazie per la mini-recensione, Tavcar un grande anche se definì Petrovic un perdente. Fortunatamente per lui la pena di morte per reati d'opinione era già stata abolita anche nei balcani.....

Simone ha detto...

Il Tavcar è sempre una garanzia.
Prima o poi colmerò la lacuna anche se già sul blog la sua verve polemica è divertentissima.
Poi,su certe considerazioni ruppiane,rimango della mia idea:una schiacciata di Doctor J appartiene all'arte pop,il circo è altro.

Non sono d'accordo sullo stilare classifiche di preferenza sulla letteratura sportiva.
L'argomento è troppo vasto e dispersivo.
Per dire,riferendomi al pezzo di Tani,il baseball ha prodotto una quantità impressionante di romanzi e di testi.
Ma noi,in Europa,non li abbiamo mai letti.
E sulla boxe,il basket("Loose balls",per me numero uno..).
Nei riguardi di Brera ho altri gusti:"Coppi e il diavolo" è una delle migliori novelle della letteratura italiana del Novecento.
"Storia critica del calcio italiano" non regge al confronto.
Sto leggendo "Storia della corsa" di Thor Gotaas:mi sembra un must assoluto.

@Dane:il Giuàn era bipolare.
Scrittore prestato al giornalismo,gaddiano ma nazionalpopolare.
Un talento,strepitoso,che ha inventato un nuovo linguaggio nel settore.
Il resto era esibizionismo da primo della classe.
Il brerismo da barricata,cialtrone il giusto,prevedeva un bersaglio famoso e il divampare delle polemiche a doc.
Non gli perdonerò mai due scelte "etiche".
L'aver abbandonato la pedivella e l'atletica per la gloria e gli sghei(tanti e subito)della pallonara.
Le idee vagamente volkisch,preleghiste,che scaturivano da certe argomentazioni.
Quest'ultima ossessione,unita al presenzialismo che prevedeva sempre un'opinione certa(ah,il silenzio..)lo coprirono di ridicolo in alcuni frangenti.
Il punto più basso fu toccato al Giro d'Italia 1968.

Italo Muti ha detto...

@Simone

Anche il crepuscolo breriano fi molto sartriano. il massimo ai tempi del Guerin Sportivo fine 60 inizio 70, con la guerra che divampò poi a Milano, Rivera, Buticchi, Giagnoni... vissuti in diretta, altri tempi, con il divampare dell'arancia meccanica mai digerita dal Gioann. Riguardavo ieri sera proprio le imprese olandesi, Olanda-Argentina 4-0 e Ajax-Bayern 4-0 coppa campioni 1973. ALtro livello, da sogno omerico e maledetto.
Massinissa a Virdis una chicca. Oggi si chiederebbero se gioca ancora......Massinissa.

Italo

transumante ha detto...

ecco, si critichi brera quanto si vuole, pero' ricordiamoci che oggi abbiamo severgnini e sconcerti

quanto a tavcar, colgo la palla al balzo
mai viste le sue telecronache o letto suoi libri, ogni tanto passo sul suo blog

lo trovo piacevole, francorossiano nel cercare attenzione con le sue sparate
il problema e' che poi alcuni prendono alla lettera, e si ritrovano a dire che l'NBA fa schifo, che conta solo l'attacco, che teodosic e' il miglior play del mondo, ecc

Simone ha detto...

@Italo:l'ultimo filmato dell'Ajax di Johann che ho visto era la finale di Coppa contro l'Inter.
Impressionante.
Facevano melina davanti alla porta degli avversari.
Meravigliosamente arroganti.

@Transumante:yes,I agree with you.

daniele ha detto...

@Transumante: non sai cosa ti sei perso. Le Coppe Campioni degli anni '80 col suo commento vanno oltre il bene ed il male...

Argomento NBA: Tavcar ha spiegato nel suo blog di sentirsi verso l'NBA come un'amante tradito dalla degenerazione del gioco più bello ed intelligente del mondo in pseudo-salto in alto con la palla. Chiaramente lui estremizza, ma il fondo di verità penso lo riconosca chiunque.

Ricordo inoltre 2 cose:
1. Morto il campionato yugoslavo a fine anni '80, negli anni '90 Tavcar commentò moltissime partite NBA senza che trasparisse il minimo disprezzo, al di là delle sue solite battute sui giocatori più scarsi.
2. La chiave di volta io la vedo nelle Olimpiadi del 2000 e nell'atteggiamento dell'allora team USA, che lo fece imbestialire, soporattutto nella semifinale con la Lituania.
L'anno dopo Telecapodistria trasmise ancora NBA, ma "casualmente" il commento venne spesso fatto da altri.

transumante ha detto...

daniele: capisco, ma allora dovrebbe sentirsi tradito anche dal basket fiba. L'80% delle squadre non fa neanche salto in alto, muove la palla sul perimetro e tira da 3, finita li'

si dice che bargnani ne faccia venti in regular season perche' li' non si difende, poi arriva in europa e ne fa venti lo stesso...

Dane ha detto...

@Simone: al di là di tutto, non credo che l'autore intendesse fare classifiche ma solo esternare preferenze personali.
Su Brera siamo d'accordo su tutto (dalle idee volkisch all'esibizionismo parruccone...), preciso che io non intendo negare i suoi meriti (come quello di avere inventato "una lingua che conosce e capisce solo lui", copyright by Montanelli, ammesso che sia un pregio) ma solo chiarire che un certo barricaderismo cialtrone di pragmatica (il biscardismo nacque con lui...) era figlio anche di una scarsa conoscenza della materia: si faceva cantore di argomenti di cui capiva spesso poco (morì convinto che l'Italia di Bearzot vinse il Mondiale seguendo i suoi dettami, si sarebbe portato Pruzzo come numero 10 riserva di Antognoni, fu il suggeritore del Franco Baresi mediano, etc...) o che non esistevano (Rivera e Bulgarelli mezzi giocatori...), difatti non si contano le retromarce a cui fu costretto (vedi Rivera) anche se non le ricorda mai nessuno.
Niente di male per carità, in fondo successe anche a Omero: cantore della confindustria dell'epoca, altro stratega che capì quali argomenti sarebbero stati più monetizzabili...
Il Fato lo ha punito con una travisazione dei suoi pensieri da parte dei suoi stessi seguaci vedi la leggenda che non gli piacessero i fantasisti, cosa smentita dalla sua ammirazione per Maradona che chiamava "il Divino Aborto" (e pochi soprannomi furono più geniali)...

p.s.: sul Giro del 68 meglio non mi esprima o finisco nei guai...

@Transumante: la provocazione è una forma retorica in atto dai tempi degli antichi greci. Il problema è appunto di chi non la capisce e prende alla lettera certe iperboli e alcuni paradossi.
Sta storia dell'NBA che fa schifo comincia a diventare ridicola, soprattutto per chi ne fa uso. Come ha detto Simone una schiacciata di Doctor J è pura arte pop, come un disco di Michael Jackson. Che farà storcere il naso ai parrucconi con giacca di velluto marrone e occhiali in bachelite nera, ma piaccia o non piaccia è un fatto che la tecnica canora di Michael Jackson sia superiore a quelle di Bob Dylan e Janis Joplin messi assieme...

@Italo: sì, bèh, minchiate come quelle ne spara quotidianamente anche Pellegatti, ed anche più belle eh?!... :-P

Simone ha detto...

@Daniele,Transumante:infatti nel circo Barnum,oltre ai leoni che saltano nel cerchio infuocato,ci sono gli stand con i cecchini improvvisati che sparacchiano al bersaglio per vincere un pupazzo.
Però una schiacciata con infrazione di passi può essere sanzionata.
I tiri ignoranti purtroppo no.
Ieri sera,tra un set e l'altro della sfida Penna-Masha,ho guardato il primo tempo di Francia-Germania.
Un ciapanò di proporzioni epiche.
Penso a Tavcar di fronte ai blues:potenziale atomico,esecuzioni discutibili.
A me divertono tantissimo perchè sono illogici:basta non allenarli,roba da psicoanalisi.
Il duo Noah-Diaw è come lo ying e lo yang.
Uno è ciò che non è l'altro.
Il centro dei Bulls è scarso tecnicamente ma è durissimo fisicamente e mentalmente,rodmanesco.
Boris ha un talento,mani e poliedricità,straordinario.
Purtroppo è sempre sovrappeso e di una pigrizia,agonistica,oblomoviana.
Uno spasso.

@Dane:ho idea che,oltre lo sterco del diavolo,proprio quei giudizi espressi durante il Giro 1968 lo abbiano allontanato dal ciclismo.
Infatti,le poche volte che riscriveva di pedivella,continuava freudianamente a sostenere la sua tesi.
Sbagliata.

Per me il Doc dell'Aba aveva questa voce.

http://youtu.be/kcP2duIRT2c

Brividi,ogni volta.

Dane ha detto...

@Simone: ah, sì, sì, ma infatti non intendevo paragonare Doctor J a Jackson stilisticamente, era solo un parallelo limitatamente alla categoria artistica.
D'accordo sulla tua metafora musicale, poi io personalmente il Sole dell'Aba l'ho sempre immaginato con questa voce: http://www.youtube.com/watch?v=ubvYQxTXO3U

p.s.: canzone che poi con Michael Jordan sarebbe diventata: http://www.youtube.com/watch?v=jy_DroFRGJ4&feature=related#t=0m30s

daniele ha detto...

@Transumante: resta il 20% che da quanto capisca io sono le squadre che giocano il basket più vicino a quello che lui vorrebbe vedere. Intendo le squadre da final-four Eurolega o giù di lì.

Vi assicuro poi che Doctor J è stato uno dei giocatori preferiti in assoluto di Tavcar. L'ho ha lasciato intendere in + di una telecronaca.
L'NBA che odia è quella dell'ultimo decennio e in questo c'entrano anche gli atteggiamenti di molte delle attuali star.

Silvano65 ha detto...

Io ho ancora un ricordo indelebile della Jugoplastika Spalato a Milano, Coppa Campioni edizione 1989/90. Tutto l'allora Palatrussardi in piedi ad applaudire. C'é una cosa che non ho mai compreso del tutto: la superiorità oggettiva degli slavi nella pallacanestro europea (con qualche eccezione greca e italica) da cosa deriva?

GIORDANO ha detto...

Non capisco questa smania di stabilire con esattezza, bilancia alla mano, meriti e difetti di chiunque.
Leggere Brera, da ragazzini, era estremamente piacevole, come ascoltare le telecronache di Tavcar qualche anno dopo.
Che si fosse o meno d’accordo con quello che scrivevano o dicevano.
Tutto li.

tiziamal ha detto...

@silvano
e se ci pensiamo bene si potrebbe allargare il discorso(non con la superiorità marcata della pallacanestro ma comunque con una tradizione di risultati ai vertici si)anche agli altri giochi con"la palla in mano":pallanuoto,pallamano e (in misura leggermente minore)volley

Krug ha detto...

Porto il mio mattoncino alla ricerca delle motivazione della superiorità oggettiva degli (ex-)jugoslavi.

Sono più alti dei latini e sono più flessuosi dei germani, hanno un sistema scolastico che dedica tantissima attenzione allo sport che favorisce la creazione di atleti prima che di giocatori, hanno ottimi allenatori, hanno dei campionati monetariamente poveri che costringono gli atleti di punta a migrare all'estero lasciando così spazio a giovanissimi che si trovano a giocare da titolari non ancora maggiorenni o quasi (Tanjevic a chi gli chiedeva coma mai avesse iniziato ad allenare a 24 anni rispose che a 24 anni in Jugoslavia un giocatore era vecchio, o era esploso e quindi era migrato in un campionato occidentale oppure gli si preferiva un giovane che sarebbe potuto esplodere e migrare all'estero portando soldi in cassa alla propria società). C'è anche chi dice che gli jugoslavi riescono bene negli sport di squadra perchè vi vedono una riproposizione delle guerre... A me sembra 'na grandissima cazzata sparata...

Dane ha detto...

Quoto tutto Krug, compresa la chiosa finale: se così fosse quei guerrafondai genetici dei tedeschi dominerebbero in tutti gli sport di squadra, dal Baseball al Cricket...

Simone ha detto...

@Silvano65:quoto ciò che hanno scritto Tiziamal e Krug,nient'altro da aggiungere.
Nella parte dell'avvocato del diavolo aggiungo due parole.
Boris Stankovic.
Vai sul Muro e agganciati a uno scritto che proponevo due giorni fa.
Qualitativamente,se facciamo una proporzione sulla popolazione,il movimento lituano è superiore anche a quello slavo.

@Dane:pensa,in fatto di similitudini militari,cosa dovrebbe combinare Israele...

Dane ha detto...

"Qualitativamente,se facciamo una proporzione sulla popolazione,il movimento lituano è superiore anche a quello slavo."

A livello di percentuali numeriche (dove l'Uruguay nel calcio starccia il Brasile...) sì, poi entrano in gioco altri fattori.....

"@Dane:pensa,in fatto di similitudini militari,cosa dovrebbe combinare Israele..."

Ah ah ah!!!..... :-D
Vabbè, ma gli israeliani sono meno guerrafondai dei tedeschi... ;-)
Però certo, seguendo quella bislacca teoria il catenaccio del calcio avrebbe dovuto inventarlo un allenatore del Tel Aviv!... :-P

Simone ha detto...

@Dane:nella pallonara avrebbero più corrispondenze con il calcio totale(e in effetti l'Ajax..).
Ma mi fermo qui perchè entriamo in un territorio minato.

Infatti l'Uruguay e l'Argentina hanno scuole calcistiche superiori rispetto al Brasile che,grazie anche al fascino esercitato dai suoi campioni,ha un immaginario più potente.
E ha avuto lo Stankovic della pedata.

Italo Muti ha detto...

@Simone e Dane

Hanno l'imprimatur del calcio segreto.......

I tedeschi hanno la guerra dentro, solo che lo fanno in maniera palese...."non posso ascoltare Wagner per oltre 10 minuti...semto già l'impulso di invadere la Polonia" (cit.)

Italo

lorenzozanirato ha detto...

Pure gli esportatori di democrazia in tutto il mondo che fanno la guerra indefessamente IN TERRITORIO ALTRUI dal 41 a questa parte dovrebbero dominare gli sport di squadra..

Dane ha detto...

Simone, i dirigenti però possono indirizzare qualche vittoria ma non determinare una scuola, su.....