di Simone Basso
I coriandoli all'O2 Arena festeggiano la fine della stagione agonistica, almeno quella che conta, con buona pace dei benpensanti che si ostinano a vibrare per la Davis... Vince, per la sesta volta, il Mago Merlino: un bel crepuscolo il suo, nobile come nessuno prima di lui o quasi; difatti ci vengono in mente solo Connors, Sampras e Agassi nella categoria specifica. L'elvetico, bontà sua, continua imperterrito ad affastellare primati: la centesima finale, il settantesimo trionfo, sorpassa due Grandi (Ivan il Terribile e Pistol Pete) nel palmarès dei Masters vinti e lo fa da vincitore più vecchio di sempre (sic) del torneo. Intanto il tempo se ne va e l'impressione è che uno così, neoclassico nei gesti, postmoderno nelle dinamiche, difficilmente lo rivedremo ancora.
Una riflessione malinconica al termine di un'annata storica, la prima che annuncia l'epilogo del duopolio che ha retto l'Atp nell'ultimo lustro. Concluso ufficiosamente da Novak Djokovic, nuovo numero uno mondiale, con un filotto trionfale. Il dato più impressionante, che ha degenerato paragoni imbarazzanti per chi li proponeva, è stata la superiorità del serbo fino alla finalissima di Wimbledon. Solo un Federer in versione Gesù Cristo con racchetta, nella semi al Roland Garros, gli ha impedito un incredibile Grand Slam stagionale. Proprio quella partita, uno scontro tra idee parallele (ma difficilmente convergenti) di tennis, è stato lo zenith del 2011. Quei quattro set favolosi sono accumulabili al colpo dell'anno, ovvero il diritto ignorante (sul matchpoint!) che ha ribaltato un'altra sfida tra Roger e Nole, due mesi dopo agli Us Open.
Eppure l'undici è vissuto soprattutto sulla nolite di Rafa Nadal, preso ripetutamente a schiaffi da RoboNole in uno scenario inconsueto per l'iberico. Infatti il manacorino non aveva mai perso da un rivale sulla corsa e la tenuta alla distanza, cioè le armi letali del suo interregno. L'oroscopo dell'anno che verrà dipenderà innanzitutto dalle condizioni del minotauro spagnolo, l'ago della bilancia nei rapporti di forza tra i migliori. Ci si aspetta uno scarto, un miglioramento tattico e un rinsavimento atletico, altrimenti i troppi nadalicidi degli ultimi mesi, compreso il bagel londinese ad opera di Federer, potrebbero trasformarsi in un Requiem alla carriera.
Ha fatto specie osservare gli esponenti più in vista del cybertennis nello scampolo autunnale: l'evidenza la ribadiamo da qualche anno ma è ormai attualità stretta. Pare che, con l'eccezione del solito noto da Basilea, sia diventata più importante la benzina (super) rispetto alla cilindrata tecnica dei soggetti. Un assunto che avrebbe potuto essere confermato dalla Wada se, per problemi finanziari, quei lazzaroni non avessero alzato bandiera bianca di fronte alla ricerca dei ftalati nel sangue. L'omologazione delle superfici e i nuovi materiali hanno appiattito le differenze stilistiche, sterilizzando il gioco. Quasi tutti i top player contemporanei vivono e muoiono sul ritmo e la profondità dei colpi: il punto è che difficilmente ci si abitua alla visione dei Djoker e Nadalito novembrini, fuori fase e corti. In poche parole, imbarazzanti.
I tre Slam di Spazzola sono l'emblema di un tennis monodico, gerarchico per scelte ambientali e politiche. Che, inchinandosi a strategie procteriane, ha relegato in un angolo fantasia e tradizione.
L'ultima esibizione indoor tra Rogi e Alì Tsonga è vissuta nell'atipicità (..) del tennis praticato dai due. Entrambi attaccanti, di fioretto l'elvetico, di spada il francese, hanno compilato cinquantasei discese a rete in un due su tre velocissimo. Quest'estate, sulla terba dell'All England Club, un evo fa riserva indiana del gioco offensivo, Djokovic e Nadal ne hanno totalizzate trentacinque (Rafa solo nove!). In quattro set eterni (..) e quasi mai utilizzando il classico serve and volley.
La serializzazione è il latte plus del 2011 fenomenale di Nole: 70-6 il record definitivo del campione belgradese. Per caratteristiche comparabile al Lendl del biennio 1985-86 (158-13): uno che con le regole d'ingaggio attuali avrebbe vinto ancora di più. Dei super quantitativi non si può ignorare il migliore, cioè Bjorn Borg; lo svedese nelle edizioni 1979-80 mise assieme numeri impressionanti (154-12), coadiuvati da una possibilità sfumata di Grande Slam. Furono McEnroe e le condizioni ambientali di Flushing Meadows (simili a una Davis) ad impedirgli di succedere a Rod Laver, l'unico bipede che fece il poker dei major durante l'era open (1969). Il 1974 di Jimbo Connors (93-4) ha il rimpianto della vertenza di Team Tennis con i dirigenti francesi, che lo esclusero dallo Slam sul rosso. La striscia primaverile di Djoko lo ha affiancato statisticamente al Macca doc, senza ombra di dubbio l'atleta che, con Red Rocket e Fedexpress, è stato sinonimo di massima qualità tennistica. Ci riferiamo al mitologico 1984 di SuperBrat, un 82-3 che ebbe il giorno più lungo nella finale parigina con Lendl, persa al quinto, il rammarico di un'intera carriera. Sempre sulla terra della capitale Bleus si infransero i sogni di Grande Slam di Federer, che pensiamo ricordi ancora benissimo le dieci (!) opportunità mancate per breakkare Nadal nel primo parziale della finale 2007. Federerissimo, gli anni prima, regalò un triennio apocalittico alla concorrenza dal 2004 al 2006: 74-6, 81-4 e 92-5... E con l'asterisco della sconfitta alle Atp Finals '05 con Nalbandian, giocate praticamente su una gamba sola.
Il futuro prossimo? Mentre Djokovic toccherà metalli di ogni tipo, non crediamo che il serbo avrà il destino plumbeo del Wilander 1989, svuotato dopo un ottantotto da mammasantissima. Anche perchè insidiare la vetta, visto il tono muscolare richiesto, è diventato sempre più arduo; soprattutto per i giovinastri. Ci aspettiamo (o ci auguriamo) il ritorno definitivo di Pennellone Del Potro, l'unico outsider con lo chassis giusto per impensierire la cosiddetta Banda dei Quattro (quindi pure Godot Murray...). Dei bimbi il più lesto ci pare Bernardo Tomic, agonista dotato di braccio e testa (calda).
Continueremo a sperare in Dimitrov, più che altro per ragioni estetiche (dispone di rovescio non bimane..), mentre attendiamo Harrison, Raonic e Nishikori a livelli maggiormente consoni alla loro classe. Di sicuro, rispetto alla decadente Wta, l'Atipì non può vantare una Petra Kvitova, potenziale dominatrice di domani. Ma ci consoleremo già da Gennaio con le prime sfide: l'inverno del tennis, grazie agli Aussie Open alle porte, dura pochissimo.
Simone Basso (2 dicembre 2011)
15 commenti:
ottimo comme d'hab
hai praticamente detto tutto. mi godo gli ultimi scampoli di rogerio nella speranza che gli organizzatori cambino direzione.
@Magister
cosa vuoi che dica? ;))))
L'arte del tennsi è roba da artigiani, l'hanno voluta taylorizzare, e il decadimento qualitativo, è sotto gli occhi di tutti.
Federer è l'ultimo talentuoso con mezzi moderni. Sarebbe interessanti vederli giocare con le racchette di Macca o quelle di Muscle.......
hic manebimus optime
Italo
Purtroppo il tennis non ha mai fatto davvero niente per combattere il doping...cosa strutturalmente impossibile, al di là delle procedure, visto che l'ATP non è una federazione come ad esempio la FIFA, ma il sindacato dei giocatori...questo per dire che Federer è ancora più grande di quello che sembra.
Mi permetto di non essere d'accordo con l'articolo.
Borg è stato il primo tennista vincente che praticava tennis fisico da fondocampo (una volta si chiamava pallettaro) e mai andava a rete. Dopo di lui Wilander, Lendel, Vilas, Gerulaitis ..... tutti pallettari di successo che la rete la vedevano solo per strigere la mano. Poi è arrivato Agassi e li c'è stato il colpo di grazia! I pallettari son diventati improvvisamente attaccanti da fondocampo, un po come le ripartenze di sacchiana memoria. Han proliferato giocatoracci del livello di Courier, Muster e compagnia. Tranne pochissime eccezioni Sampras ed Edberg il tennis recente (prima di Federer intendo) di spettacolare non ha prodotto quasi nulla.
Dell'articolo non capisco perchè tra i grandi talenti del tennis non si cita Edberg (un federer tennisticamente più elegante) e Cash (un erbivoro dal tennis d'altri tempi). In tempi più recenti ('90) gente come Rafter meriterebbe almeno una citazione.
Mi permetto di non essere d'accordo con l'articolo.
Borg è stato il primo tennista vincente che praticava tennis fisico da fondocampo (una volta si chiamava pallettaro) e mai andava a rete. Dopo di lui Wilander, Lendel, Vilas, Gerulaitis ..... tutti pallettari di successo che la rete la vedevano solo per strigere la mano. Poi è arrivato Agassi e li c'è stato il colpo di grazia! I pallettari son diventati improvvisamente attaccanti da fondocampo, un po come le ripartenze di sacchiana memoria. Han proliferato giocatoracci del livello di Courier, Muster e compagnia. Tranne pochissime eccezioni Sampras ed Edberg il tennis recente (prima di Federer intendo) di spettacolare non ha prodotto quasi nulla.
Dell'articolo non capisco perchè tra i grandi talenti del tennis non si cita Edberg (un federer tennisticamente più elegante) e Cash (un erbivoro dal tennis d'altri tempi). In tempi più recenti ('90) gente come Rafter meriterebbe almeno una citazione.
Concludento il mio commento direi che i cybergiocatori Nole e Rafa non sono altro che la naturale evoluzione (peggiorativa), nel corso degli ultimi 30 anni, dei Borg, Lendel e Agassi.
@Spike:danke!
Penso che Melbourne sarà fondamentale.
Perchè,tranne forse Nadal,tutti devono partire a mille per confermare qualcosa del 2011.
@Italo:bello il riferimento al taylorismo.
Laver,amabilissimo,sostiene che Mago Merlino avrebbe fatto onde in ogni epoca.
@Stefano Olivari:infatti è apparentemente una situazione senza vie di uscita.
E dire che basterebbe poco:qualche controllo sanitario serio e una riforma progressiva dei materiali e delle superfici.
@Cesare:a volte "Polvere lunare",sempre meno frequentemente,è una rubrica di attualità.
Non vorrei ripetere a iosa sempre gli stessi concetti.
Li scrissi,per esempio,in occasione del bis di Nadal a Wimbledon.
Gerulaitis nel gruppetto dei regolaristi non si può leggere.
Vitas era un esponente di alto livello del tennis offensivo.
La semifinale di Wimby 1977,tra lui e l'Orso,è un eccellente incontro-scontro tra stili opposti.
Forse una delle partite più belle di sempre.
Se raccontiamo di panda australiani da serve and volley,Rafter era mooolto meglio di Cash.
Anche perchè vinse in un'epoca successiva all'altro Pat.
La qualità tennistica di quei tre non ha eguali.
Tuttofare al massimo livello.
Servizio,risposta,volèe,passante(in pochi,ricordando McEnroe,citano i suoi colpi-strepitosi-difensivi),diritto,rovescio,clutch.Edberg,giocatore favoloso,sulla sua parte destra,da fondo campo,non era granchè...
Poi,se aveva anche il diritto,nei dì benedetti dagli Dei,era quello della finale contro Courier allo Us Open 1991.
Uno spettacolo.
Ma,ribadisco,non valeva la Triade dell'era "aperta".
Grande Simone, ti quoto in tutto e per tutto e quoto pure il Diretur quando dice che Rogerio e' ancora piu' grande di quanto sembra visto che a Novembre ancora bastona giovanotti che nonostante uova o pause di 50 giorni arrivano al torneo piu' importante degli ultimi 4 mesi (un terzo !) di calendario con la lingua di fuori e senza possibilita' di salvarsi se non contro gente del calibro di un Fish rotto.
Nelle 3 partite in 3 domeniche tra Federer e Tsonga ci sono stati game durati 1 minuto, 1 minuto e 2 secondi. Partite in 3 set della durata di un'ora e mezza. In questa dimensione, The Genius e' di un altro pianeta. Djokovic o Nadal 1 minuto e 02 lo perdono tra un punto e l'altro.
A Cesare, mi citi Edberg e non mi citi Bum Bum ? Vatti a vedere la finale del Master contro Sampras.. una delle partite piu' qualitativamente e tennisticamente alte che io personalmente abbia mai visto. Vette che Stefan, credo, non abbia mai toccato se non in una partita.
@Lorenzo Zanirato:merci!
La rivalità Becker-Edberg è stata,dal punto di vista estetico,una delle più appaganti della storia del tennis.
Un Rosewall-Laver moderno o un Navratilova-Mandlikova maschile.
Boris aveva un(piccolo)margine di vantaggio nella contesa,nello scontro di caratteristiche,ma Stefan vinse due volte su tre nelle finali che più contavano.
A Wimbledon.
Yep,quel Sampras-Becker fu una meraviglia.
Il Masters più volte ha ospitato incontri leggendari.
Per esempio un Gerulaitis-Lendl che Ivan ribaltò dopo aver annullato,nel terzo set,un matchpoint di Vitas(1981).
Atroce invece,per il ceco,il gioco decisivo(..)di un match epico contro Becker(1988).
Fu incredibile anche il tiebreak di una semi tra Federer e Safin nel 2004.
la cosa buffa è che la stagione più negativa di Federer da 9 anni a questa parte conta una finale al Roland Garros (raggiunta grazia a semifinale pazzesca più volte ricordata) una quasi finale agli us open e un master dominato dal primo all'ultimo 15. quale giocatore mai potrà vantare un worst year a questi livelli?
i segnali dall'alto (ATP) ci fanno presagire che niente cambierà ne a livello di antidoping ne a livello di alcune modifiche regolamentari sempre più necessarie (perdite di tempo eccessive tra un punto e l'altro, medical time out ecc..)
il 2013 sarà l'anno zero in cui questo sport si trasformerà definitivamente in un'altra cosa..già al Master si è visto chiaramente come si giochino già adesso due sport diversi..staremo a vedere
su Tomic scommetto anche io. colpi piatti ottimo timing e caratterino niente male..
il 1984 me Macca non si batte
ciao Simò
"quale giocatore mai potrà vantare un worst year a questi livelli?"
Beh Zoleddu, se è per questo Nadal che sembra a sentire tutti che sia il grande deluso/sconfitto dell'anno ha vinto il Roland Garros, ha fatto finale agli Us Open e Wimbledon, sta per vincere la Coppa Davis, più la solita (o quasi)campagna di conquista sulla terra rossa.
altro che il Master (il torneo più pubblicitario dell'anno)......
hai ragione Ricca ma infatti nessuno ha detto che questa è la peggiore stagione di nadal (che fino a prova contari ha ancora 5 anni di carriera) rimane il fatto che ha perso 6 finali (2 slam e 4 master 1000 )contro il serbo che gioca come lui solo che tira un po' più forte..dici che risentirà di questo psicologicamente?
non so che significhi "toneo pubblicitario" di sicuro se guardiamo l'albo d'oro (a parte l'edizione 98) non manca nessuno dei Grandissimi (tra gli Slam alla pari solo gli Us open)
non è un caso che federer stia sempre bene a fine stagione al contrario dei suoi colleghi..
"non so che significhi "toneo pubblicitario" di sicuro"
significa che ha molta più rilevanza commerciale che tecnica nonostante il fatto che coinvolga i primi 8, e il fatto che lo vinca Federer non è che lo trasformi magicamente in qualcosa che non è.
è più un'esibizione che altro....
@Zoleddu:concordo,uno è ancora un gioco,l'altro è uno sport.
Assistendo ai tornei giovanili ci si rende conto che,tra non molto,l'interpretazione muscolare diventerà il verbo assoluto.
Oltre ai citati,il Pistol Pete dei primi mesi del 1994 era in uno stato di grazia raro...
@Ricca:in questa ottica è tutto soggettivo.
Accenni a temi tecnici per gli Slam,ma a volte il tabellone di certe teste di serie,fino ai quarti,vale un 500 o addirittura un 250.
Quindi è una questione atletica,non di qualità tennistica.
Però un campione quantitativo come Ivan Lendl fece nove(!)finali consecutive al Masters.
Il Pennellone del primo set e mezzo di questo pomeriggio,a Siviglia,promette bene.
Sperèm...
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