Maniacalità di Tex

di Stefano Olivari
Rispondendo alla curiosità di molti, anzi di pochi, facciamo un po' di chiarezza su uno degli argomenti su cui siamo più preparati. Vale a dire Tex, il fumetto più amato dagli italiani di una certa età e di un certo sesso (mai vista una donna leggerlo, a meno che l'alternativa fossero le Pagine Gialle). Il primo Tex nasce nel 1948, per opera delle due firme storiche: Gianluigi Bonelli (il padre dell'editore Sergio, recentemente scomparso) ai testi a Aurelio 'Galep' Galleppini ai disegni. Il prezzo del numero 1, 'Il Totem misterioso' nel mitico e all'epoca molto diffuso formato a striscia, è di 15 lire, con uscita settimanale. Si va avanti così fino al 1952, quando in un formato ad albo vengono ristampate con cadenza quindicinale le strisce già editate a partire dal 1948, con prezzo variabile (da 30 a 50 lire). Nel 1954 inizia un altro giro di ristampe, in un formato 'Gigante' molto simile a quello della serie originale attuale: in totale 29 albi.
Non entriamo nel merito di edizioni particolari e riciclaggi di fondi di magazzino, arrivando al 1958: con il titolo che tutti ricordiamo, 'La mano rossa', esce al prezzo di 200 lire il numero 1 di quella che può essere considerata al tempo stesso la seconda serie Gigante ma anche l'inizio della serie originale (all'epoca non originale, visto che si trattava sempre di ristampe) che è arrivata fino ai giorni nostri con 'I valorosi di Fort Kearny', il numero 617 acquistato in edicola proprio settimana scorsa. In tutto questo delirio di ristampe proseguiva intanto la serie a strisce, che si è interrotta solo nel 1967 a quota 937 strisce. Tutto poi, ovviamente, riassorbito dal progredire della serie Gigante. Il 1968 è per noi importante come anno in cui sulla serie classica sono iniziate le storie originali (a partire dal numero 96) e non più quelle già pubblicate sulle strisce. Non entriamo nemmeno nella discussione sugli albi spillati e sulle edizioni post-censura (correggendo anche una semplice spalla nuda, che non avrebbe turbato neppure un ergastolano), oltre il maniacale anche per i nostri parametri. E arriviamo ai prezzi, limitandoci alla serie che ora consideriamo originale (la seconda serie Gigante, come detto partita come ristampa). Le strisce dal 1948 al 1952 possono, per dare un'idea, tranquillamente raggiungere i 10mila euro, così come in zona 5mila si arriva con i primi numeri della serie Gigante, ma ci sono in giro troppo pochi pezzi perché si possa parlare di un vero mercato. Di sicuro la soffitta del nonno appena deceduto può essere piena di sorprese, state attenti a buttare via con leggerezza vecchi fumetti. Ma dicevamo della serie arrivata ai giorni nostri, il cui primo numero nella versione non censurata vale più di 2mila euro. Più si va avanti più il prezzo cala, mantenendosi in zona 100 euro fino a quasi il numero 50 ma con sbalzi a seconda di errori e correzioni che impressionerebbero anche un collezionista di francobolli. Inutile considerare un patrimonio le ristampe più recenti, dalla 'Tre Stelle' a quella molto ben fatta e a colori uscita con Repubblica, passando per la plastificata TuttoTex: valgono poco più (in certi casi meno) del prezzo di copertina. Concludendo? Non abbiamo il feticismo dell'edizione originale, non siamo Umberto Eco e nemmeno Marcello Dell'Utri, secondo noi il vero collezionista è quello che vuole avere tutte le storie nello stesso formato perchè ama leggerle e non per fare lo sborone con altri collezionisti. In altre parole, ci piace discutere di Yama o di Proteus, ma non di quella particolare rilegatura.


Twitter @StefanoOlivari

22 commenti:

Unknown ha detto...

Grande direttore! La passione per Tex mi è stata trasmessa per via paterna (pure io non ho mai visto una donna leggere le avventure del Ranger...), ma non mi definisco un collezionista perché i numeri che ho (più di 500, a occhio) sono Giganti, Tre stelle, TuttoTex e Nuove ristampe mischiate allegramente, e cialtronamente, insieme. In ogni caso non vorrei mai abbandonare i miei Tex, i cui vecchi numeri rileggo sempre divertendomi come se fosse la prima volta, per cui delle quotazioni m'importa poco.
A questo punto, però, le faccio qualche domanda: 1) sceneggiatore preferito? 2) Storia del cuore? 3) Pard preferito? 4) Nemico storico più amato? 5) Disegnatore migliore?

JCaffelatte ha detto...

Rispondo anch'io:

1) Sergio Bonelli alias Giudo Nolitta

2) I ribelli del canada

3) Kit Carson il "vecchio cammello"

4) El Muerto

5) Civitelli

Stefano Olivari ha detto...

@Edo14: 1) Mauro Boselli (non sempre il passato è meglio, quindi); 2) Mi piacciono tutte quelle con richiami alla guerra di Secessione, al top rimane il trittico Tra due bandiere (113), Quando tuona il cannone (114) e Tramonto Rosso (115); 3) Tiger, per molti aspetti più texiano di Tex; 4) Fra i personaggi ricorrenti Proteus, fra quelli 'one shot' El Muerto; 5) E' la risposta più difficile, perchè per alcuni 'migliore' significa più vicino all'ortodossia galleppiana mentre per altri significa una imprecisata 'autorialità'. Mio gusto personale: Claudio Villa.

Unknown ha detto...

1) Boselli è bravissimo, certe sue storie sono da leggenda (Gli Invincibili su tutte), però il suo Tex manca di ironia e i siparietti con Carson non ci sono. Gli preferisco il primo Nizzi, strepitoso.
2) Gli invincibili la amo tantissimo per via dei richiami irlandesi, ma la storia che forse mi piace di più (per com'è svolta, per ciò che succede, per il colpo di scena finale" è Fuga da Anderville.
3) Kit Carson toda la vida.
4) La Tigre Nera.
5) Ticci e Civitelli.

raimondo ha detto...

mi permetto di sottolineare la bravura di Claudio Nizzi sceneggiatore che preferisco a Boselli in quanto, più "classico", vero erede di Gian Luigi Bonelli. Lo preferisco a Boselli in quanto quest'ultimo ha la pretesa di costruire storie correttamente collocate nella Storia (mentre preferisco le storie più "metafisiche", dove ci sono in ballo questioni più generalmente "umane", un pò come in Barks in paperino); inoltre Boselli non riesce ad evitare in ogni sua storia il momento in cui i pards si "auto-incensano" (quanto siamo bravi e forti).
I nuovi disegnatori sono bravissimi quasi tutti.
Grazie
Raimondo
Lunga vita a Tex

raimondo ha detto...

1) Nizzi; 2) strage di red hill (431), polizia a cavallo (432), due pistole per jason (433), assalto al forte (434), il prezzo della vittoria (435)- Nolitta/Giolitti-Ticci
3)Kit Carson 4)Mefisto, per affetto "d'infanzia" 5)Ticci

Cuore di Tenebra ha detto...

Dopo rapida consultazione dei miei 400 numeri originali (:-P), che mi sono "procurato" anche in digitale onde conservarli meglio:
1) G.L. Bonelli e Nizzi
2) La cella della morte
3) Il vecchio cammello, claro!
4) Un vero texiano non può non rispondere Mefisto ;-)
5) A parte il mitico Galep, Letteri e Ticci

Stefano Olivari ha detto...

@Edo14: il primo Nizzi piace anche a me, per la scrittura, ma le sceneggiature sono un po' stereotipate; @JCCaffelatte: incredibile come El Muerto ce lo ricordiamo tutti nonostante abbia ballato per due soli numeri, un personaggio così carico lo si è visto raramente (merito di Sergio Bonelli, un vero genio che sono orgoglioso di avere ascoltato dal vivo in tante manifestazioni); @Raimondo: il nostro giudizio su Nizzi dipende inevitabilmente da cosa ci aspettiamo da Tex: sempre uguale a se stesso o con una evoluzione almeno psicologica? @Cuoreditenebra: Mefisto e lo stesso Yama sono grandi personaggi un po' sprecati, potevano fare di più...

Cuore di Tenebra ha detto...

@Stefano: Il figlio di Mefisto, I quattro Amuleti, Magia Nera, Il veliero maledetto - sceneggiatura G.L. Bonelli, disegni Galep - ad esempio sono quattro dei migliori numeri che ricordi. Evviva gli sprechi... :-)

Cuore di Tenebra ha detto...

E non vogliamo metterci una domanda sui personaggi di contorno preferiti? A me, ad esempio, garbava di molto El Morisco :-)

Stefano Olivari ha detto...

Con El Morisco si volava alto, un grande vero... ma a me è sempre piaciuto più di tutti Montales, per questo suo volersi sporcare le mani con la politica (nel Messico di Benito Juarez, anche se, cito a memoria, Juarez non viene mai nominato) dando concretezza ai suoi ideali...comparso sulla scena praticamente insieme a Mefisto, fra l'altro...

Cuore di Tenebra ha detto...

@Stefano: Il ritorno di Montales è un altro dei miei albi preferiti :-)

spike ha detto...

tex è stato dove ho imparato a leggere.proprio con l'albo che c'è nell'immagine.

l'ho seguito per anni e poi senza un vero perchè abbandonato. o forse il perchè c'è. per me i fumetti dovrebbero essere tutti come magico vento, il migliore di tutti, ad un certo punto devono chiudersi.

eltopo1971 ha detto...

2) tra due bandiere/Quando tuona il cannone/tramonto rosso..

3) kit

4) El muerto

5) ticci/fusco/ortiz

Silvano65 ha detto...

Leggevo Tex da bambino a casa di mio nonno paterno, ma é solo da vent'anni che ho iniziato a leggerlo regolarmente, prima le ristampe delle vecchie storie e poi (da quindici anni circa) gli inediti.

luca ha detto...

@tutti
volendo fare un regalo ad un appassionato di tex (mio babbo) che cosa si potrebbe comperare?
grazie!

raimondo ha detto...

@ stefano: sempre uguale a se stesso

Stefano Olivari ha detto...

@Luca: se è un appassionato avrà letto già tutte le storie, albi speciali e texoni compresi, quindi dovresti andare o sulla critica-fanzine oppure su rivisitazioni di Tex proposte dagli autori stessi o da super-appassionati. La più recente fra quelle che mi sono piaciute, nella forma di una pseudoautobiografia di Tex, è uscita l'anno scorso scritta da Boselli: 'Tex Willer, il romanzo della mia vita'. Niente che non si sappia, intendiamoci, ma tutto messo in forma interessante e coinvolgente. A una persona normale regalerei questo, per andare sul maniacale c'è sempre tempo.

anjo ha detto...

"Di sicuro la soffitta del nonno appena deceduto può essere piena di sorprese"..azz, mi sa che ho un tesoro in cantina...

Bargle ha detto...

Per me il Grande Intrigo, aka l'uomo di Flagstaff (TEX 141-145) è arte pura.
E lo dico da Zagoriano doc che non ha disdegnato una puntata sulla collezione di Repubblica.

luca ha detto...

Grazie mille Stefano!

raimondo ha detto...

penso che il tex di Boselli, rispetto a quello di Nizzi manchi della dimensione "epica"; ci ho pensato unpo' e sono arrivato a questa conclusione.
Grazie
Raimondo