Superiorità del vinile

di Alvaro Delmo
Qual è il supporto che restituisce la migliore esperienza d'ascolto? Da quando il vinile è stato soppiantato dal CD il dibattito sul tema è stato piuttosto acceso tra i puristi del suono analogico e i sostenitori di quello digitale. Abituati per anni al solo ascolto del vinile, o al massimo della tanto bistrattata ma valida musicassetta (sigh!) - in questo caso tra termini come ferro, metal e cromo nonché riduzione di rumore Dolby - molti si sono avvicinati all'ascolto in CD a metà anni Ottanta. Erano anche i tempi dei noleggiatori (poi chiusi) che furoreggiavano tra gli appassionati permettendo di portare a casa per qualche giorno e poche lire la musica preferita.
In generale le prime impressioni da ascoltatori abituati a vinili scricchiolanti erano state di meraviglia per la perfezione del suono senza fruscii e imperfezioni. Perlomeno parlando di supporti DDD (ossia prodotti totalmente in digitale) realizzati come si deve, in quanto il cosiddetto catalogo, se non rimasterizzato al meglio, restituiva (e restituisce) un risultato appena sufficiente. Il vinile ha comunque tirato ancora bene per diverso tempo fino alla migrazione definitiva al CD. Negli ultimi tempi c'è stata una sua riscoperta - al di là del fenomeno del collezionismo legato anche al fascino dell'oggetto con tanto di storiche fiere di settore - e sempre più nuove edizioni e ristampe che fanno capolino nei negozi. Riscoperta di nicchia, con addirittura qualcuno che si è inventato un costoso lettore con tanto di laser che legge il microsolco, in un'epoca dove anche il CD è in difficoltà per 'colpa' di MP3 e soci. Ma nel caso di questi ultimi secondo noi l'ascolto con le vecchie tecnologie (analogiche e digitali) si mantiene ancora superiore. E non solo per un fatto sonoro, bensì di attenzione nella fruizione vera e propria. Tornando all'argomento principale, si può infine dire che laddove un giradischi analogico, attraverso la testina, percepisce direttamente il disco con tutte le sue eventuali imperfezioni dovute all'usura, restituendo nel contempo un suono 'fisico', il lettore di CD legge il progetto originale per poi offrirlo al meglio delle sue possibilità ad amplificatori ed equalizzatori. Poi bisognerebbe distinguere anche per qualità di vinile utilizzato (la cosiddetta grammatura), di compressioni applicate a monte in fase di produzione e relativi valori di incisione, ma non siamo tecnici e lasciamo volentieri il campo a chi se ne intende di più. Di sicuro la musica ascoltata da un disco era diversa, ma non per lo scontato effetto nostalgia. Era la musica di chi pensava che la musica fosse importante e non solo un sottofondo.
Alvaro Delmo, 12 marzo 2012



18 commenti:

Dane ha detto...

Abbastanza d'accordo col discorso generale, sia sul piano "morale" (s'era già parlato qua dentro di come coi vinili si era obbligati ad ascoltare l'intero LP, mentre l'era degli mp3 e delle playlist personalizzabili ha svilito il lavoro dei musicisti riducendo le library ad una mera collezione di hit commerciali...) che su quello "tecnico" su cui mi permetto però una piccola precisazione riguardo a "il lettore di CD legge il progetto originale per poi offrirlo al meglio delle sue possibilità ad amplificatori ed equalizzatori": ecco appunto, "al meglio delle sue possibilità".
Perchè pulizia del suono e assenza di fruscii non significano automaticamente perfezione del suono. Faccio un esempio barbaro per spiegarmi.
Sappiamo tutti come si propagano le onde sonore e da cosa vengano provocate. Facciamo l'esempio del piatto della batteria che viene colpito: il suono è dato dal piatto che vibra, la vibrazione è data dai rimbalzi del piatto, ogni rimbalzo crea un onda sonora. L'analogico (cioè il vinile) è generalmente in grado di registrare un numero maggiore di questi "rimbalzi", così il suono della vibrazione del piatto ne risulta più completo.
Al momento il digitale è ancora un po' meno bravo nel catturare completamente ogni vibrazione, per questo (soprattutto agli inizi, coi primi CD) si diceva che il suono digitale era "un po' freddo", perchè meno "pieno".
Un altro esempio è quello dell'accordatura del pianoforte: quando si dice "accordatura a 442" significa che il piano viene accordato tendendo le corde ad una misura tale per cui la corda toccata vibri 442 volte in un'unità di tempo prestabilita. Come per il piatto della batteria, l'analogico è in grado di registrare e riprodurre un numero superiore di queste vibrazioni rispetto al digitale, concetto che si estremizza nell'mp3 che non è altro che un "riassunto" (per motivi di spazio) della traccia .wav ottenuto attraverso una "cernita" delle informazioni (ma questo è un caso limite).
Chiaro che finchè si ascolta musica elettronica o rumore organizzato si faccia fatica a percepire la differenza, molto più evidente se si tratta di vibrati del violino, batteria jazz, suono del clavicembalo, il canto, etc...
Quindi per riassumere, al momento nonostante gli immessi progressi degli ultimi anni, il vinile ha il difetto dei fruscii ma in compenso mantiene ancora un suono più caldo e fedele all'originale "live", mentre il digitale dona un suono più pulito ma un po' più freddo.
Ho semplificato il discorso (e in alcuni casi addirittura forzato, con qualche voluta imprecisione) per brevità e facilità di comprensione, però il discorso è grossomodo questo e spero si sia capito...

p.s.: grazie ad Alvaro e al Direttore per questi spunti di discussione interessanti!

Emidj74 ha detto...

Parlo da fruitore esclusivo di cassette (prima) e cd (poi): Il vinile l'ho ascoltato da amici e parenti, e, da profano, mi sembra che abbia un suone piu' 'pieno', che io preferisco all suono freddo del CD o altri digitali.

Sul vinile, c'e'e' poi da dire che dava anche la possibilita' di godersi le copertine, in certi casi notevoli. Di culto poi, i vinili 'white label' usati dai djs per suonare dischi (a volte di loro produizione) prima ancora che uscissero in vendita. Ecco, il dj che oggi ti arriva a suonare col suo laptop e me lascia un po freddo.

Finale, sara' anche piu' facile acoltare muscica di questi giorni, ma il livello e' scaduto, e di molto. Per me le due cose sono collegate.

Vinylia ha detto...

Date un occhiata a questa pagina, e' nato un nuovo portale per scambiare opinioni e gustarsi qualche chicca su 33 giri!

https://www.facebook.com/Vinylia

Stefano Olivari ha detto...

Sottoscrivo l'intervento di Dane e aggiungo un'impressione personale, visto che ascolto tuttora dischi in vinile (ma non sono retrogrado: ho anche l'iPod e il lettore CD): la differenza si percepisce più sulle tonalità basse che in quelle alte. Uscendo dalle seghe mentali per vecchi, va ricordato anche che l'industria discografica si è suicidata quando ha deciso di far sostituire tutte le collezioni in vinile con i CD, a colpi di very best e greatest hits. Il lavoro perfettamente copiabile, a costo zero, non è difendibile. Incredibile che con l'eBook si stia facendo lo stesso errore...

Dane ha detto...

Ed io sottoscrivo a mia volta l'intervento del Direttore, che mi permetto di integrare: che la differenza si percepisca più sulle tonalità basse che in quelle alte non è affatto un'impressione personale.
E' proprio così, per i motivi che ho spiegato e per un evidente ovvietà: ti accorgi di più se viene svuotato un suono pieno (quindi più basso, più cupo, più forte, più caldo, etc...) rispetto ad un suono già vuoto (quindi più alto, più acuto, più sottile, etc...). Un po' come con i colori (avete presente i contrasti di Itten?!...).
Un esempio tipico è quando si confronta il suono di un CD e di un vinile con incisi la medesima composizione: pare sempre che il vinile sia equalizzato alzando bassi e medi mentre il cd sia equalizzato alzando medi e alti. Di più, agli albori dei primi masterizzatori domestici mi accorsi di come questo effetto venisse esasperato man mano che si alzasse la velocità di masterizzazione (il famoso 2x, 4x, 10x, etc...): più si alzava e più evidentemente la registrazione era superficiale, evidentemente per una perdita di informazioni dati dall'aumento della velocità di burning che causava una registrazione meno piena e più acuta.
Un'altro esempio: quando non si è abituati ad ascoltare il suono di un sassofono dal vivo e si è abituati a sentirlo solo riprodotto (digitale o analogico che sia, CD, vinile, tv, radio, etc...), la volta che lo si sente dal vivo si nota con stupore che oltre al suono nasale dello strumento si sente proprio il soffio del fiato del sassofonista che scorre nel tubo metallico. Tanto che le prime volte, chi non è abituato, ha come l'impressione che il musicista stia suonando male, abbia un enfisema oppure che lo strumenta sia difettato.
Al contrario chi è abituato a sentirlo quasi solo dal vivo (tipo i vecchi musicisti) quando lo sente registrato lo avverte come un suono ancor più nasale di com'è abituato a percepirlo dal vivo e vede attenuarsi il rumore del "soffio".
E' questo già per qualsiasi tipo di registrazione anche analogica, col digitale questo effetto si manifesta all'ennesima potenza: il soffio del fiato sparisce completamente ed il suono diventa ancor più nasale (quasi una trombetta o un kazoo...) ma in modo piatto senza sfumature.
Insomma, è indiscutibile che la giorno d'oggi il digitale sia in generale più comodo e versatile (soprattutto per chi fa il mio mestiere...) ma ha un suo grande "però" per quanto riguarda il discorso sulla qualità massima assoluta (difatti i film del grande cinema si girano ancora in pellicola...).

Mi fermo qui prima di apparire troppo parruccone nel paragonare il digitale ai "Quattro salti in padella"... :-P

Dane ha detto...

"Vinylia ha detto...

Date un occhiata a questa pagina, e' nato un nuovo portale per scambiare opinioni e gustarsi qualche chicca su 33 giri!

12 marzo 2012 16:38"

Ma chissà chi l'avrà mai aperto questo portale di "Vendita on line di dischi in vinile, CD, musicassette, VHS, locandine, riviste musicali e spettacolo...
Almeno mascherare il nickname per Dio.....manco Nino Taranto in Totòtruffa.....

bianca c. ha detto...

per altro il cervello possiede degli ottimi filtri che riducono enormemente l'impatto negativo dei vari fruscii. altra ragion per cui un vinile in condizioni passabili e` meglio del CD

GuusTheWizard ha detto...

Ma quindi il Teorema di Shannon vale ancora oppure devo ridare Comunicazioni Elettriche I ??

Álvaro Delmo ha detto...

Prima di tutto un ringraziamento a Dane per le edotte spiegazioni. Tra l'altro bisognerebbe anche esaminare il problema che affligge oggi un certo tipo di produzione dove la 'compressione del suono' tende a dominare, influenzando la qualità dell'ascolto finale.

Fronte vinile si potrebbe anche parlare di quella che viene definita la 'interpretazione della testina' del proprio impianto. In sostanza molto dipende anche dall'insieme piatto, braccio e (soprattutto) testina e puntina, che va a inserirsi nel solco generando le vibrazioni e quindi i segnali elettrici necessari alla riproduzione finale del suono.

Che dire invece dei SACD? Qualcuno ne possiede?

Dane ha detto...

@Guus: tranquillo, non devi ridare l'esame. Dal punto scientifico è tutto giusto, solo che poi all'ascolto non lo è: dal punto di vista scientifico un CD masterizzato a 1x è esattamente come uno masterizzato a 10x. Anche esportando l'onda sonora (in file .wav) e analizzandola visivamente picchi e baratri sono identici, però all'ascolto così non è... :-P

@Alvaro: "Tra l'altro bisognerebbe anche esaminare il problema che affligge oggi un certo tipo di produzione dove la 'compressione del suono' tende a dominare, influenzando la qualità dell'ascolto finale."

La solita questione dello spazio: coi computer l'hanno risolta facendo hard disc sempre più capienti, coi supporti musicali invece di ampliare la capienza dei supporti risolvono con la compressione. Il cui termine "compressione" è già un inganno di suo: non è che puoi rimpicciolire le informazioni con la bacchetta magica, puoi solo "decimarle". E' un po' come allungare il vino...
Il CD può contenere un tot di tempo di musica, se ce ne mettono di più significa che son scesi a livello di qualità.
Idem il DVD, che pochi lo sanno ma è un formato compresso che quindi ha solo una percentuale di qualità del formato PAL pieno (da morir dal ridere quando un cliente ti chiede un lavoro partendo dal DVD invece che dal girato e tu gli fai capire che si avrà una qualità inferiore rispetto a quella di partenza: "Ma io a casa mia questo dvd lo vedo benissimo!...").
La capienza di un DVD è fissa, la compressione varia fino ad "esaurimento capacità": più tempo di video inserirai in un DVD, più la compressione sarà alta e quindi la qualità bassa...

"In sostanza molto dipende anche dall'insieme piatto, braccio e (soprattutto) testina e puntina, che va a inserirsi nel solco generando le vibrazioni e quindi i segnali elettrici necessari alla riproduzione finale del suono."

Bèh, chiaro, la strumentazione condiziona il tutto, ci mancherebbe. Diciamo che facevo questo discorso immaginando almeno dei piatti Technichs 1210 con delle puntine almeno Stanton 680 HP, ecco.....chiaro che se mettiamo il campo il vecchio grammofino della nonna il discorso sulla qualità del suono se ne va ad escort... :-D

Arthur ha detto...

Visto che siete stracompetenti,mi togliereste una curiosità?
Facendo fotografia so bene quanta differenza di qualità e di quantità di informazioni ci sia tra un file ad alta qualità rispetto ad uno ultracompresso,il problema è che per mia ignoranza o per mancanza di strumenti non sono mai stato in grado di percepire la differenza qualitativa tra un file di un cd originale rispetto ad un mp3 scaricato.
Che tipo di suoni vengono sacrificati maggiormente nella compressione e sopratutto qual'è l'attrezzatura minima per poter riuscire a percepirne la differenza?
Per intenderci,il fatto che non noti differenze ascoltando i diversi file con le casse del mio PC è un problema mio,delle casse o di entrambi? :D

Dane ha detto...

Arthur, dipende da te! :-D
A parte gli scherzi, in realtà la differenza è sottile e non è facile percepirla, un giochino che faccio solitamente per far capire le cose ad un orecchio non allenato è far sentire la differenza tra CD ed mp3 moooolto compresso (128, oppure addirittura 96...): si raggiunge un livello vicino all' "effetto citofono", a quel punto si percepisce la differenza e salendo di compressione si è più sensibili a notarla.
Oppure mandare in play per pochi secondi uno stesso brano alternativamente in CD e in mp3: si sceglie un brano suggestivo (musica celtica, una romanza al violino, "Fragile" di Sting, robe così...) 3 secondi l'uno, 3 secondi l'altro, alternandoli velocissimamente: pian piano ci si accorge della differenza di "pienezza"... ;-)

Arthur ha detto...

Dane,grazie mille!!!farò l'esperimento.

Simone ha detto...

Concordo con il discorso della grammatura e con il senso generale del pezzo.
Il ciddì è lo stadio intermedio tra l'era del supporto fisico dell'ascolto musicale e quella della sua smaterializzazione quasi definitiva.
Tecnicamente il miglior vinile era quello di dodici pollici con una durata simil Ep;difatti il compact disc ha permesso di rendere giustizia al genere classico e contemporaneo,nonchè al rock e al jazz più "estroverso".
Perchè le opere con una durata poco standard e una registrazione complessa(..)venivano penalizzate nella riproduzione casalinga.
Le ristampe su cd,se eseguite come Dio comanda,ridanno giustizia all'idea originale dell'ellepì.
Per dirla tutta,col 24 la qualità è altissima e senza gli effetti indesiderati del vecchio vinile.
Il famoso calore del disco,una realtà,talvolta veniva esaltato anche da fattori poco inerenti all'oggetto artistico,quali il rumore del piatto o cavi difettosi.
E' il motivo per il quale certi generi sono meglio sporchi,storti:la pulizia sonora toglie fascino...
O il dubbio che volessero veramente suonare così...
Sulla compressione e i tagli dati a certe produzioni ci sarebbe da scrivere un'enciclopedia:siamo arrivati a meno quattro-cinque dBFS per una qualsiasi proposta pop.
E' una scelta industriale,cafona,che viene incontro all'ascolto distratto o parziale:quello dalle cuffiette dei gingilli,dall'automobile,dalla tivù,dal telefonino,dalla radio diffusa in un locale,etc.
Suona ovunque,ha dinamiche atroci,la festa del clipping,e produrrà una generazione di futuri quarantenni sordi come 'na campana.
Bingo.
Vabbè,investiremo in apparecchi acustici...

Álvaro Delmo ha detto...

C'è anche da dire che quando si parla di musica leggera all'epoca del vinile buona parte degli album aveva una durata inferiore rispetto a quella di adesso.

Direi otto tracce in media su un 33 giri da 12 pollici Un esempio per tutti: La voce del padrone di Battiato, sette canzoni per 32 minuti scarsi. Questo in ogni caso non vuol dire che poi i vinili fossero realizzati effettivamente al meglio delle possibilità.

Poiché sul CD ci stanno molte più tracce il rischio è di ritrovarsi con album infarciti di riempitivi (ma stiamo uscendo dal tema). Vero che d'altro canto le opere fuori standard ne hanno estremamente giovato avendo più spazio a disposizione.

Simone ha detto...

@Alvaro Delmo:perfetto,la durata relativa di quei dischi,oltre al loro taglio,rendeva più gradevole l'ascolto.
Per il pop era l'ideale.
Che poi gli stessi dischi fossero duplicati,tecnicamente,così così non era un gran problema...
Oggi siamo a ciddì magari di un'ora e dieci con un mastering finale che li fa suonare venti-trenta volte più alti rispetto ai livelli di volume di vent'anni fa.
Inascoltabili.

pietro ha detto...

A causa della mia età io possiedo un solo vinile, The Final Cut dei Pink Floyd, titolo tra l'altro molto profetico, dato che potrebbe tradursi anche "l'Ultima Incisione"... watersianamente parlando.

Vanno dette tre cose:

1) l'Mp3 è un file compresso e comprime in ogni senso le differenze di frequenza tra toni alti e toni bassi, rendendo la musica molto meno efficace dal lato emotivo. Il sistema di amplificazione moderno, che è molto migliorato, non rende bene la profondità del suono danneggiata dalla compressione.

2) Il CD è invece uno stadio evolutivo vincente rispetto al vinile. Va anche detto che il vinile copriva eventuali errori :-) il cd non da scampo.


Terzo fatto, il più rilevante. L'abbandono del vinile e l'approdo alla forma dell'mp3, in versione iTunes, ha definitivamente mutato il prodotto musicale inteso come arte espressiva.

La limitazione di 23 minuti normalmente imposta da una facciata del disco, il famoso lato A, un tempo molto più nobile del Lato B (...), nel long playing, ha letteralmente dato vita a dei capolavori allucinanti. Si pensi ad Abbey Road, alla concezione del long medley del lato B, chiaramente forzato dalla durata, oppure alla chiusura di The Great Gig In The Sky in dark side of the moon. Sono sequenze musicali chiaramente pensate e ideate avendo in mente una limitazione tecnica, che costringeva autori e produttori a notevoli sforzi creativi.

La dimensione in MP3 ci ha riportati al prodotto-canzone, tipico della prima era commerciale del rock, poi superata dai primi album concettuali dei Beatles, nei quali l'insieme valeva più del singolo pezzo (nonostante la qualità eccelsa). Li allora arrivava la lotta contro la limitazione tecnica, che i migliori vincevano con trovate veramente geniali.

Pensiamo a un doppio album di Lady Gaga oggi: fa ridere solo anche pensarci.

Dane ha detto...

"Il CD è invece uno stadio evolutivo vincente rispetto al vinile."

Mah.....in fondo anche il CD è digitale, e ne conserva le peculiarità, anche quelle negative......

p.s.: a proposito, visto che qualcuno aprlava di volumi, il Mastering è sempre sotto lo 0db, esattamente come ai tempi del vinile.....hanno aumentato il timbro attraverso i compressori (tanto che i suoni ne risultatno più piatti e compressi) appunto per far più "rumore", quello sì, ma i volumi tecnicamente non son più alti e non c'è clipping comunque.....basta aprire un qualsiasi CD con un programmino tipo Acid per verificarlo...

"La limitazione di 23 minuti normalmente imposta da una facciata del disco, il famoso lato A, un tempo molto più nobile del Lato B (...)"

Mah, vero fino ad un certo punto....succedeva nei casi di msuica più commerciale o nelle truffe editoriali all'italiana, ma non era sempre vero.....ad esempio in "Uprising" di Bob Marley è esattamente il contrario...

"La dimensione in MP3 ci ha riportati al prodotto-canzone, tipico della prima era commerciale del rock"

Infatti, l'mp3 sta al CD come il 45 giri al 33...