Da Auschwitz al Commodore 64

di Stefano Olivari
We need to build computers for the masses, not the classes, questa la frase più famosa di un uomo poco portato per gli slogan epocali. La recente scomparsa di Jack Tramiel ci esenta dallo scrivere che era un maestro di giornalismo, anche perché per sua fortuna non era un giornalista ma una persona che con il Commodore 64 ha reso meno triste il mondo, in maniera non dissimile da quanto fatto da Steve Jobs con il Mac. E senza nemmeno tirarsela da guru. Tramiel non era un tecnico e nemmeno un designer, ma un imprenditore americano che aveva iniziato negli anni Cinquanta con le macchine per scrivere ed aveva raggiunto il successo con i calcolatori.
Come forse tutti sanno, la genialata di marketing fu quella di posizionarsi in un mercato a metà fra utilità e gioco, prima con il Vic 20 (un milione di pezzi venduti) e dopo con il Commodore 64 (sette) che di fatto ne era l'evoluzione. Lasciò la sua Commodore all'apice del successo, o meglio fu accompagnato all'uscita (altra analogia con Jobs) nel 1984, rientrando nel mondo dei sogni con l'acquisto di una Atari in stato prefallimentare ma non riuscendo di fatto più a rilanciarla. Inutile ricordare cosa sia stato il Commodore 64 per una fascia di età vastissima (tutti i nati dal 1965 al 1975) del mondo ai tempi occidentale, meno inutile ricordare l'inizio della vita di Tramiel. Ebreo polacco (nome originale Jacek Trzmiei), di Lodz, nato nel 1928, dopo essere cresciuto in mezzo alla tradizionale ostilità cattolica, almeno del cattolicesimo di quei tempi, per gli ebrei a 11 anni fa la conoscenza del nazismo, con la Germania che conquista la Polonia e la famiglia che dopo un periodo nel ghetto di Lodz viene mandata ad Auschwitz. Il bambino e i genitori vengono visitati da Josef Mengele in persona, non da Gregory Peck, ma la loro buona salute gli evita la camera a gas. In mezzo a mille (anzi, sei milioni) di atrocità la famiglia Trzmiei sopravvive, ma la guerra è troppo lunga: il padre muore di tifo, lui viene trasferito nel campo di concentramento di Ahlem. Nell'aprile del 1945 arrivano gli americani e per fortuna non è una metafora: l'84esima divisione di fanteria (quella dove aveva combattuto, con il grado di capitano, un giovane Abraham Lincoln) ridà la libertà a quel che rimane di qualche centinaio di persone, fra le quali il diciassettenne Jacek. Che raggiunge in qualche modo gli Stati Uniti, diventa Jack, si arruola nell'esercito che lo ha liberato e diventa bravissimo nel riparare macchine per scrivere. 
Twitter @StefanoOlivari

13 commenti:

spike ha detto...

sapevo che avresti scritto questo post.

spike ha detto...

perchè ovviamente tramiel merita d'esser ricordato

Lina Chioccio ha detto...

Commodore mi ricorda il calcio degli anni ottanta ... :)

http://www.amalamaglia.it/2012/01/09/calcio-il-commodore-64-compie-30-anni-era-il-jersey-sponsor-di-bayern-chelsea-psg-e-dinamo-kiev/

Dane ha detto...

il direttore ha un bieco sadismo nel ricordarmi periodicamente che anch'io invecchio...

carloblacksun ha detto...

bellissimo Malerba, le foto di Blokhin, Zavarov, Viktor Chanov e Mikhaijlichenko con la maglia Commodore non hanno prezzo!

cesare ha detto...

Bisogna anche ricordare che il giorno della scomparsa di Steve. Jobs muore scheda khernighan ritchie l'inventore El linguaggio c e non solo, e senza la quale jobs non sarebbe esistito

cesare ha detto...

Bisogna anche ricordare che il giorno della scomparsa di Steve. Jobs muore khernighan ritchie l'inventore del linguaggio c e non solo, e senza la quale jobs non sarebbe esistito

Leonto ha detto...

Acerrimo rivale del commodore 64 e dei suoi adepti in quanto possessore dello ZX Spectrum
La scelta cadde perche mi piaceva un po provare a programmare qualche stupidaggine e col commodore , nella valanga di Poke ..non ci capivo niente....
Diciamo che al tempo non presi il computer per mera scelta di videogiochi ( come facevano tutti quelli che prendevano il commodore..)

Stefano Olivari ha detto...

Ma anche con il C64 si programmava! Ho ancora il listato Basic di un programma per diete e di uno sugli studi di funzione, da me creati... e vogliamo parlare del linguaggio macchina?

Dane ha detto...

Ma infatti, anch'io presi il C64 proprio attratto dalla possibilità di registarmi (il termine "salvare" faceva appena capolino nel mio lessico...) virtualmente un testo scritto o creare immagini animate (non ricordo più come si chiamavano, comunque mezzo pomeriggio a battere una pappardella per vedere una mongolfierina pixelata attraversare lo schermo... :-D)...

Leonto ha detto...

Direttore e Dane

Si , ma non lo metto in dubbio
E che mi sembrava piu complesso...
soprattutto dal punto di vista grafico per me lo ZX aveva una marcia in piu a livello di semplicità...

GuusTheWizard ha detto...

Per C64 era disponibile anche un Basic avanzato denominato Simon's Basic, con il quale si riuscivano a fare cose decisamente avanzate senza impazzire con i deliranti POKE e PEEK.
Io comunque sono stato allevato con il BASIC dell'Apple IIe.

Andrea ha detto...

Il C64 ha significato molto anche per me, che sono nato dopo il 75. Ne ricordo alcuni giochi leggendari (la saga di The Last Ninja su tutte, ma anche i giochi di calcio come Mexico 86) e ricordo anche quando con il mio migliore amico, con il quale condividevo anche la passione per D&D e per l'Horror, programmammo 3 o 4 avventure a bivi, con ambientazione horror-fantasy... al tempo mi sembravano opere di genio! sarei curioso di rivederle oggi...

Inoltre il C64 aveva una caratteristica: dovendo aspettare che il gioco "caricasse", ci permetteva di staccare continuamente e giocare a qualcos'altro. Quell'attesa, oltre che evitare l'assorbimento totale del nostro cervello di bambini, dava a ciascuno schema del gioco un sapore speciale...

Andrea F