Il metodo già sperimentato

Adriano Galliani ha capito perché l’Inter è stata eliminata dalla Champions League da una squadra da metà classifica in Bundesliga. Per non parlare di Milan e Roma, fermatesi al turno prima, o della Sampdoria che non è più fra noi (anzi, tra loro) fin dall’estate scorsa e che in 9 mesi è passata dal quasi Paradiso alla quasi B.
”Il fair play finanziario fa male all’Italia”, questo il concetto espresso dall’amministratore delegato del Milan all'interno di un discorso più ampio ma sempre riguardante il presunto declino del calcio italiano (quindi lo scudetto del Milan vale meno di quelli degli anni scorsi? Così, per sapere...). Quindi non è che l’Inter sia piena di trentenni stanchi o che le scelte di Leonardo siano state discutibili, il problema è una direttiva Uefa che entrerà a pieno regime (forse) nel 2017 e sarà aggirabile in scioltezza con l'ausilio di aziende terze ma non troppo: con cento fra gold sponsor, silver, fornitori, licenziatari, amici degli amici, sarà poi questo gran problema effettuare una triangolazione? Secondo Galliani ”non ci potranno essere più i mecenati che intervengono con i loro capitali. Le squadre italiane, che non hanno stadi di proprietà nè agevolazioni fiscali, fatturano molto meno rispetto alle big europee e per questo saranno molto penalizzate da queste nuove norme introdotte dall’Uefa”. Si vede che il Milito di quest’anno ha guardato il bilancio dell’Inter (l’anno scorso, quando segnava anche di nuca con un rimpallo, non lo conosceva), mentre Ibrahimovic (come ingaggio netto al top nel mondo insieme a CR7) si interessa di contabilità solo al martedì o al mercoledì. La buona gestione secondo Galliani è quindi quella del ricco che ci mette i soldi per i motivi più diversi (non tutti confessabili), come sanno anche le più scalcinate squadre di ciclismo o di hockey a rotelle. Ma allora l’amministratore delegato del Milan lo potrebbe fare chiunque. A tutto c’è però una spiegazione: le parole di Galliani sono di poche ore dopo quelle di Berlusconi sulle tasse troppo alte, che impedirebbero di prendere i giocatori alla Cristiano Ronaldo. Qualche anno fa un metodo era stato trovato, con successo di pubblico anche se non di critica.
Stefano Olivari
(già pubblicato sul Guerin Sportivo)

5 commenti:

spike ha detto...

peccato poi che chi decide il livello delle tasse sia proprio lui.

alessiobaccetti ha detto...

Bah ma mi dite se in italia per caso non è stato fatto un patto tra le squadre per calmierare il mercato ? Se si leva i paghero' che sono una valanga ( juve . napoli ecc).
Secondo me il banana il ha fregati tutti con ibra e i raiola boys ( van bommell) con il prestito di boateng , preziosi ormai fà l'intermediaro delle milanesi di quattrini VERi quest'anno ne sono girati pochi .
Poi si sà la colpa è delle tasse ed è una priorità dare 14 milioni ad ibra .....

Baccio

MB ha detto...

Ma Ibrahimovic non si era ridotto lo stipendio per venire nella grande famiglia Milan?

Paolo S ha detto...

1. perchè il milan non si costruisce un bello stadio con i propri soldi? il comune di milano non mi pare abbia un atteggiamento bellicoso nei confronti del club...
2. il calcio italiano vittima delle tasse? chiedete ad un imprenditore di un settore 'normale' di non pagare l'irpef per anni poi provare a farsi spalmare il debito su 23 anni e poi state a vedere cosa succede.
3. più che il vertice, è il sistema che tracolla. oltre 20 fallimenti, 40 club penalizzati per inadempienze finanziarie. ma del calcio italiano alle grandi cinque non credo importi molto. forse neppure alla lega...

Leo ha detto...

L'unico motivo per il quale non può arrivare Cronaldo è stato scritto in un commento poco sopra, ovvero che i giocatori al top e che non decidono di andarsene da una squadra (leggi: quelli che vengono dall'estero) vanno pagati. Perché il Milan per vendere Kaka si è, giustamente fatto pagare, mentre per comprare Ibra ancora non ha pagato, e non pagherà.
Ma quanto è costato Aquilani? E Matri? E D'Agostino? Evvai con i pagherò, tutti, ovviamente, con l'obbligo di riscatto che, siccome non esiste, dà da scrivere di fantasia sulle mitiche cifre strappate nelle ormai mitologiche scritture private...