di Vincenzo Paliotto
Nessun calciatore al mondo si può augurare di giocare e addirittura fare gol contro nessuno. Un’eventualità che nella storia del calcio si è verificata in uno scenario macabro e in una circostanza insostenibile per i suoi stessi innocenti protagonisti. Come il grande Carlos Caszely...
L’11 settembre del 1973 con un violento colpo di stato il generale Augusto Pinochet scalzò dal potere del governo del Cile Salvador Allende, che era stato eletto con largo consenso a capo del partito di Unidad Popular. I governi dei maggiori paesi europei tentarono in qualche modo di disapprovare quanto avveniva a Santiago e dintorni, ma Pinochet continuò nella sua durissima repressione e come quasi sempre avviene in occasione di un golpe, dopo le iniziali perplessità, tutto sembrò poi rientrare nell’assoluta quotidianità delle cose.
In uno scenario del genere la nazionale cilena di calcio si trovò il 21 novembre del 1973 a giocarsi lo spareggio per approdare alla fase finale della Coppa del Mondo in Germania nel 1974 contro l’URSS. Nelle eliminatorie sudamericane gli andini avevano estromesso il Perù e quindi nella gara di andata dello spareggio avevano ottenuto un prezioso pareggio a reti inviolate a Mosca in una serata freddissima. A Santiago del Cile i padroni di casa avrebbero potuto così gestire una grossa opportunità di staccare il biglietto per la Germania. La gara era in programma il 21 novembre all’Estadio Nacional di Santiago del Cile, ma l’URSS chiese alla FIFA di disputare la gara in campo neutro e dopo il rifiuto di quest’ultima rinunciò al suo viaggio in Cile. La farsa, però, assunse contorni ancora più assurdi e macabri, in quanto i militari di Pinochet imposero alla federazione calcistica cilena di disputare comunque quella partita, anche senza gli avversari di quel giorno.
L’allenatore Luis Alamòs comunicò ai propri giocatori questa infame decisione e spiegò loro che all’azione di gioco avrebbe dovuto partecipare tutta la squadra, mentre il “gol decisivo” doveva essere segnato dal capitano di quella formazione Francisco Valdès. Una situazione orribile, raccontata vent'anni dopo dall’attaccante Carlos Caszely: “La nostra nazionale sarebbe ugualmente scesa in campo da sola, e al termine di un’azione in cui tutti i componenti della squadra avrebbero dovuto toccare il pallone, uno di noi avrebbe dovuto segnare nella porta vuota. Poi ci sarebbe stata un’amichevole contro il Santos, ma il clou della giornata avrebbe dovuto essere quell’assurda pantomima. Quando me lo dissero non ci volevo credere. Ma con il passare dei giorni capii che era tutto vero, e allora cominciò la mia crisi. Già vivevo male quei giorni sapendo quello che accadeva intorno a me, sapendo che molti miei amici erano stati portati in quello stadio, e poi torturati e uccisi; mi sentivo un vigliacco, mi vergognavo di continuare la mia vita come niente fosse successo, mentre intorno a me succedeva quello che succedeva. Ma voi potete immaginare quale atmosfera ci fosse in quei giorni nel mio paese. Un’atmosfera di paura, la toccavi, la paura, ti ci scontravi ogni volta che ti muovevi, che giravi la testa, che alzavi un sopracciglio. Ci voleva troppo coraggio per sconfiggere tutta quella paura, e io non ce l’avevo tutto quel coraggio”.
Caszely era ed è stato uno dei migliori calciatori nella storia del Cile. Attaccante del Colo Colo, avrebbe poi avuto anche esperienze in Spagna, con le maglie di Levante ed Espanyol, e in Ecuador. Si professava apertamente di sinistra, avendo appoggiato Unidad Popular e lo stesso Salvador Allende. “Nessuno mi fece niente, nonostante tutto. Ero troppo famoso perché quei vigliacchi avessero avuto il coraggio di toccarmi”. Lo stesso Carlos pensò che l’incombenza di spingere il pallone in quella porta desolatamente vuota sarebbe toccata a lui. Anche perché il regime si sarebbe così potuto vendicare dell’avversità politica impunita del calciatore. Il regime, invece, indicò il “goleador” di giornata nel capitano Francisco Valdès, capitano della nazionale e bandiera anche lui del Colo Colo. “Povero Francisco. Figlio di operai, militante di sinistra da sempre, quando l’allenatore gli comunicò quella notizia lo vidi sbiancare”. Valdès fu così costretto a siglare il gol più triste della storia, pochi mesi dopo l'impresa sfiorata in Copa Libertadores (sconfitti in finale, allo spareggio) insieme a Caszely. Tutti pensarono di partecipare a quell’incredibile triste sublimazione del regime, persino i tifosi che affollarono in tripudio le gradinate dell’Estadio Nacional.
Vincenzo Paliotto
vincenzopaliotto@libero.it
(dal libro 'L'altro calcio - Storie di football e politica', in vendita presso la Libreria dello Sport)
53 commenti:
questa è un'altra provocazione. ora mi aspetto una serie di commenti del tipo "ma quale golpe, quale regime, quale repressione, pinochet è stato un benefattore che ha impedito l'orrenda dittatura stalinista di allende, etc e poi erano appoggiati dagli USA e da Kissinger, campioni della democrazia, e il comunismo ha fatto milioni di morti ma non se ne parla mai, e napolitano non ha condannato l'invasione in ungheria, etc etc etc"
a parte questo articolo molto bello
Pertini al funerale di Tito...
che avrà fatto di male questo Tito?
Bellissima nella sua tristezza questa "fotografia" del Cile di Pinochet.
Fuori luogo il commento di Spillo e Banshee.
Odiare il comunismo in tutte le sue forme e i suoi crimini, non vuol dire non odiare i Pinochet, i Videla e tutti i criminali di destra sparsi in giro per il mondo.
Fuori luogo perché come nella peggiore tradizione europea, si tende sempre a fare le classifiche dei regimi sanguinari basato sulle ideologie. Come se il sangue e la liberta di un cileno, un romeno, un cubano o un cinese è di qualità diverse.
Tiriamo fuori il pallottoliere di Campatelli pure qui, cosi facciamo la conta di chi ne ha ammazzati di più ...
Incredibile!
Spillo guarda che Pinochet ha lasciato al Cile un sistema pensionistico da fare invidia ai G7!
Non ho mai capito se perchè veramente era ben congeniato o per l'anomalia demografica dovuta alle decine di migliaia di persone eliminate dal regime...boh!
'Odiare il comunismo in tutte le sue forme e i suoi crimini, non vuol dire non odiare i Pinochet, i Videla e tutti i criminali di destra sparsi in giro per il mondo..... si tende sempre a fare le classifiche dei regimi sanguinari basato sulle ideologie. Come se il sangue e la liberta di un cileno, un romeno, un cubano o un cinese è di qualità diverse'.
Tutto giusto Tani, la riflessione successiva però dovrebbe essere che dietro il comunismo reale c'era... il comunismo, nei confronti del quale il giudizio storico mi pare abbastanza delineato, dietro tanti dittatori di destra c'erano o almeno pare ci fossero, sembrerebbe che potessero esserci i democraticissimi U.S.A.. Il che non consola i morti , ne i parenti loro, ma sarebbe utile fosse di monito ai vivi.
non sono commenti incredibili, sono commenti sarcastici.
@quoto tani in toto
@ MB
se e `per questo anche durante il fascismo sono stati introdotti strumenti di tutela sociale che nell`italia proto industriale e per lo piu` agricola di inizio novecento hanno avuto un impatto rivoluzionario e non secondariamente sono stati straordinario volano di consenso per il regime.
pero` da qui ad auspicarne il ritorno, nemmeno Italo (o forse no...).
che pinochet abbia (ri)traghettato il cile in un regime democratico pacificamente non ci piove.
dovremmo tuttavia domandare a tutti coloro che dalla notte alla mattina si sono visti sparire un figlio o un fratello, se riescono a sorridere all`idea che il loro sistema pensionistico e` a livelli dei g7.
Clinter, d'accordassimo che gli USA hanno le braccia piene del sangue dei morti latinoamericani come di altri morti in giro per il Mondo. Si può aprire una conversazione su questo per chi lo vuole.
Il mio commento pero parte dal presupposto che non si può fare una classifica delle carogne in giro per il mondo, né per gioco, né con l'ironia, né con sarcasmo (e qui rispondo a Banshee).
Perché nelle foibe, nei gulag, nelle camere delle torture di Santiago de Chile, o nei campi cambogiani, ci sono morte delle persone vere, l'unica colpa dei quali era quella di pensarla diversamente dal pazzo criminale di turno.
Lasciamo il tifo per il muro del calcio. Poi, per carità, ognuno commenta come vuole.
Qui gli highlights di questa tristissima farsa.
Ma poi sono andati avanti a giocare per 90 minuti o hanno chiuso dopo il gol? Cioè non mi sembra giusto, l'URSS poteva sempre rimontare...
Proviamo a pensare chi c'era qualche settimana prima in quello stadio...
Tani, non so se applaudire il tuo post o essere deluso per averti visto abbassarti a dover precisare cose tanto ovvie.
Veder speculare su certi argomenti (a proposito, il tema era già stato trattato su queste pagine, però l'articolo è molto bello soprattutto per la testimonianza diretta) fa veramente schifo.
Ma in questo paese non mi meraviglia...se lo meritano Berlusconi, se lo meritano!...
@Clinter:si chiamava Piano Condor e fu attuato in tutto il Sudamerica.
Un massacro.
In Cile ci fu la partecipazione attiva della Sony.
Il colpo di stato permanente era diventato il mantra,la minaccia prospettata,anche nel Bel Paese e per almeno quattro lustri.
Una volta,tanti anni fa,ho ascoltato un cialtrone sovvenzionato sostenere che l'atto terroristico dell'11 Settembre 1972 fu una fortuna per i cileni.
Oggi mi dicono che quel subumano ha una trasmissiome d'approfondimento(..)dopo il tiggì uno serale.
Le famose perle ai porci.
Lo stesso cialtrone che proprio in quegli anni era esponente del PCI... Bah....
@Simone
non volevo intervenire, un pò di pietas, ma visto il tuo commento lo completo. Se il rame fu una delle cause scatenanti in Cile, la nascente Trilateral fu il coordinatore.
Italo
@Francesco74:è stato tutto ed il contrario di tutto.
Nelle sue attività poco esposte,puoi anche togliere la P e aggiungere una A.
Oggi fa l'ateo devoto,strenuo difensore del baluardo democratico israeliano(che bella frase fatta..).
Tempo fa,qualche decennio indietro,a un concerto di musica contemporanea minacciò il direttore d'orchestra:"Sporco sionista!"
@Italo:yep.
Il controllo delle materie prime val bene qualche milione di morti.
Diedero pure il Nobel per la pace allo stratega...
@Simone
La Cina sta replicando in Africa cambiando il metodo. Gabon Gabon il grido d'attacco.
Italo
Ma siamo arrivati al punto di dover parlare crittografato anche per citare l'autore di un'esternazione pubblica?!...
che poi noi in Cile ci andammo per giocare (e vincere) l'unica nostra coppa Davis della storia, un tributo dovuto ad un gruppo incredibile e irripetibile che era secondo solo al Dream Team statunitense, nonostante il solito battage politichese che era contrario ad "andare a giocare in casa dei fascisti", lo stesso che 4 anni dopo tifava per l'embargo alle Olimpiadi, risolto poi con una soluzione tipicamente italiana (no ai militari, sì a valsoia).
Tra l'altro il Cile arrivò in finale perchè la solita URSS si rifiutò di giocare col Cile in semi.
Che poi mi chiedo (e mi ricollego al post) in questione: che poteva mai temere una nazione come l'URSS di andare a giocare una partita di pallone in Cile nella tana del "nemico"? IMHO anche aspettandosi il peggio (se davvero ci tenevano alla salute di quei 18 ragazzi), avrebbero comunque avuto un casus belli non indifferente e a quel punto credo che nemmeno la madre di Pinochet avrebbe osato difenderlo...
Nessuna paura di un casus belli, semplice embargo sportivo.....
@Dane:penso abbiano capito tutti di chi stavo parlando.
Se non lo conoscono,meglio per loro.
Non si perdono nulla.
Appunto, per quello mi faceva ridere il tono da Men in Black... :-D
MB da quello che so io no, la partita finì lì perchè non c'erano avversari che potessero battere il calco d'inizio dopo il goal...
"che avrà fatto di male questo Tito?"
Mah, Lafitte, ti cito questa frase
« Nel 1945 io e Kardelj fummo mandati da Tito in Istria a organizzare la propaganda antitaliana. Si trattava di dimostrare alle autorità alleate che quelle terre erano jugoslave e non italiane. Certo che non era vero. Ma bisognava indurre tutti gli italiani ad andar via con pressioni di ogni tipo. E così fu fatto »
(Milovan Đilas)
Mai sentito parlare di foibe?
P.S. La tragedia delle foibe va' inserita in un contesto storico che partirebbe dall'Austria Felix e finirebbe (forse) con la dissoluzione dell'ex Jugoslavia, non voglio assolutamente seplificare il tutto con l'assioma italiano-buono slavo-barbaro perchè così assolutamente non è; solo cercavo far capire perchè a qualcuno, soprattutto dalle mie parti, quando sente parlare di Tito vengono i cinque minuti e vedere Pertini prima ad un incontro baciare affettuosamente il Maresciallo e poi al funerale baciare la bara e fermarsi a piangerci sopra è stato peggio di beccarsi un calcio nei maroni...
@ Simone: da incorniciare il tuo post
Purtroppo, Krug, Pertini (gran brava persona per tante altre cose) pensava ai morti provocati dall'occupazione militare italiana, alle direttive del generale Roatta ("si ammazza troppo poco"), ai vecchi, alle donne e ai bambini morti di stenti nei campi di concentramento a Rab e a Gonars, ai forni crematori della Risiera di San Sabba alimentati anche grazie ai collaborazionisti italiani. Così facendo, ha dimenticato colpevolmente gli infoibati, i profughi istriani e tutti coloro che persero vita e averi in nome della necessità di risarcire in qualche modo la Jugoslavia per la guerra d'aggressione, ricompensare Tito per il ruolo avuto nella lotta contro il nazifascismo e (nei Balcani la guerra fu durissima, nonostante il fronte fosse secondario: Churchill scrisse "The Balkans produce more history than they can consume", ma gli Inglesi di debiti ne avevano tanti in quella zona e a fine guerra decisero chi doveva pagarli. Le conseguenze le hanno poi pagate ancora in Jugoslavia durante la guerra negli anni '90) per cercare in seguito di strapparla all'abbraccio di Stalin, allontanando in parte il patto di Varsavia dai confini sud - occidentali. Lo stesso errore che fanno oggi quelli che ricordano gli infoibati promuovendo lodevolmente anche libri e fiction televisive per trasmettere il messaggio all'opinione pubblica ma continuano a propugnare la vecchia storia del bono italiano che faceva scappare i civili presi prigionieri dai cattivi tedeschi, quando invece la nostra occupazione militare in Jugoslavia fu durissima. Gli stessi che dimenticano la persecuzione fascista durante il ventennio a carico degli italiani di lingua slovena, nativi e sempre vissuti in Venezia Giulia i quali, dopo la caduta dell'Impero austroungarico decisero di rimanere nelle loro terre anziché scappare in Austria. Cosa che fece, ad esempio, tale Odilo Globocnik, triestino di lingua madre slovena che tornò a Trieste durante la guerra e le cui gesta furono tristemente note. E la chiara volontà nel dopoguerra di non consegnare i criminali di guerra italiani fu la causa dell'oblio sulle nostre vittime in Istria, che pagarono per tutti (con i tristini) il conto di quell'occupazione militare. Un patto scellerato al quale aderì anche il Partito comunista, che vide poi, dopo lo strappo con Mosca di Tito (caldeggiato dagli Occidentali), parecchi dei suoi militanti internati al Goli Otoc. E' una pagina di Storia della quale si parla troppo poco, e quel poco, purtroppo, é propaganda oggi come lo fu ieri, quando i profughi istriani vennero definiti traditori dai comunisti italiani.
a tutti i sapientoni e i moralizzatori che stanno commentando questo post dico solo che è abbastanza evidente che io non abbia fatto ironia e sarcasmo su morti e dittature, ma su come questi delicati temi storici vengono spesso trattati e commentati su un sito che tratta argomenti sportivi.
silvano
ottimo
Silvano non era mia intenzione mettere in croce Pertini, personaggio che gode della mia massima stima, così come non era mia intenzione scatenare un dibattito storico, solo perchè siamo su un blog sportivo, gli interlocutori sarebbero ottimi; il mio obiettivo era solo specificare perchè quel gesto, in quel periodo, erano passati pochi anni dal Trattato di Osimo che sanciva il definitivo passaggio dell'Istria alla Jugoslavia ed aveva riaperto ferite molto recenti; lo stesso gesto fatto da Pertini, che ne so, al funerale di Kadar o a quello di Ceausescu, da un certo punto di vista avrebbe suscitato meno critiche (o critiche di stampo diverso) nonostante l'armadio dei due contenesse probabilmente ben più scheletri di quello di Josip Broz (oddio, su Kadar se ne potrebbe pure discutere, su Ceausescu decisamente no...).
"è abbastanza evidente che io non abbia fatto ironia e sarcasmo su morti e dittature, ma su come questi delicati temi storici vengono spesso trattati e commentati su un sito che tratta argomenti sportivi."
Mah, Spillo non è che un certo mondo della cultura e della politica si discosta molto dalle modalità di discussione di questo sito...
Allora, sintetizzo: gli esseri umani sono fetenti, quale che sia la loro opinione politica.
In tanti abbiam creduto in una ideologia improponibile, ancorchè sia da dimostrare che fosse valida, causa la fetenzia umana.
Solo che noi ce ne siamo accorti e stigmatizziamo, con vera pietas nell'animo, gli orrori commessi dal 'socialismo reale', altri invece, in tutti gli ambiti, van trovando giustificazioni agli orrori commessi da dittatori vari.
Credo che in questo senso vada letto il post iniziale di spillo.
P.S.- Ringrazio il cielo che Campatelli non discuta di poltica.
Questo post dimostra che a volte calcio e politica si incontrano. Non è un delitto parlarne, soprattutto se gli interlocutori sono pacati ed intelligenti e si riesce a discutere senza prevaricazioni e provocazioni.
Sarebbe stato bellissimo se Valdes avesse tirato fuori, o se magari i cileni si fossero messi a palleggiare a centrocampo senza tirare... ma ovviamente siamo tutti froci col culo degli altri.
Silvano, abbi pazienza ma la storia del complesso di colpa non regge: fu solidarietà politica e basta, altrimenti qualcuno potrebbe dire che Mussolini si alleò con Hitler per antipatia nei confronti degli alleati che mutilarono la vittoria italiana della prima guerra mondiale. Siamo seri, su...
p.s.: ehm...Otoc (a volte Otok o Otoci, a seconda di come lo si declina nella frase) significa semplicemente isola. Evitate quindi di accorparlo ad ogni nome, perchè fa un po' ridere. Sarebbe come dire "io abito nell'isola di Sicilia" oppure "io vengo dalla penisola di Puglia".....
Dane, solidarietà politica a Tito arrivò da tutti gli Occidentali dopo lo strappo con Mosca. E quello strappo consentì alla Jugoslavia di farsi perdonare parecchi peccati. Siamo seri, ma fino in fondo però...
Otok vuol dire isola, e Goli spelacchiata se non ricordo male... Il nome per intero serve per far capire anche ai non iniziati di cosa stiamo parlando
Il mio è un commento di profilo ben diverso da quelli che mi hanno preceduto. In sostanza ricordo che ai mondiali del 1982 Caszely sbagliò un rigore (mi pare contro l'Austria) che contribuì all'eliminazione della formazione sudamericana. La stampa cilena montò un caso accusando il giocatore di averlo sbagliato apposta per ripicca contro il regime. Lessi così che presso la casa dell'attaccante cileno venne allestita una forca con tanto di scritta minacciosa verso il giocatore di impiccarlo al suo rientro in Cile. Il malcapitato, secondo i giornali italiani dell'epoca, non voleva rientrare in patria coi compagni per la paura. Non so se in realtà Caszely avesse davvero procastinato il ritorno in Cile o come fu accolto quando rincasò anche perchè la stampa italiana non ne parlò più.
comunque Pinochet era davvero una merda, basta kleggere qualche libro della Allende o vedere qualche documentario sugli eventi dell'epoca.
altro che riforma pensionistica! a quel punto bastava lamberto dini...
Silvano, la solidarietà politica per lo strappo con Mosca è una cosa, i baci e gli abbracci di Pertini un'altra. Con un Pinochet al posto di Tito stai pur sicuro che Pertini non baciava nessuno, strappo o non strappo con Mosca...
p.s.: la questione di Otok era generica (l'altro giorno su un sito di turismo ho dovute leggere: "...le 4 isole del Quarnero, Otok Rab, Otok Krk, Otok Pag, etc...." Che palle!...), in ogni caso "goli" vuol dire "nuda", ma nella denominazione dell'isola prende significato di sostantivo proprio. Non è come l'italiana "Isola delle femmine", ma proprio inteso come "ieri son stato a Nuda", o al massimo "ieri ho visitato la Nuda", dove l'accezione è quasi da soprannome...
p.s.: anche perchè ad esser precisi "isola nuda" sarebbe Otok Gol e non Goli Otok.....
Sono stato in Cile sei anni fa. Al portiere del nostro aparhotel chiedemmo per vedere, a Santiago, qualche luogo che ricordasse la dittatura, o qualche Museo. Restò sul vago, ci indicò lo stadio, ma si capiva che non ne parlava volentieri. Una sera, durante il soggiorno, mentre guardavo una trasmissione poltica in televisione, annunciarono l'intervento per telefono di Manuel Contreras ( l'ex capo della DINA). Fece il suo intervento, tranquillamente. Rimasi piuttosto stupito. La sensazione, a pelle, fu che la gente si sentisse in qualche modo sotto tutela. Qualcosa del tipo "vi abbiamo dato la democrazia, ma se ce le fate girare, riportiamo tutto com'era prima in una settimana". Sempre durante il soggiorno, passammo davanti alla Moneda, e vidi i Carabineros in assetto da Ordine pubblico. Sono un tecnico ;-) e devo dire che la situazione mi sembrava piuttosto inquietante a livello di dotazioni. Chiesi ad uno di loro e mi parlò della necessità di contenere un'eventuale manifestazione studentesca (della quale nessuno aveva parlato ne sui giornali ne in televisione). Difficile da descrivere, insomma. Come dicevo, un popolo sotto tutela.
Silvano, il Chile non fu un paese in ostaggio, come altri sotto dittatura. Era esattamente spaccato a metà o quasi. Ancor oggi trovi per strada liti e discussioni (tipo Barsport) tra simaptizzanti delle due opposte fazioni, esattamente come in Italia trovi discussioni al Bar tra il Berlusconiano e il sinistrorso.
I protagonisti di quel regime girano a piede libero, qualche torturatore ogni tanto incontra una vittima che gli inveisce contro per strada o al supermercato. Non c'è mai stata una resa dei conti per quei criminali perchè per metà del paese non c'è mai stato un crimine ma solo un "a mali estremi".
Situazione totalmente diversa dall'Argentina, che è un caso ancora più paradossale...
p.s.: in quei paesi, ti informo al di là del caso specifico che hai incontrato tu, avere i militari per strada, anche in tenuta anti-sommossa, è assolutamente normale. Per questo l'iniziativa di La Russa mi diede qualche prurito.....
Dane, é un motivo in più perché ce la raccontino tutta, la storia di quella martoriata regione. Invece, settant'anni dopo, sono in pochi a sapere cos'é realmente successo, la storia dell resistenza in Jugoslavia, le foibe, il periodo dal settembre '43 al maggio '45 con la Risier, Perlasca ma anche Roatta. Tornando in Jugoslavia si può parlare dei cetnici e del rapporto ambiguo degli iglesi nei loro confronti, degli ustascia, poi la rat line ed il ruolo del Vaticano, durante e dopo la guerra, comprese le conversioni forzate e i frati che comandavano i campi di sterminio come quello di Jasenovac. Limitarsi a Pertini (che poteva avere le sue colpe, perlomeno morali) diventa riduttivo e fuorviante. Si può, si deve essere antifascisti o anticomunisti, sempre però nel rispetto dei fatti storici. Da noi, invece, si continua a guardare un solo lato del quadro. Ieri come oggi.
p.s. grazie per la lezione di croato ;-)
In Bolivia, invece, nonostante la situazione fosse più elettrica, c'era meno agitazione in giro. Poi, i racconti dei residenti e una trasmissione in televisione che faceva vedere quello che era successo solo qualche mese prima, con esercito e poliziotti che si sparavano addosso, mi diede da pensare non poco.
Sull'iniziativa di La Russa, altro che prurito ;-)
Silvano, d'accordo su tutto. Ma proprio per quello il caso di Pertini fa scalpore: non perchè sia tutto lì, ma proprio perchè si trattò di vedere un solo lato del quadro.
Poi sull'argomento se ne potrebbe discutere per giorni, a partire dalla gestione degli anglosassoni della situazione, che fu semplicemente di completo menefreghismo. Il che unito all'atteggiamento dell'Italia (33% codardia, 33% coscienza sporca, 33% connivenza, 1% distrazione) creò una ferita mai rimarginata.....
krug
mamma di capodistria. papà di pirano (benché nato a portorose). allevato nel mito della memoria con la dicitura "esule", al posto di "profugo".
lettura consigliata: "un paese perfetto" di gloria nemec (non si scrive così, ma fa niente)
Tornando a Pinochet, anche la visita del Papa di allora mi lasciò molto perplesso. Lui poteva, doveva dire qualcosa su ciò che era avvenuto e stava avvenendo in tutto il cattolicissimo Sudamerica. Oggi é tutto un fiorire di aneddotica sui retroscena di quel viaggio, sulla tenda della Moneda, sul Papa che non si voleva affacciare con Pinochet al fianco eccetera, ma i motivi per i quali il Papa (oggi beato, tra l'altro, ma noi luterani il culto dei santi non lo riconosciamo) andò in quel Paese legittimando, di fatto, chi stava gestendo l'Operazione Condor é (a me, perlomeno) sconosciuto.
@Silvano, si ricorda anche un "intervento" del Vaticano presso gli inglesi per non estradare Pinochet in Spagna, per "motivi umanitari", il che dice tutto...
@Simone, oltre l'ebreo nobelista anche quei monellaci che bazzicavano i laboratori friedmaniani della Chicago School of Economics, con la loro "Shock Doctrine" erano interessati al "laboratorio" cileno. La teoria della nostra "amica" Klein non è affatto male...
@Spillo, non vorrei aprire un'altra flame, perché ultimamente ne abbiamo avute abbastanza, ma una risposta te la devo.
Tu scrivi: "è abbastanza evidente che io non abbia fatto ironia e sarcasmo su morti e dittature..."
Il sarcasmo lo ha fatto banshee. Tu hai avuto la presunzione di giudicare gli altri prima che loro aprivano bocca.
Cioè, il primo commento sotto quest'articolo è il tuo! Con ZERO parole di qualche altro commentatore. Zero! Non una!Tu parti in quarta ("questa è un'altra provocazione. Ora mi aspetto una serie di commenti del tipo...", su undici righe di commento, dieci sono una sentenza prescritta su quali saranno i commenti che verranno dopo (senza magari aspettare per vedere i commenti reali), una specie di "guerra ideologica preventiva".
e poi denunci
"...come questi delicati temi storici vengono spesso trattati e commentati su un sito che tratta argomenti sportivi..." ?
Con battute fuori luogo vengono a volte trattati.
@Silvano65,Krug:sono d'accordo su quello che scrivete.
Aggiungerei il nome,importante,della Banda Colotti e il particolare che i campi di concentramento italo-sloveni erano sparsi su tutto il nostro territorio.
Abito a pochi chilometri da uno di questi luoghi e,come volevasi dimostrare,non c'è quasi più traccia dell'insediamento nella memoria degli abitanti di quel paese.
@Dane:ho appena concluso di leggere Rodolfo Wilcock.
La sua demenzialità sfrontata si sta insediando nella mia scrittura...
@Tani:lo sto "bevendo" come una bibita,a sorsi.
Sembra una vernice post-moderna,aggiornata e antiglobale,dei pensieri meno lieti di un Tocqueville sulla democrazia americana.
@Feyerabend: e invece pensa che si scrive proprio così!... :-D
@Silvano65: negli anni 80 l'Argentina, il paese più cattolico dell'intero sudamerica, chiese al Papa (che a quei tempi era sempre in giro a godersi il mondo) una visita ufficiale. Il dittatore del più piramidale stato totalitario al mondo con le cui ricchezze si potrebbe trasformare l'Africa in un Canada o una Danimarca calda replicò premettendo subito la propria disponibilità a patto che gli ospiti si sobbarcassero l'intera spesa della vacanza fin dalla partenza dall'Italia.
L'Argentina, la cui inflazione ammontava allora al 70%, ebbe la dignità di rifiutare.....
@Simone: meraviglioso genio sottovalutato, si parla sempre e solo di Soriano e Borges ma la sua follia spudorata dovrebbe essere insegnata agli studenti lobotomizzati di oggi. Meravigliose le ormai introvabili cronache dei Mondiali per il Grafico o la satira sulla guerra delle Malvinas per il Clarin.....ho sempre pensato si fosse trasferito in Italia per salvare la pelle....
@Dane:è uno dei pochi "stranieri" che ha osato scrivere in italiano.
"I due allegri indiani" è diseguale ma alcuni capitoli sono assolutamente geniali.
Molto sottovalutato anche nella nostra letteratura.
Quando si parla di Argentina,nel Novecento,la citazione d'obbligo è al Sabato di "Sopra eroi e tombe".
Un romanzo di una potenza spaventosa,visionario nel suo incedere epico e catartico.
Sui biancogialli,soprattutto di quel periodo,meglio un bel Fosbury.
Altrimenti...
"Sopra eroi e tombe" credo sia il più grande romanzo sudamericano in assoluto, e uno dei primi al mondo.
Non ho capito cosa intendi per bianco e gialli...
"Non ho capito cosa intendi per bianco e gialli..."
Ad occhio bianco e gialla è la bandiera del Vaticano...
Sì, quello l'avevo capito, è che siccome si parlava di libri pensavo si riferisse a qualche libro-denuncia.....evidentemente invece era un commento volante... :-P
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