A chi importa se il Manifesto fallisce

di Stefano Olivari
Del governo Monti i media parlano bene, grazie anche al facile confronto con i precedenti, ma non ancora benissimo. Sarà per questo che lo stanziamento per i contributi diretti all'editoria, inizialmente previsto in 47 milioni di euro, è stato elevato prima a 70 milioni e adesso, all'ultimo conteggio, si è arrivati a quota 120.
Non è un retroscena, ma l'annuncio del sottosegretario all'editoria Paolo Peluffo, che in maniera acrobatica ha spiegato come mai dopo tanto parlare di mercato e liberalizzazioni si è scelto di replicare un modello di cultura assistita dallo Stato secondo il ragionamento (fondato) che l'intellettuale non saprebbe mantenersi da solo, così come il giornalista che a volte ne è la parodia. Avanzi di gestione del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio, riassegnazione di residui relativi agli esercizi precedenti, soldi di un decreto del 2009 mai distribuiti, supercazzole varie ed eventuali. E parliamo solo dei contributi diretti, non di quelli indiretti attraverso facilitazioni, finanziamenti agevolati, defiscalizzazioni, che poi sarebbero il grosso della torta. Sul vostro quotidiano preferito, quello che invita ad essere flessibili (già lo siamo, grazie) avete letto virulenti editoriali contro questo ennesimo regalo? Nessuno si impietosisce se fallisce un'azienda manifatturiera, diciamo proprio l'azienda e non le persone che ci lavorano e che magari sopravvivono grazie a vari ammortizzatori sociali, quindi perché a una persona normale dovrebbe fregare qualcosa se fallisce il Manifesto? Diciamo il Manifesto perchè lo scenario è questo, ma quasi nessun quotidiano cosiddetto 'indipendente' starebbe in piedi ai livelli di occupazione attuali senza questi sostegni. Fa eccezione il Fatto Quotidiano, che ha come filosofia quella di non accettare aiuti di stato. Ma è, appunto, una lodevole eccezione. Mentre il mitico mercato colpisce duro la stampa periodica, che però fa meno notizia. Ha chiuso quel giornale di informatica? E chi se ne frega, mica ha sfornato deputati e terroristi. Potranno sempre aprire un chiringuito... Morta la finta pubblicità per i quotidiani, quella istituzionale, non potevano quindi morire anche i regali diretti. Il problema è che non abbiamo ancora accettato, sul piano ideologico, che se un'attività non interessa o non è comunque in grado di autofinanziarsi non ha senso che esista.


Twitter @StefanoOlivari

29 commenti:

Emidj74 ha detto...

Concordo.

Leggere certi corsivi del Corriere sul 'libero mercato' sapendo i soldi che si beccano a me fa scattare il 'vaffanculo' immediato.

Il problema sui contributi all'editoria e' che, in teoria, un'aiuto per l'informazione libera e la cultura puo' essere accettabile. In realta' gli aiuti sono usati dai partiti per mangiarci sopra tramite i loro giornali.

E poi, con l'avvento di internet, l'informazione libera la si trova dovunque, per cui gli aiuti di Stato ai giornali diventano obsoleti.

jeffbuckley ha detto...

Argomento spinosissimo….
Sperando che la discussione, se ci sarà, sia il più possibile scevra da condizionamenti derivanti dall’orientamento politico, dico la mia:
1. L’informazione come la cultura non può più mantenersi da sola, almeno non in Italia dove alle insidie della modernità (internet, minor potere economico delle famiglie) si aggiunge una tradizionale scarsa attenzione a questi temi da parte delle masse (quando ero bambino mio nonno comprava tutti i giorni l’edizione pomeridiana de “La Notte” – si perché alcuni giornali facevano addirittura due edizioni al giorno… - ; oggi non so se lo farebbe ancora. A me piace leggere e leggo sempre anche il giornale ma tra il sito online e la colazione al bar la mattina presto lo compro un paio di volte a settimana).
2. Io darei a tutti i giornali la stessa cifra, il resto se lo guadagnino con le vendite e la conseguente pubblicità, altrimenti chiudono. Al di la di tutto credo che il corsera, la stampa, repubblica etc… presentino firme più interessanti da leggere di altri giornali…
3. I giornali a prevalente o esclusiva connotazione politica saranno sempre poco letti e, in genere, solo dai lettori della loro “area”. Oltre al finanziamento di base si facciano dare i soldi dai loro lettori o dai partiti di riferimento.
4. Musei e mostre di vario tipo: stretto controllo della qualità dell’offerta e del bacino di potenziali utenti. I bronzi di riace in Calabria non va a vederli nessuno, perché cazzo devono stare la? Pompei non si può spostare (purtroppo…) ma le opere singole si… Non è meglio avere 100 musei ben tenuti e visitati che 1.000 con pochi soldi e che nessuno nemmeno conosce? Ovvio che vuol dire fottersene altamente di logiche politico – locali, clientele, voto di scambio etc…
5. Cinema e teatro: idem come punto 4. In teoria giusto finanziare opere prime che altrimenti non troverebbero soldi per uscire ma se vuoi i soldi pubblici (e anche qui fisserei un tetto uguale per tutti) prima trovi un produttore che mette una percentuale del costo e ci mette la faccia. Se un produttore propone 10 film e nessuno di questi incassa un cazzo, fine dei soldi alla casa di produzione e avanti altre proposte. Lo so che il successo di pubblico non fa sempre scopa con la qualità del prodotto ma allora torniamo alle domande iniziali
6. Musica di ogni tipo: neanche un centesimo a nessuno. Gli artisti (?) inizino a creare un circuito di locali e ascoltatori suonando gratis come fanno in america e sbarcando il lunario come tutti gli altri mortali, i migliori qualcuno che li paga per incidere dischi, suonare a festival etc.. lo trovano. Inoltre divieto assoluto di presentare nei TG delle reti nazionali l’ultimo disco di.. l’ultimo film di… etc… Già che ci sono: presentatori delle trasmissioni RAI pagati nell’ambito del loro contratto annuale (altro che 1,3 milioni a Morandi per Sanremo), ospiti solo gratis (si fanno già abbastanza pubblicità, li dobbiamo anche pagare?) tanto le trasmissioni la gente le guarda lo stesso.

Anonimo ha detto...

standing ovation Direttore!!!
in queste cose sono iperliberale: hai un sufficiente numero di lettori? hai un sufficiente numero di sponsor privati (pubblicità)? bene;
non ce li hai? a casa.

ps: il Fatto Quotidiano rinuncia al finanziamento diretto ma credo comunqe che usufruisca, come gli altri giornali, di vantaggi indiretti. Qualche tempo fa c'era anche stata una polemica su questa cosa. Comunque lodevoli.

Anonimo ha detto...

Jeff per me lo Stato, in questo campo, non dovrebbe finanziare direttamente nulla, semmai favorire l'apertura del mercato e agevolare, magari anche con la leva fiscale, le attività culturali piuttosto che di altro tipo.
Non ho capito la polemica sui Bronzi di Riace. Già la Calabria è ai minimi termini, togliamole anche uno dei pochi tesori artisitici riconosciuti a livello mondiale.......

Italo Muti ha detto...

E' un direttore in formissima, sempre aulico e pungente.

Fosse per me, i servi servorum avrebbero due opzioni, o la vanga o le legnate.

Non vendi? cazzi tuoi.
La libertà de che? Dell'esser servi fino in fondo, senza dare notizie ma divulgare il bollettino stampa? stikazzissimi...

Italo

jeffbuckley ha detto...

ricca nessuna polemica specifica, è il primo caso che mi è venuto in mente, avrei potuto dire della statua lignea della madonna del cantone di sailcazzodove... detto questo credo che in calabria ci andrebbe molta più gente se potesse godere del bellissimo mare, dei boschi della sila etc.. con qualche struttura in più e un po' più di cultura del turismo" (se vuoi ti racconto). poi se hai dei numeri che dimostrano quanti dei turisti che vanno in calabria ci vanno per vedere i bronzi fammi sapere.

cydella ha detto...

Io spero che falliscano tutti i giornali: tutto via internet e vediamo chi vale veramente.
Altro che i giavazzi vari che vengono a pontificare di mercato libero e poi scrivono su giornali assistiti dallo stato.

Anonimo ha detto...

Jeff la situazione della Calabria la conosco molto bene e so che ha una capacità attrattivo/turistica disastrosa soprattutto considerandone invece il potenziale.
Come so anche che i Bronzi di Riace sono sfruttati al 5% di quello che potrebbero.
Dico solo che invece che toglierli di lì, bisognerebbe combattere perchè venissero valorizzati, insieme a tutto il resto, in loco.
Se questo significa toglierli dalle mani degli amministratori locali ed affidarli a soggetti esterni ok, ma spostarli in altra regione sarebbe solo l'ennesima legnata a quella povera terra (e la cosa grave è che la maggior parte dei Calabresi se ne fregherebbe altamente)

Stefano Olivari ha detto...

@Jeff: sono d'accordo sui principi di tutela della cultura, ma quale cultura? E' un concetto indefinibile, a meno di non diventare (copyright Marinetti) un paese di archivisti, di catalogatori del passato...sbavare di fronte a un frammento di un vaso significa conoscere gli Etruschi? E poi, pur con tutte le regole del mondo, si arriverebbe ad un punto della catena in cui i finanziamenti sarebbero decisi da un 'commssione'...

Anonimo ha detto...

comunque se ti va raccontami; è sempre utile ascoltare una cosa in più. :-)

Emidj74 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Emidj74 ha detto...

Italo: Praticamente sei sulla stessa lunghezza d'onda di Travaglio e BeppeGrillo. COMUNISTA! :D

Anonimo ha detto...

contributi meritati sul campo!

libeccio ha detto...

Quella di Stefano è una tesi che sostengo da sempre, pur avendo frequentemente apprezzato il Manifesto anche se in tempi lontani. Allo stato attuale, i soldi regalati al Manifesto servono soprattutto a Valentino Parlato e a Norma Rangeri per vivere nell'agio in nome di una fantomatica libertà di informazione a senso unico. Eppure riescono sempre a sfangarla, come Radio Radicale, come il Foglio di Ferrara che becca circa 5,5 milioni di euro l'anno per far divertire i 10 giornalisti che ci lavorano e il direttore che lo firma. Come Mr. Ciarrapico che con i rimborsi editoria taroccati si è intascato ben 30 milioni di euro. Potrei continuare con gli esempi, ma credo che quelli fatti siano sufficienti. Uno scandaloso fenomeno di denaro pubblico regalato a amici e finti nemici. Tutti insieme appassionatamente. Ciao.

jeremy ha detto...

ricca, posso dirti che non è proprio vero che i calabresi se ne fregherebbero altamente. Ma non per una questione culturale, ma per una questione diciamo di "proprietà". E te lo dice uno che i Bronzi in vita sua non li ha mai visti pur abitando a 40km da Reggio (nemmeno con la scuola). Ci ho provato, ma il Museo era sempre chiuso..... So che adesso stanno tentando di rilanciarlo, anche se i numeri sono da sagra del centrino all'uncinetto.....

Anonimo ha detto...

Jer sì sul Museo stendiamo un velo pietoso.
Io li ho visti un paio di volte e credo che meritino veramente (tra l'altro la stanza in cui sono esposti è bella e ben tenuta, ma solo quella).
Peccato per il contesto.
Se la proprietà significa solo non darli ad altri beh è un po' triste.

spike ha detto...

applausi a scena a perta. basta regalie basta prebende

jeremy ha detto...

ricca, il concetto di "proprietà" è piu ampio e comunque i Bronzi è giusto che stiano dove stanno. Come tutte le opere che hanno una connotazione ben localizzata. Non mi ricordo se il David è andato in tour (me par) ma la ritengo una cazzata sotto tutti i punti di vista. A meno che non si sgancino i pezzi non grossi, ma grossissimi (toh un milione di euro a settimana, come minimo).

Arthur ha detto...

Pienamente d'accordo col pezzo del direttore.
Però vorrei togliermi una curiosità.
Se da domani non ci fossero più sovvenzioni statali quali giornali riuscirebbero a rimanere aperti (a parte "il Fatto" ovviamente)?

cesare ha detto...

Basta scaricare i giornali dai vari rapidshare .... e poi vediamo!

jeremy ha detto...

Arthur, beh è tutto legato ai costi: visto che i ricavi tenderanno sempre di più ad assottigliarsi si dovranno ridurre i costi. Ma i giornali, almeno quelli con uno scopo, non moriranno.

jeffbuckley ha detto...

"Alla figura di merda, ora al Pd siciliano si associano anche i guai giudiziari. Adesso sono i carabinieri a voler contare le schede di Palermo. Si sono presentati in sede, servizio a domicilio" (da Dagospia).
Scusate il parziale OT: qualcuno mi sa spiegare perchè una cosa interna ad un partito deve interessare le forze dell'ordine? La Borsellino ha fatto ricorso ai garnti del partito, non possono vederesela loro?

Vi ha detto...

"Il problema è che non abbiamo ancora accettato, sul piano ideologico, che se un'attività non interessa o non è comunque in grado di autofinanziarsi non ha senso che esista."

Dopo aver studiato in Bocconi? Stefano mi meraviglio di te! In ogni caso il Manifesto potrebbe farsi finanziare da tutti qui parassiti che gridano alla morte della democrazia perché chiude una testata storica ma che non sborsano manco i 600 euro dell'abbonamento annuale. Perché un signor Pinco Pallo qualunque dovrebbe pagare con le sue tasse un servizio non di pubblica utilità e che interessa esclusivamente a qlc altro non me lo spiego. Negli US sono pieni di think tank, fondazioni e supercazzole che si finanziano con contributi privati. Faccio il caso di un sito di sport che seguo da una decina d'anni: se il direttore facesse una sottoscrizione per pagare un sito nuovo o semplicemente il tempo che ci dedica io il mio contributo ce lo metterei. Già fatto per almeno altri due siti.

jeremy ha detto...

jeff, non so forse sono stati autenticati da un notaio. Effettivamente è come se chiamassi i carabinieri per una votazione di condominio o piu seriamente per un'assemblea dei soci di una Srl.

jeffbuckley ha detto...

non sono un esperto ma credo che per le assemblee di condominio ci siano delle regole che prevedono la denuncia all'autorità... ma le primarie di un partito... e se fanno un congresso? anche li in caso di contestazione chiamano i carabinieri?

jeremy ha detto...

boh jeff, lo avranno messo per iscritto che in caso di contestazione ci puo essere la denuncia alle autorità, magari stilando un accordo tra le parti (i candidati).

Un gobbo ha detto...

ditemi che non è vero che hanno fatto casini per le primarie..AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

Emidj74 ha detto...

se al PD fossero seri Er Piadina si sarebbe gia' dimesso. Ma orami anche loro sono un po' lontanucci dalla realta'....
Berlinguer si stara' rivoltando nella tomba :(

Italo Muti ha detto...

@Emidj74

sono loro che la pensano come me....Fascisti :DDDDDDD

La linea Bersani è diventata linea Maginot...e porta pure sfiga ;DDD

Italo