I tesserati di Pordenone

Realtà romanzesca a Pordenone, nell'Italia delle corporazioni che non si rassegnano a un futuro in cui sarà più difficile (purtroppo non impossibile, visto che da noi la riprovazione sociale per questa pratica è minima) raccomandare i figli. In pratica, come abbiamo letto sul Fatto Quotidiano a firma di Eleonora Bianchini, l'ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia ha denunciato Pnbox, una web tv di Pordenone. Il motivo fa sorridere: esercizio abusivo della professione giornalistica.
Si tratta infatti di una testata non registrata, dove gli utenti  possono caricare video autoprodotti di cronaca, sport e altri argomenti. La tesi è, semplifichiamo ma non troppo, che chi non ha il tesserino non possa fare informazione. Quindi, seguendo questo raffinato ragionamento, qualsiasi blogger sarebbe fuorilegge perché qualsiasi scritto è in ultima analisi informazione. E anche chi osasse segnalare un fatto di interesse pubblico attraverso Facebook (accade raramente, di solito siamo al livello di 'Stasera ravioli al topinambur, poi Milan-Barcellona in 3D') o Twitter (lì sei costretto a limitarti dai 140 caratteri), senza avere essere iscritto all'Ordine, potrebbe quindi rischiare fino a sei mesi di carcere. Peccato che una sentenza del 2010 della Cassazione stabilisca che le pubblicazioni online di una testata non registrata non sono soggette alla legge sulla stampa. Dal punto di vista di Pnbox, ma anche di Indiscreto e di un milione di altri siti, significa che ognuno è responsabile di quello che scrive. Ma a molti risulta inaccettabile, ancora nel 2012, che i cittadini debbano rispondere solo alle leggi dello Stato e non a quelle di chi difende il proprio orticello. Appuntamento al prossimo editoriale, scritto da gente tesserata, in cui si spiega l'utilità del 'mercato' per estestiste e tassisti. 

Twitter @StefanoOlivari

7 commenti:

Vi ha detto...

E' un bel direttore!

spike ha detto...

ottimo e abbondante. Aboliteli!

Anassagora ha detto...

Albi e ordini hanno un senso per assicurare professionalità ai terzi.. ci sono il tutto il mondo (infatti è solo demagogia quando si parla dell'abolizione dei notai) non devono però essere chiusi o avere tariffe restrittive...

Quello dei giornalisti non assicura nessuna professionalità però.

K

Dane ha detto...

Secondo me più che parlare di abolizione degli ordini o dei notai bisognerebbe analizzare la loro funzione. In Italia la solita buffonata, ça va sans dire...

Stefano Olivari ha detto...

Quanti giornalisti, medici, avvocati, notai, eccetera, disonesti sono stati sanzionati dai rispettivi ordini? Facendo la statistica sull'ordine che conosco meglio, non più del 10% di quanti lo avrebbero meritato... continuo a fidarmi di più del vituperato Stato che di questi organismi corporativi, oltretutto spesso governati dalla serie B delle rispettive professioni...

spike ha detto...

Stefano vado a memoria ma non credo di sbagliare troppo, dalla riforma bersani in poi l'Ordine degli avvocati ha comminato circa 200 sanzioni.nulla.

Gli ordini servono a difendere se stessi non a garantire i clienti.

Dane ha detto...

Più che le percentuali poi andrebbero osservate le nature delle sanzioni, per capire la ridicolaggine degli ordini. Come nel caso della famosa avvocatessa dei vip, più volte richiamata per tariffe oltre i limiti stabiliti per legge e alla fine punita con tre mesi di sospensione.
Cioè, una che ha 10 avvocati dipendenti sotto di lei e che l'unico lavoro che svolge è andare a mostrarsi in tv per farsi pubblicità ed ogni tanto presentarsi in udienza (ma solo se c'è di mezzo il cliente vip, 'chè se sei "solo" milionario senza faccia spendibile ciccia...) "punita" con tre mesi di vacanza...