C’è una sottile differenza tra il successo di Flavia Pennetta e la sconfitta di Karin Knapp nelle finali giocate domenica. La prima, Flavia, ha scelto Vina del Mar per raccogliere i frutti di una rinascita voluta con le unghie e con i denti e dunque ha evitato tornei più competitivi per cercare un successo alla sua portata, che in ogni caso vuol dire fiducia. L’altra, Karin, si è piegata alla numero uno del mondo ma la sconfitta con la Henin vale come una vittoria perché arrivata dopo il successo in semifinale contro la Li Na e perché, a 20 anni, il futuro è nelle sue mani. Insomma: il risultato di Karin vale forse di più di quello di Flavia, ma comunque il nostro tennis femminile ha dimostrato di essere il settore trainante anche dopo la cocente sconfitta in Fed Cup contro la Spagna. Una sconfitta che ovviamente adesso fa ancor più pensare: la Pennetta vista a Napoli non era certo quella vista domenica. E dunque la domanda ovvia è: come mai? La risposta la lasciamo a chi, dopo il successo di domenica, sostiene che comunque la convocazione di Barazzutti abbia portato bene. E magari nel frattempo chiediamo anche alla Knapp e a Fognini, arrivato in semifinale a Costa du Sauipe e ora con il suo miglior ranking di sempre, quanto sia stato importante avere il supporto di chi oggi rivendica i meriti dei loro progressi.
Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it
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