Il romanzo di Camilleri
Aiuto, il Chelsea cattivo saccheggia i nostri vivai. Questo si legge ad intervalli regolari, dimenticando il piccolo particolare che noi facciamo lo stesso con i paesi più poveri o più deboli come organizzazione: così le ultime lamentele del presidente della Reggina Lillo Foti sono semplicemente ridicole. Stiamo parlando ovviamente di Vincenzo Camilleri, il quasi sedicenne difensore centrale della società calabrese e della Nazionale Under 16 che non solo è un piccolo fenomeno (ha già esordito in prima squadra, contro l'Inter in Coppa Italia) ma che ha anche il grave difetto di pensare al suo futuro. Così quando Frank Arnesen ha parlato con lui e famiglia la decisione è stata facile: un lavoro o pseudotale per i genitori, in modo da giustificare il cambio di residenza, ed un contratto che partirà proprio il giorno del suo sedicesimo compleanno, il 6 marzo. Presumibilmente anche soldi una tantum, non ci sarebbe da stupirsi. Ma a Foti non sarebbe bastato offrirgli di più, invece di rispolverare la retorica dei figli del Sant'Agata? Non si può accettare la logica del più ricco con gli africani e poi chiedere solidarietà quando arriva il cattivo Abramovich. In una intervista al Corriere dello Sport Foti si è poi superato: ''Camilleri era arrivato qui tre anni fa. Aveva dei problemi di salute, scompensi a livello di postura, lo abbiamo curato''. Capito? Foti deve essere uno che paga le cure per ogni ragazzo con problemi di postura, specialmente se viene da Gela (per la serie 'Siamo sempre il Chelsea di qualcun altro'). Più in generale fra i tanti ragazzi italiani che nell'ultimo decennio sono stati ingaggiati da minorenni (o quasi) da settori giovanili inglesi non si registrano casi di suicidio: qualcuno è diventato un campione (Rossi), qualcun altro un buon professionista (Maresca, Dalla Bona), qualcun altro ancora una speranza mai diventata realtà che però ha fatto un'esperienza di vita importante (e pagata), imparando l'inglese e tante altre cose.
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