1. Pochi mondi sono finti come quello della pubblicità, dove tutti gli attori hanno interesse a negare l'evidenza ed affermare che non esiste crisi, nonostante sia l'economia reale che quella di carta stiano precipitando: le aziende fanno girare soldi che si traducono in vendite dei prodotti, in relazioni politiche ed in benefici diretti per i dirigenti in determinate posizioni (''Ti compro un banner con i soldi dell'azienda, ma poi fai scrivere un articolo a mia moglie pagandola la metà del prezzo del banner'': senza ipocrisia questo il discorso medio che viene fatto), gli editori diffondono dati palesemente falsi e drogano le diffusioni con trucchi da magliari (le copie omaggio sui treni e negli stadi sono quasi uno scherzo), i giornalisti si imboscano guadagnando le briciole e pensando di essere importanti, gli intermediari (concessionarie e soprattutti gli inutilissimi e dannosi centri media) guadagnano sempre e comunque.
2. Limitandoci all'Italia, nel 2008 quasi tutte le emittenti televisive hanno avuto un crollo 'reale' (al netto quindi di sconti e svendite) della raccolta di almeno 25%, i giornali stanno vendendo a prezzi stracciati il loro spazio, la radio tiene ma nulla più mentre il web cresce troppo poco per assorbire la disoccupazione che arriva da altre parti. Per questo viene da sorridere quando si leggono frasi come ''Il 2008 per gli investimenti pubblicitari in Italia si dovrebbe chiudere probabilmente un po' peggio rispetto a quanto previsto a settembre''. Parole del presidente dell'Upa (Utenti Pubblicità Associati) Lorenzo Sassoli De Bianchi, una delle architravi del sistema. A fine settembre l'Upa aveva stimato una crescita dello 0,5% della raccolta pubblicitaria sui mezzi classici, una previsione a sua volta già rivista al ribasso dal precedente +3%. Ma la realtà è molto peggiore, perchè anche prendendo per buono il miniaumento assoluto è aumentato il numero delle realtà editoriali affamate di soldi. Insomma, due lire in più divise per moltissimi di più.
3. La raccolta pubblicitaria sui mezzi classici va così bene che con il decreto legge approvato oggi dalla Camera si sono stanziati 10 milioni di euro per l'Inpgi (l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti) per il prepensionamento dei giornalisti per il 2009. Traduzione: babypensionati pagati da quegli stupidi che pagano le tasse.
4. Non è chiaro con quale aliquota IVA, Sky sbarca anche sull'iPhone. Dove dopo l'acccordo fra Sky.it ed Apple si potrannno seguire gratuitamente i risultati delle partite di Serie A e di Champions League, oltre che ricevere news. Il vantaggio per Apple (auguri a Steve Jobs, uno dei pochi uomini della nostra epoca a poter essere definito genio) è evidente: un contenuto a costo zero, secondo il teorema cialtrone che le notizie (e quindi chi le scrive) siano commodities. Quello per Sky.it è rinforzare il brand aziendale: sul web non si guadagna niente, tanto vale regalare i contenuti in un contesto di target fighetto.
5. Luciano Moggi, protagonista ieri da Vespa con un contraddittorio imbarazzante nella sua inesistenza, non porta bene a Libero. L'editore ha infatti comunicato alla redazione l'inserimento di Libero Mercato, il dorso finanziario del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, all'interno di Libero nelle edizioni di tutta Italia. Traducendo dal giornalistese questo significa meno pagine e meno cinque giornalisti. Ovviamente contratti a termine.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
2. Limitandoci all'Italia, nel 2008 quasi tutte le emittenti televisive hanno avuto un crollo 'reale' (al netto quindi di sconti e svendite) della raccolta di almeno 25%, i giornali stanno vendendo a prezzi stracciati il loro spazio, la radio tiene ma nulla più mentre il web cresce troppo poco per assorbire la disoccupazione che arriva da altre parti. Per questo viene da sorridere quando si leggono frasi come ''Il 2008 per gli investimenti pubblicitari in Italia si dovrebbe chiudere probabilmente un po' peggio rispetto a quanto previsto a settembre''. Parole del presidente dell'Upa (Utenti Pubblicità Associati) Lorenzo Sassoli De Bianchi, una delle architravi del sistema. A fine settembre l'Upa aveva stimato una crescita dello 0,5% della raccolta pubblicitaria sui mezzi classici, una previsione a sua volta già rivista al ribasso dal precedente +3%. Ma la realtà è molto peggiore, perchè anche prendendo per buono il miniaumento assoluto è aumentato il numero delle realtà editoriali affamate di soldi. Insomma, due lire in più divise per moltissimi di più.
3. La raccolta pubblicitaria sui mezzi classici va così bene che con il decreto legge approvato oggi dalla Camera si sono stanziati 10 milioni di euro per l'Inpgi (l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti) per il prepensionamento dei giornalisti per il 2009. Traduzione: babypensionati pagati da quegli stupidi che pagano le tasse.
4. Non è chiaro con quale aliquota IVA, Sky sbarca anche sull'iPhone. Dove dopo l'acccordo fra Sky.it ed Apple si potrannno seguire gratuitamente i risultati delle partite di Serie A e di Champions League, oltre che ricevere news. Il vantaggio per Apple (auguri a Steve Jobs, uno dei pochi uomini della nostra epoca a poter essere definito genio) è evidente: un contenuto a costo zero, secondo il teorema cialtrone che le notizie (e quindi chi le scrive) siano commodities. Quello per Sky.it è rinforzare il brand aziendale: sul web non si guadagna niente, tanto vale regalare i contenuti in un contesto di target fighetto.
5. Luciano Moggi, protagonista ieri da Vespa con un contraddittorio imbarazzante nella sua inesistenza, non porta bene a Libero. L'editore ha infatti comunicato alla redazione l'inserimento di Libero Mercato, il dorso finanziario del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, all'interno di Libero nelle edizioni di tutta Italia. Traducendo dal giornalistese questo significa meno pagine e meno cinque giornalisti. Ovviamente contratti a termine.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
9 commenti:
"Ma la realtà è molto peggiore, perchè anche prendendo per buono il miniaumento assoluto è aumentato il numero delle realtà editoriali affamate di soldi. Insomma, due lire in più divise per moltissimi di più"....questo scenario riguarda ancor di piu' il web, dove nel corso dell'ultimo Iab Forum ho visto il proliferare di concessionarie improbabili (tra le quali i vari blind network, cioè broker che ti vendono valangate di impression invendute dai vari editori, tra le altre cose interessante il consorzio messo in piedi da Rcs/Manzoni sulla medesima logica di cui sopra...)alla ricerca di budget risicati.
Per quanto riguarda l'applicativo di Sky comunque sia puo' essere una buona idea di mrktg puntando al target fighetto (del resto funzionano bene anche gli applicativi a pagamento da quelo che ci dice un nostro cliente).
Che dire stiamo alla finestra
Qui in Inghilterra la situazione e' drammatica, con l'Independent che affita gli uffici dal Daily Mail (per dire l'Unita' che affita gli uffici dal Giornale). In ufficio c'e' un atmosphera da fine impero (musi lunghi, paura di perdere il lavoro - tutto gli impiegati del settore privato hanno il contratto a termine.). Pero' c'e' un silver lining: Il Los Angeles Times e' riuscito - primo giornale al mondo - a fare abbastanza profitti dal web per mandare avanti il giornale. Fino adesso, tutti i giornali hanno siti, piu' o meno belli, che vanno avanti grazie ai contenuti editoriali dei giorniali - adesso forse i giornali sopraviveranno grazie ai soldi che porta il web.
Il problema pubblicitario del web è che è estremamente facile verificare le palle. Sulla carta un bravo venditore riesce tuttora ad infinocchiare con la storia del target. Poi nessuno guarda i banner e nessunissimo le pubblicità sui giornali (pochissimi i forzati di quella tivù, aspettando il TiVo italiano), ma questo è un altro discorso. Lo scenario di KB alimenta le nostre illusioni e si riferisce giustamente ad una realtà qualche anno davanti alla nostra, ma purtroppo la vita è adesso...
E' la tendenza in atto anche da noi. Rcs divisione digital msta avendo dei buoni risultati in questi termini ma il deficit dell'ogg line in questo momento non puo'essere colmato dall'online...dobbiamo solo sperare, in attesa (e con l'auspicio) che Indiscreto diventi sempre piu' per l'informazione sportiva reale e non edulcorata quello che Dagospia è o dovrebbe essere per quanto riguarda la società/politica/economia.
Certo è che le troppe vertà sgradite non piacciono ai "main sponsor"
E' la tendenza in atto anche da noi. Rcs divisione digital sta avendo dei buoni risultati in questi termini ma il deficit dell'off line in questo momento non puo'essere colmato dall'online...dobbiamo solo sperare che il tutto avvenga in tempi brevi. In attesa (e con l'auspicio) che Indiscreto diventi sempre piu' per l'informazione sportiva reale e non edulcorata quello che Dagospia è o dovrebbe essere per quanto riguarda la società/politica/economia.
Certo è che le troppe verità sgradite non piacciono ai "main sponsor"
Parlando di copie omaggio, questa mattina esco di casa per andare al lavoro ed uno strillone mi regala una copia di Repubblica omaggio.
Direttore si consoli con il DVD di SuperGulp allegato alla Gazzetta...
Jakala, c'era il Venerdi allegato?
No il Venerdì mancava, non ci ho fatto caso visto che Repubblica non è un giornale che compro di solito.
Anche sabato è stato distribuito.
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