Non far mai sapere alla mano destra ciò che fa la sinistra. Questa sembra essere la filosofia adottata dalla Kawasaki nel tormentone natalizio del ”mi ritiro- non- mi ritiro”. Così mentre con uno stringato comunicato (...) Yoshio Kawamura, managing director di Kawasaki Motors racing B.V., sembra togliere ogni speranza agli appassionati della marca di tutto il mondo, annunciando un ritiro atteso, temuto ed a lungo rimandato, nello stesso seppellisce nel testo della missiva un messaggio criptato. Quando infatti dice che la Kawasaki ha deciso di sospendere la sua attività all’interno della MotoGP nel 2009, lascia infatti la strada aperta ad un ritorno, e dove aggiunge che allocherà le risorse in modo più efficiente, ammette implicitamente che le due verdi Kawasaki rimarranno in pista a combattere. Purché qualcuno si faccia carico degli oneri finanziari necessari per affrontare la stagione, naturalmente. In pratica Kawamura ci informa che l’attuale situazione finanziaria della MotoGP, dove trovare sponsor è un’impresa ed i salari dei piloti sono trascinati verso l’alto dalla quasi imbattibilità di Valentino Rossi, non soddisfa la Kawasaki che passa la mano in attesa di tempi migliori. A chi? Per il momento all’attuale team manager, Michael Bartholemy. Un ritiro di facciata, dunque, le cui modalità probabilmente sono state determinate dalla necessità di non pagare le pesanti penali fissate dal contratto che legava l’industria giapponese alla Dorna sino al 2011. A questo punto, però, non si capisce perché annunciare il ritiro... a meno che ciò non serva per azzerare contratti in essere troppo onerosi. Da oggi in poi, infatti, salve le eventuali rivalse legali di Hopkins e Melandri, John e Marco dovranno ridiscutere gli accordi con il nuovo soggetto giuridico. A pensare male, si sa, si fa peccato...ma molto spesso ci si prende.
(Fonte: Paolo Scalera, Corriere dello Sport di sabato 10 gennaio)
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