Il cielo in soffitta, una casa bolognese di via Brocchindosso, davanti al verde melograno del Carducci, l’idea di avere degli amici fra i fantasmi come dicevano Gassman e Buazzelli, come ci hanno raccontato, divertendoci, Bob Hoskins, il poliziotto rude e Denzel Washington, l’avvocato nero troppo furbo che dà il suo cuore per il trapianto al bianco brontolone. Bologna e il suo basket, Bologna la città dove ti senti meglio se pensi che non esiste altro sport, che gli intrusi, sabato ad esempio, saranno quelli dell’Inter che affrontano il Bologna al Dall’Ara non certo le semifinaliste della 33^ coppa Italia. Parlavamo di fantasmi e per vedere Cantù sfidare la vincente di Benetton-Montegranaro bisognerebbe proprio chiamare alla tavola spiritica i fantasmi che da sempre tengono prigioniera Siena, la dominatrice, la più bella, l’imbattuta, la terribile. Portare quegli allegri compagnucci di Mario Pio e tenere lontani gli altri gli spettri delle due partite di campionato dove la NGC ha sentito sulla pelle la pesantezza della frusta senese, il peso di un Montepaschi che potrebbe anche occuparsi dell’Italia soltanto alla fine, cioè nei play off, dedicando anima e corpo soltanto alla Champions e alle finali di Berlino. Purtroppo per Cantù non comincerà con lei, perché le prese in giro per le beffe delle ultime due edizioni hanno fatto diventare Simone Pianigiani uno che che non si accontenta mai, che vuole olio di prima spremitura anche quando sarebbe ora di bersi un bicchiere di vino giovane aspettando che venga l’ora delle vere battaglia, in modo da essersi più distesi. Un pregio, ma anche un difetto direbbero i saggi. Vedremo. Comunque sia a Cantù serve una magia, serve tutto, serve una grandissima partita per restarci dentro almeno fino alla fine e, fossimo stati in Luca Dalmonte, non saremmo andati a stuzzicare Golia sventolandogli in faccia la fionda, ma forse anche pungerli un po’, questi imbattibili, potrebbe andare bene. Certo alla fine, se le cose si svolgeranno come pensano tutti, non mettiamoci a strillare, eppure vedrete che se il Montepaschi dovesse vincere la sua prima coppa Italia ci saranno altri che metteranno sotto processo squadra ed allenatore. A Cantù questo non accadrà, ne siamo sicuri. E’ bastata la crisi per la grande crescita a liberare l’aria dalla nube tossica di chi pensa male degli allenatori, dei dirigenti e, ogni tanto, anche dei giocatori, per avere una NGC che adesso è pronta per il grande finale della stagione, per mettersi a petto in fuori davanti a Siena, pur sapendo che sarà doloroso reggere l’urto, ma anche bello esserci nei giorno in cui il basket celebra la sua vera festa, un ritrovo nel borgo sacro quasi più solenne dei giorni in cui il playoff cuoce la stagione , gli spettatori e i suoi protagonisti.
Oscar Eleni
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