Dal libro dei temini giornalistici evergreen, insieme al vecchio leone che non molla mai, al giovane che non si monta la testa, alla provincia che dà tranquillità e a un centinaio d'altri, c'è sicuramente quello dell'allenatore italiano che tutto il mondo ci invidia. Vale per Tardelli come per Sergio Scariolo, che ieri alla panchina del Khimki ha affiancato quella straprestigiosa della nazionale spagnola. Solo che secondo noi in Italia Scariolo è sempre stato davvero sottovalutato, a dispetto della dimensione internazionale raggiunta da oltre un decennio. Come tutti sanno guiderà la selezione argento a Pechino agli Europei 2009 in Polonia, ai Mondiali 2010 in Turchia, agli Europei 2011 in Lituania e alle Olimpiadi di Londra 2012, aggiungendo un 'forse', al contratto quadriennale: perché se c'è una nazionale che ha dimostrato la marginalità della figura dell'allenatore in questo tipo di competizioni è proprio la Spagna. Dall'inizio dell'era Gasol, quindi il 2001, sulla panchina iberica si sono seduti ben sette allenatori: Lolo Sainz (una vita nel Real ed argento ad Euro '99, superato dall'Italia di Tanjevic), Javier Imbroda (che prese in mano la squadra poco prima dell'Europeo 2001), Moncho Lopez, Mario Pesquera, Pepu Hernandez (coach del vittorioso Mondiale 2006 e dell'argento casalingo ad Euro 2007, prima dell'incredibile esonero preolimpico), Aito per il grande torneo di Pechino (prima di andare a Malaga, dove sta facendo benissimo) e appunto Scariolo. Che in Italia è stato grande da subito, nella Pesaro post Bianchini Uno (suo il secondo scudetto, quello del 1990), prima di allenare a Desio, a Bologna-Fortitudo e di emigrare in Spagna dove al Tau, al Real e a Malaga si è costruito una reputazione che gli ha regalato contrattoni ma anche delusioni ogni volta che una 'grande' italiana ha asserito di voler iniziare un ciclo: o Messina o Scariolo, da dieci anni il bar prevede solo questi due nomi. Ben sapendo che i grandi hanno un prezzo da grandi, comunque in linea con quello dei migliori giocatori: dire e far scrivere 'Volevamo Scariolo, ma chiede troppo' fa parte di uno schema fisso per dimostrare che la società è attiva sul mercato. Per questo Messina finirà al Barcellona, a meno di non accettare un assistentato NBA come tassa di iscrizione, mentre Scariolo a meno di ritardi nei bonifici o di crack finanziari (non improbabili nella Russia recente) starà a Mosca fino al 2011 insieme al 'suo' (l'ha lanciato a Vitoria e l'ha avuto anche a Malaga)Garbajosa e al già pentito Delfino.
stefano@indiscreto.it
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