Vietato masticare gomma quando si ha in bocca il veleno e ti viene in mente, inseguendo magari Mattioli o D’Este, che sarebbe stato bellissimo se lo sciopero minacciato dagli arbitri per le prossime giornate di campionato fosse iniziato un po’ prima. Luca Dalmonte non inghiotte, ma almeno si morsica la lingua come il Luca Laurenti di Sanremo. Vorrebbe cantarle a qualcuno con la faccia degli Angeli con la pistola, ma si rende anche conto che i primi a meritarsi una tiratina di maglietta sono certi giocatori che a parole sembrano sempre leoni, ma poi nella mischia perdono palloni banali. Chi? Li avete visti e poi saranno già pentiti, per cui niente cognomi e neppure nomi, anche se Elder ha proprio sbagliato partita e Zacchetti avrebbe potuto farne una bellissima se soltanto si fosse tenuto in tasca i palloni buoni che gli hanno dato. Ma come, gioca l’italiano Zacchetti e te la prendi con lui? Te la prendi se pensi che potrebbe fare molto di più e in un paio di giocate si è visto benissimo, ma l’idea, con lui, con altri, è che non sempre la testa sia nel fuoco di una partita, perché lo vedi svolazzare dopo un mezzo gancio andato a segno e ti viene il dubbio che si sia dimenticato del resto. Abbiamo visto rabbia, determinazione, abbiamo visto anche belle cose: Rich che vola, Lydeka che senza persecuzioni avrebbe fatto più di Pinkney, Mazzarino capace di mettere ordine anche dentro se stesso contro quei difensori assatanati di Siena, il ragazzo Berti che ha sbagliato due tiri aperti, diciamo facili, un'entrata con terrore in sottomano, un colpo facile dall’angolo, ma si è battuto bene, senza tremare, guidando il gioco, dando un’idea ariosa del suo essere giocatore di livello alto. L’avreste detto che per 37 minuti i campioni d'Italia in carica, gli imbattibili, avrebbero avuto una sensazione sgradevole fra i denti, come quando si mangia un torrone scadente, con miele invecchiato? No, di certo. Eppure è andata così e riannodando il nastro della partita, rigorosamente senza audio, perché ne avrete avuto anche voi abbastanza degli ex canturini che si sbrodolano addosso, delle freddure di antichi rivali che era molto più bello tenere alla larga che sentirseli arrampicare sulle spalle come ragni simpatici, ci si renderà conto che adesso i sogni per il domani non sono più esagerati perché la squadra funziona, ha una profondità giusta per stare nel mezzo del cammino in una vita smarrita soltanto per un attimo nei giorni in cui pensare male era obbligatorio. No, adesso tutto funziona bene, c’è sintonia e per il finale servirà tutto questo mentre a Bologna la presidenza Meneghin viene attaccata in maniera brutale, non soltanto dagli arbitri, mentre il coro intona la stessa litania, tanto per nasconderci la vera crisi delle società in bolletta, sul fatto che ci vogliono più italiani in campo. Già, ma chi li capisce giocatori come Bulleri? Chiedere a Milano e alla Virtus, ma, allora, direte voi, chiedere anche a Recalcati e in nazionale. Già, ma quale Nazionale? Non certo quella delle qualificazioni europee che saranno angoscia soprattutto adesso che qualcuno masticando veleno vede rosa all’orizzonte.
Oscar Eleni
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