In mancanza del silenzio

Più o meno tutti siamo cresciuti leggendo gli editoriali sui morti di Italia Novanta, ma anche nel 2009 trovare caschi protettivi in un cantiere edile (ne abbiamo proprio uno sotto la finestra) italiano non è esattamente la regola. L'unica certezza è che i morti di calcio abbiano più valore di altri, il controllo sociale ed il mitico 'sistema' prevede che noi si parli soprattutto di loro. E che anche all'interno dei morti di calcio si stabilisca una gerarchia precisa: per i 22 (ma forse di più, a chi importa contarli) ivoriani che hanno pagato con la vita la scelta di seguire Drogba e compagni nella partita con il Malawi la formula della 'tragica fatalità', per la prima ricorrenza della morte di Matteo Bagnaresi la solita spazzatura retorica ed ideologizzata invece del pietoso silenzio. Però bisogna ricordare che l'ultrà del Parma, uno che nel curriculum aveva tre anni di Daspo e prodezze anche extracalcistiche, non è stato ucciso dal poliziotto cattivo (la vulgata del caso Sandri) ma da una manovra affrettata di un autista terrorizzato da lanci di sassi e bottiglie. E giova anche ricordare che il pullmann (di tifosi dello Juventus Club Crema, ben lontani dal mondo ultrà) era stato assalito proprio dagli ultras del Parma. Meglio il silenzio. In mancanza del silenzio, almeno la verità.
stefano@indiscreto.it

4 commenti:

vincenzo ha detto...

Nella vicenda di Matteo Bagnaresi il silenzio (per fortuna) è calato perchè la dinamica è stata acclarata subito, stante l'assenza di coinvolgimento di forze dell'ordine.
Credo anche che la grancassa mediatica in questo caso si sia spenta immediatamente perchè non ha trovato sponde nei familiari della vittima, i quali a differenza di quelli di Gabriele Sandri, sono rimasti nell'ombra e non si sono prestati a strumentalizzazioni di sorta.
Ovviamente gli episodi sono ben diversi, ma personalmente ho apprezzato la riservatezza di chi ha pianto il proprio figlio in privato, senza voler cercarne una riabilitazione post-mortem.

Stefano Olivari ha detto...

Infatti a tornarci sopra sono stati solo alcuni giornalisti, ma giusto perchè il fatto è accaduto un anno fa e con le nazionali non si riempiono le pagine. La differenza fondamentale fra le due vicende è quella che hai detto, al di là della dinamica dei fatti che è cosa da tribunali.

Unknown ha detto...

Direttò, capisco e approvo il tuo sdegno, in realtà credo che i due casi siano ben diversi. Per Bagnaresi c'è stato il tentativo, mal riuscito e subito abbozzato, di farlo passare come "povera vittima" (in qualche maniera simile a Spagnolo ai tempi di Genoa Milan, dimenticando che Spagnolo stesso stava aggredendo il Barbaglia milanista che poi lo accoltellò, due colpevoli insomma, uno più sfortunato). Per Sandri invece il grave errore (o colpa?) mediatico è stato farlo passare come una vittima del calcio. Delle persone che si menano all'autogrill e un poliziotto che dà fuori di matto sono un fatto di delinquenza/disgrazia "normale". In questo senso si tratta di cavalcare comunque in maniera faziosa due eventi, ma profondamente diversi tra loro, a mio modo di vedere

Unknown ha detto...

E non dimentichiamo l'ultrà genoano investito dal pullman della Fiorentina, in circostanze analoghe a quelle di Bagnaresi.