Oscar Eleni da San Cristobal Entrevinas, Spagna, zona fra Castiglia e Leon, dove il suono delle nacchere delle novie “affittate” per ripopolare la zona rurale abbandonata dalle donne spagnole, ma sempre occupata dai contadini che difendono terra e tradizione, questi canti di amore, anche a pagamento, ci liberano le mani per poterle alzare subito quando i sapientoni dell’ultima ora vengono a farci domande sulle meraviglie del campionato che stuzzica persino le papille gustative dei nottambuli NBA, quelli che ti guardano come si fa con i matti sugli alberi quando gridano “ vogliamo una donna”.
A San Cristobal puoi raccontarla come vuoi, salvo ingannarli sullo stato di salute, mentale ed economica, del nostro basket che s’illumina con l’energia Edison, ma non sa come reagire alla buriana del dopo partita fra Virtus Bologna e Siena che diventa lite nel sottoscala, urla in portineria, con un caterpillar in salotto, non sa come spiegare che il suo Juventus-Inter viene bruciato quasi in una breve dagli stessi giornali che hanno dato una bella paginona al “ basket truccato”, partite di serie B e serie C dove arbitrini che poi arrivano in serie A con colleghi che hanno studiato, come loro, soltanto la parte del regolamento che va contro la logica del gioco. Siamo addolorati, venendo a sapere, qui nella dolce Castiglia dove maledicono il Basile che affonda il Real, che il pm Maria Luisa Mirando di Reggio Calabria ha convocato Giovanni Garibotti, ex presidente del Cia, Giovanni Battista Montella, responsabile settore commissari, per capire, per vedere se è davvero ipotizzabile il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva con tanto di abuso d’ufficio per via dei voti di merito pilotati.
Un pasticcio in più per Dino Meneghin che già vorrebbe prendere a pallonate qualcuno dei prodi che, facendosi compagnia nelle merende del dopo Maifredi, sperano sempre che la ragnatela sfinisca il prode Achille per liberare la poltrona che vogliono tutta per loro, soprattutto quelli che adesso vedono Petrucci un po’ distratto da questa guerra per il CONI che è tipica della politica, anche sportiva, del nostro paese: spiegateci come possono essere sicuri dell’elezione tutti e tre i concorrenti se in 44 hanno promesso il voto al presidente in carica? Qualcosa non torna. Come direbbero quelli che non vedono, non sentono e non parlano su questo pasticcio arbitrale che, per ora, è circoscritto alla serie B e alla serie C. Soltanto per ora?
Ma torniamo fra i rurales del Leon per essere processati insieme a chi non ricorda che negli ultimi due anni Piero Bucchi e Giorgio Valli erano già considerati due velenosi con gusto e per questo ci era stata promessa persino una mozzarella doc se ne avessimo cantato le gesta sul sito dove si presenta il prodotto per acquisti sicuri. Alzate le mani come gridava il prefetto Mori ai pezzi da novanta che aveva incatenato, fatele vedere, ammettete le vostre colpe. Questo è uno sfogo a mani alzate.
Non avremmo mai creduto che la linea grigia dell’Armani sarebbe diventata luminosa con la primavera. Bravi loro a resistere alle facce di circostanza, ai funerali senza bara. Il futuro è in questi profumi direbbe Livio Proli e ne prendiamo atto un po’ tutti.
Non pensavamo che Ferrara avrebbe trovato così tanta energia ingaggiando Allan Ray, pensavamo che fosse un errore. Non avevamo messo in contro tre cose importanti: la società, l’allenatore, la città. Tre diamanti perché Mascellani, Crovetti, Valli, gli italiani del gruppo, sono personaggi che dovremo tenere davvero in considerazione pensando a qualsiasi rivoluzione del sistema.
E’ vero che conoscevamo Lino Lardo come il grande condottiero delle armate scalze, quando gliene hanno data una con quasi tutto è arrivato alla finale scudetto, ma non pensavamo che avrebbe trovato questa energia nel territorio.
E’ vero che la Benetton ha un progetto affascinante con tanti ragazzi italiani da mandare in campo per la vera serie A, però sarà bene fare chiarezza subito perché se Daniele Sandri, uno con la testa giusta, deve tornare in panchina dopo essere stato ignorato sul campo, non aiutato, se deve fare spazio a Neal o Wood, persino a quel Bulleri che il Forum ricordava proprio così, spaventato anche dall’ombra di una mano sopra il pallone, allora qualcosa non quadra e ve li raccomando in difesa gli altri stranieri del gruppo verde. Con i loro piumini dovrebbero organizzare una bella lega poof insieme a molti della Scavolini e anche a molti della Fortitudo, per non parlare del gruppo Snaidero dove sembra, per fortuna, che la proprietà abbia dato ordine di tagliare finalmente i rami secchi con il professor Blasone che ha accettato di essere il potatore senza guardare in faccia nessuno, neppure il Jerome Allen che non è proprio sintonizzato con l’assistant senior come ci hanno fatto sapere da Biella dove Atripaldi si è confermato un adorabile bugiardo festeggiando la salvezza: va bene il palazzo nuovo, va bene tutto, ma perché mirare così basso?
Mani in alto per far sapere che appena abbiamo letto dell’illusione Virtus, questa volta è Bologna, domani sarà Roma, in futuro ne sentiremo altri, dell’abbaglio di Boniciolli, convinto di aver davvero spaventato Siena, mentre in piazza del Campo ancora si chiedono come potranno mai perdere se portano a casa partite giocate a due cilindri come quella della Futur Station, insomma quando abbiamo trovato il sasso esagerato in mezzo alla strada di una Vu nera sempre troppo dipendente dalla voglia di fare dispetti del Boykins, che considera questa parte del mondo cestistico da civilizzare, eravamo certi che qualcosa sarebbe accaduto nel derby di Ferrara. Collins ha presentato al puffo magico la stessa carta verde che pochi giorni prima gli aveva fatto vedere McIntyre. Loro non hanno 10 anni di NBA dietro le spalle, ma……
Pagelle e sidro del Leon godendo come ricci adesso che i tipi alla Iverson sono diventati il manifesto dell’anti gioco, dell’antisquadra, altro che risposte. Questi superegoisti, che hanno trasformato un gioco di squadra nel noioso “fermi tutti, ci penso io, perché io sono io e voi non siete un cazzo”, sono riposte che andrebbero valutate insieme a quelle di certi giocatori che non vedono l’ora di fare le valigie, di andarsene a lucrare altri dollari dove ancora credono che gli asini volano e ti fanno pure volare.
10 Al mastino HOOVER, la guardia scelta di Capobianco che ha ritrovato almeno la fortuna per Teramo ancora in debito fisico e mentale, perché una stagione di questa intensità, passate lassù in alto, costa tanto e devi digerirla bene, ma attenti che non lo facciano prima dei play off perché dopo saranno guai.
9 A Marco ALLEGRETTI, perché nella Ferrara di super Collins, dell’Allan Ray con sorriso e pancino dolorante, degli altri cacciatori di Valli, questo due e quattro sembra proprio il gusto forte che serviva alla Carife per entrare nel vivo di un gioco che la rende unica, la rende davvero la società rivelazione pur nella stagione d’oro di Teramo.
8 A Mario GIGENA che si fa davvero in quattro per essere tutto in questa Rieti dove, apparentemente, sembra che non ci sia quasi più niente, anche se fra tanti americani che fuggono, fra gente che non onora i patti, stiamo scoprendo che soltanto a Rieti si torna pagandosi persino il viaggio come ha fatto Ingles.
7 A Livio PROLI per aver resistito a tutto, anche quando la gente faceva l’elefante e scuoteva la testa guardando Piero Bucchi e quell’Armani che sembrava avere tutto, ma non il talento da grande corsa. Lui, ultimo arrivato, ha cercato di sopportare in silenzio e ora sembra davvero pronto a spiegare che se hai un progetto e non lo difendi, allora è giusto che ti mandino a casa, ma se credi in quello che fai arriverà anche il premio e la squadra risponde proprio come un gatto che potrebbe diventare pantera, perché Hall ricorda tanto certi americani malvisti che poi diventano quasi leggenda. Esagerato? No, se il cambio è Katelynas che è il più stuzzicante insieme a Sangarè.
6 Alla BENETTON che li fa giocare davvero i ragazzi italiani, anche se deve fare in fretta a chiarire cosa vuole da questa stagione: i tutti verdi, come la Scavolini, sono considerati alla stregua dell guanto di castoro nelle sale benessere. Contro le loro difese si rianimano anche i malati terminali.
5 Al progetto AZZURRA che ci sembra fin troppo oneroso, anche se ci saranno due squadre da costruire, la prima per i Giochi del Mediterraneo, la seconda per le Termopili europee, un lavoro approfondito che avremmo allargato anche alle Universiadi, dove si fanno esperienze più utili rispetto ad altre manifestazioni tipo quella di Pescara.
4 Alla VIRTUS Bologna che venerdì troverà tutti al suo fianco nell’unica finale europea rimasta disponibile al basket italiano, ma che arriva stressata a questa semifinale avendo scoperto che le “ faccine” da incazzatura a presa rapida tornano appena allenti la presa e chi parla di 2° posto non ha calcolato che La Fortezza potrebbe fermarsi a 36 mentre Roma, Milano e Teramo hanno buone possibilità di andare a 38, con tutti i danni relativi. Vero che c’è in calendario un Teramo-Virtus, ma lo si diceva anche prima di Ferrara, senza dimenticare che poi ci sarà anche Montegranaro.
3 A Massimo BULLERI che non può presentarsi a Milano giurando di sentirsi tranquillo per fare poi la partita che tutti temevano di vedere. Lo abbiamo ricordato prima dell’Europeo spagnolo: se non fa pace con il Bullo della prima vendemmia avrà sempre in bocca il sapore dell’uva acerba. Un conto è ridare fantasia ad egoisti come Wood e Neal, divertente come ammazzano il gioco d’attacco, un conto è giocare leggeri, un altro avere tutti gli occhi addosso.
2 A Pino SACRIPANTI che ha deciso di non mettere più la faccia per difendere i comportamenti di certi giocatori, che ancora si stupisce perché il piano partita salta dopo due azioni. Dal mare arrivava questa voce tanto tempo fa, lui ha resistito, la società ha finto di resistere, ma soltanto adesso si sono accorti di essere ancora una volta con i piedi nella sabbia.
1 Al SINDACATO degli arbitri se non reagirà subito a questo scandalo emerso dalle indagini del piemme di Reggio Calabria. Ci sarà pure una lista di arbitri raccomandati, anche se guardando certe prestazioni in serie A si fa presto a capire.
0 Al REFERTO IN PIAZZA che ci ha spiegato la squalifica del campo Virtus, che ci ha portato a conoscenza del dialogo non proprio amichevole fra il non tesserato Sabatini e Mattioli, che ci ha portato un caterpillar in salotto, che ci ha confuso e ora ci obbliga a chiedere di leggere tutto, anche le motivazioni per pene diverse davanti a reati simili o ben più gravi. Un’inchiesta anche qui?
Un pasticcio in più per Dino Meneghin che già vorrebbe prendere a pallonate qualcuno dei prodi che, facendosi compagnia nelle merende del dopo Maifredi, sperano sempre che la ragnatela sfinisca il prode Achille per liberare la poltrona che vogliono tutta per loro, soprattutto quelli che adesso vedono Petrucci un po’ distratto da questa guerra per il CONI che è tipica della politica, anche sportiva, del nostro paese: spiegateci come possono essere sicuri dell’elezione tutti e tre i concorrenti se in 44 hanno promesso il voto al presidente in carica? Qualcosa non torna. Come direbbero quelli che non vedono, non sentono e non parlano su questo pasticcio arbitrale che, per ora, è circoscritto alla serie B e alla serie C. Soltanto per ora?
Ma torniamo fra i rurales del Leon per essere processati insieme a chi non ricorda che negli ultimi due anni Piero Bucchi e Giorgio Valli erano già considerati due velenosi con gusto e per questo ci era stata promessa persino una mozzarella doc se ne avessimo cantato le gesta sul sito dove si presenta il prodotto per acquisti sicuri. Alzate le mani come gridava il prefetto Mori ai pezzi da novanta che aveva incatenato, fatele vedere, ammettete le vostre colpe. Questo è uno sfogo a mani alzate.
Non avremmo mai creduto che la linea grigia dell’Armani sarebbe diventata luminosa con la primavera. Bravi loro a resistere alle facce di circostanza, ai funerali senza bara. Il futuro è in questi profumi direbbe Livio Proli e ne prendiamo atto un po’ tutti.
Non pensavamo che Ferrara avrebbe trovato così tanta energia ingaggiando Allan Ray, pensavamo che fosse un errore. Non avevamo messo in contro tre cose importanti: la società, l’allenatore, la città. Tre diamanti perché Mascellani, Crovetti, Valli, gli italiani del gruppo, sono personaggi che dovremo tenere davvero in considerazione pensando a qualsiasi rivoluzione del sistema.
E’ vero che conoscevamo Lino Lardo come il grande condottiero delle armate scalze, quando gliene hanno data una con quasi tutto è arrivato alla finale scudetto, ma non pensavamo che avrebbe trovato questa energia nel territorio.
E’ vero che la Benetton ha un progetto affascinante con tanti ragazzi italiani da mandare in campo per la vera serie A, però sarà bene fare chiarezza subito perché se Daniele Sandri, uno con la testa giusta, deve tornare in panchina dopo essere stato ignorato sul campo, non aiutato, se deve fare spazio a Neal o Wood, persino a quel Bulleri che il Forum ricordava proprio così, spaventato anche dall’ombra di una mano sopra il pallone, allora qualcosa non quadra e ve li raccomando in difesa gli altri stranieri del gruppo verde. Con i loro piumini dovrebbero organizzare una bella lega poof insieme a molti della Scavolini e anche a molti della Fortitudo, per non parlare del gruppo Snaidero dove sembra, per fortuna, che la proprietà abbia dato ordine di tagliare finalmente i rami secchi con il professor Blasone che ha accettato di essere il potatore senza guardare in faccia nessuno, neppure il Jerome Allen che non è proprio sintonizzato con l’assistant senior come ci hanno fatto sapere da Biella dove Atripaldi si è confermato un adorabile bugiardo festeggiando la salvezza: va bene il palazzo nuovo, va bene tutto, ma perché mirare così basso?
Mani in alto per far sapere che appena abbiamo letto dell’illusione Virtus, questa volta è Bologna, domani sarà Roma, in futuro ne sentiremo altri, dell’abbaglio di Boniciolli, convinto di aver davvero spaventato Siena, mentre in piazza del Campo ancora si chiedono come potranno mai perdere se portano a casa partite giocate a due cilindri come quella della Futur Station, insomma quando abbiamo trovato il sasso esagerato in mezzo alla strada di una Vu nera sempre troppo dipendente dalla voglia di fare dispetti del Boykins, che considera questa parte del mondo cestistico da civilizzare, eravamo certi che qualcosa sarebbe accaduto nel derby di Ferrara. Collins ha presentato al puffo magico la stessa carta verde che pochi giorni prima gli aveva fatto vedere McIntyre. Loro non hanno 10 anni di NBA dietro le spalle, ma……
Pagelle e sidro del Leon godendo come ricci adesso che i tipi alla Iverson sono diventati il manifesto dell’anti gioco, dell’antisquadra, altro che risposte. Questi superegoisti, che hanno trasformato un gioco di squadra nel noioso “fermi tutti, ci penso io, perché io sono io e voi non siete un cazzo”, sono riposte che andrebbero valutate insieme a quelle di certi giocatori che non vedono l’ora di fare le valigie, di andarsene a lucrare altri dollari dove ancora credono che gli asini volano e ti fanno pure volare.
10 Al mastino HOOVER, la guardia scelta di Capobianco che ha ritrovato almeno la fortuna per Teramo ancora in debito fisico e mentale, perché una stagione di questa intensità, passate lassù in alto, costa tanto e devi digerirla bene, ma attenti che non lo facciano prima dei play off perché dopo saranno guai.
9 A Marco ALLEGRETTI, perché nella Ferrara di super Collins, dell’Allan Ray con sorriso e pancino dolorante, degli altri cacciatori di Valli, questo due e quattro sembra proprio il gusto forte che serviva alla Carife per entrare nel vivo di un gioco che la rende unica, la rende davvero la società rivelazione pur nella stagione d’oro di Teramo.
8 A Mario GIGENA che si fa davvero in quattro per essere tutto in questa Rieti dove, apparentemente, sembra che non ci sia quasi più niente, anche se fra tanti americani che fuggono, fra gente che non onora i patti, stiamo scoprendo che soltanto a Rieti si torna pagandosi persino il viaggio come ha fatto Ingles.
7 A Livio PROLI per aver resistito a tutto, anche quando la gente faceva l’elefante e scuoteva la testa guardando Piero Bucchi e quell’Armani che sembrava avere tutto, ma non il talento da grande corsa. Lui, ultimo arrivato, ha cercato di sopportare in silenzio e ora sembra davvero pronto a spiegare che se hai un progetto e non lo difendi, allora è giusto che ti mandino a casa, ma se credi in quello che fai arriverà anche il premio e la squadra risponde proprio come un gatto che potrebbe diventare pantera, perché Hall ricorda tanto certi americani malvisti che poi diventano quasi leggenda. Esagerato? No, se il cambio è Katelynas che è il più stuzzicante insieme a Sangarè.
6 Alla BENETTON che li fa giocare davvero i ragazzi italiani, anche se deve fare in fretta a chiarire cosa vuole da questa stagione: i tutti verdi, come la Scavolini, sono considerati alla stregua dell guanto di castoro nelle sale benessere. Contro le loro difese si rianimano anche i malati terminali.
5 Al progetto AZZURRA che ci sembra fin troppo oneroso, anche se ci saranno due squadre da costruire, la prima per i Giochi del Mediterraneo, la seconda per le Termopili europee, un lavoro approfondito che avremmo allargato anche alle Universiadi, dove si fanno esperienze più utili rispetto ad altre manifestazioni tipo quella di Pescara.
4 Alla VIRTUS Bologna che venerdì troverà tutti al suo fianco nell’unica finale europea rimasta disponibile al basket italiano, ma che arriva stressata a questa semifinale avendo scoperto che le “ faccine” da incazzatura a presa rapida tornano appena allenti la presa e chi parla di 2° posto non ha calcolato che La Fortezza potrebbe fermarsi a 36 mentre Roma, Milano e Teramo hanno buone possibilità di andare a 38, con tutti i danni relativi. Vero che c’è in calendario un Teramo-Virtus, ma lo si diceva anche prima di Ferrara, senza dimenticare che poi ci sarà anche Montegranaro.
3 A Massimo BULLERI che non può presentarsi a Milano giurando di sentirsi tranquillo per fare poi la partita che tutti temevano di vedere. Lo abbiamo ricordato prima dell’Europeo spagnolo: se non fa pace con il Bullo della prima vendemmia avrà sempre in bocca il sapore dell’uva acerba. Un conto è ridare fantasia ad egoisti come Wood e Neal, divertente come ammazzano il gioco d’attacco, un conto è giocare leggeri, un altro avere tutti gli occhi addosso.
2 A Pino SACRIPANTI che ha deciso di non mettere più la faccia per difendere i comportamenti di certi giocatori, che ancora si stupisce perché il piano partita salta dopo due azioni. Dal mare arrivava questa voce tanto tempo fa, lui ha resistito, la società ha finto di resistere, ma soltanto adesso si sono accorti di essere ancora una volta con i piedi nella sabbia.
1 Al SINDACATO degli arbitri se non reagirà subito a questo scandalo emerso dalle indagini del piemme di Reggio Calabria. Ci sarà pure una lista di arbitri raccomandati, anche se guardando certe prestazioni in serie A si fa presto a capire.
0 Al REFERTO IN PIAZZA che ci ha spiegato la squalifica del campo Virtus, che ci ha portato a conoscenza del dialogo non proprio amichevole fra il non tesserato Sabatini e Mattioli, che ci ha portato un caterpillar in salotto, che ci ha confuso e ora ci obbliga a chiedere di leggere tutto, anche le motivazioni per pene diverse davanti a reati simili o ben più gravi. Un’inchiesta anche qui?
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell'autore)
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