L'atalantino Andrea vorrebbe notizie fresche di Evair, nome di battaglia di Evair Aparecido Paulino. Che in Italia ha giocato dal 1988 al 1991, formando per due anni una memorabile coppia con il Caniggia post-Verona e non ancora romanista. Fra i nomi storici di quella squadra, allenata da Emiliano Mondonico (il terzo anno da Frosio e poi da Giorgi), citiamo anche Ferron, Contratto, Madonna, Nicolini, Stromberg. Emerso in un'ottima versione del Guarani (Ricardo Rocha in difesa, il futuro barese Joao Paulo in attacco, più il talento Neto che qualche anno più tardi sarebbe entrato nella storia del Corinthians), Evair da noi ha segnato tanto ma non tantissimo (di lui si ricorda in particolare un gol alla Juventus). Poi la saudade, nel suo caso non un'invenzione giornalistica, ed il ritorno in patria, dove come molti giocatori di prima fascia ha giocato un po' dappertutto (Vasco, San Paolo, Atletico Mineiro, Palmeiras, eccetera), sfruttando il fisico da granatiere e ottenendo anche grandi risultati: primo fra tutti la Libertadores 1999 con il Palmeiras, segnando a 34 anni uno dei gol della finale. Qualche apparizione nella Selecao ma senza mai accarezzare il sogno Mondiale, in piena era Romario-Bebeto, il ritiro è arrivato nel 2003 dopo qualche stagione nella Figueirense: per caratteristiche fisiche e tecniche avrebbe poturo fare di più, considerazione che non si nega a nessuno. Ha iniziato quasi subito ad allenare nel campionato Goiano, al Vila Nova. Una breve esperienza da dirigente al Ponte Preta, nel 2007, in mezzo a mille polemiche (in sostanza ai tifosi non piaceva un personaggio targato Guarani) e poi il ritorno in panchina con il CRAC. Con cui quest'anno è arrivato fino alle semifinali del torneo statale Goiano, disputate proprio pochi giorni fa, prima di essere esonerato.
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