Malattia infantile

di Oscar Eleni
Oscar Eleni alle radici del sale di cui vi parleremo quando ci porteranno sull’ Himalaya per trovare cristalli rosa da affumicare e mettere sulle grigliate. Riflessioni doppler mentre cercano qualcosa dentro la tua carotide.
1. Alzi la mano chi capisce qualcosa sulla strategia della Lega basket. Hanno lavorato un anno cercando alternative a Sky sapendo che non avrebbero trovato nulla. Meglio per noi, meglio per tutti, anche se saranno insopportabili come i motorini truccati che ci perseguitano con il bel tempo. Alla votazione 10 società dicono grazie SKY, due non ci sono, due sono nel limbo, due votano contro. Chi? Benetton e Virtus Bologna. Ma non sono le società dei due dirigenti incaricati di studiare il problema? Sembra di sì, ma forse la protesta è contro loro stessi. Confusione, cantava quel tale. Fidarsi di una Lega del genere? Ci vuole “u stomaco”. Democrazia, urlano i dissidenti. Ma non fateci ridere e poi questa storia del basket da produrre in proprio sembra una comica se a proporlo sono quelli dei tabelloni luminosi che costavano miliardi e funzionavano male, se sono gli stessi che tengono le luci basse per dispetto e per risparmiare, se in mezzo ad una cosa tanto delicata si buttano quelli che hanno detto vendo senza la necessità di farlo sapere al mondo prima di vedere il cammello, i soldi, prima di guardare negli occhi chi voleva salire sulla montagna di Siena annunciando che avrebbe copiato tutto dai campioni, la cosa più facile del mondo secondo questa gente.
2. Ma torniamo alla Lega e a questa malattia infantile della ripicca. Gli arbitri minacciano sciopero e la Federazione li accontenta. Allora lo facciamo anche noi. L’associazione giocatori chiede agli azzurri lo sciopero se non verranno ascoltati e la federazione li ascolta, li accontenta. Allora lo facciamo anche noi. Ma non con i grandi giocatori, quelli poi pensano e creano problemi. No, meglio usare come ostaggi i ragazzini a cui racconteranno la storia di Cappuccetto Rosso quando andranno a cercarli. Nello sport tutto parte dalle motivazioni: gloria, soldi, voglia di stare bene con se stessi e, magari, con gli altri se sceglieranno il gioco di squadra, ma non ditelo agli artisti preferiti del circo, quelli che pisciano sui tavoli e fanno ubriacare i cani. La scalata nelle varie rappresentative, dalla regionale alla nazionale, è alla base di tutto. Negarla vorrebbe dire svincolare i giocatori da subito perché se interverranno gli avvocati finirà così. Chiedere la testa di Meneghin, uno che al basket ha dato tutto, uno che si è sacrificato per la causa comune, è una forma vile di protesta e con tutto il rispetto per gli uomini forti della Lega, quelli che pensano e quelli che fanno da randello, noi stiamo con Dino fino in fondo, fino alle dimissioni. Lo dicano all’opinione pubblica, si organizzino da soli il campionato, facciano chiarezza e mettano in piazza le cifre degli ingaggi. Davanti all’esagerazione, se devi pagare di più un italiano medio dell’americano forte, allora sei davanti a gente esagerata.
3. Cara Lega cerca soluzioni che ci diano l’idea della serietà, non parliamo dal lettuccio della malattia infantile della ripicca. Consiglio spassionato. Leggevamo delle lezioni a pagamento che i maestri del pattinaggio impartiscono a fenomeni di quello sport. Cinquanta, cento dollari all’ora. La Lega può pensare proprio a questo tipo di rimborso quando parla con gli agenti: cari amici, cari?, sì, carissimi,noi abbiamo allevato questo talento e speso abbastanza per considerarlo prodotto della nostra scuola. Se voi lo rappresentate pagate quello che è stato speso per svezzarlo, farlo diventare un giocatore vero. Ditelo ai genitori, ditelo ai ragazzi se questa è la vostra linea di sbarramento e ripicca.
4. Bella scelta quella di Lardo alla Virtus, ma sentire l’allenatore ligure offrire il suo entusiasmo alla piazza sfiduciata ci ricorda i primi giorni di baci e abbracci con Boniciolli. Attento al fuoco amico, caro Lino. Poi c’è il dubbio di sapere se questo accordo sarà rispettato se dovessero arrivare davvero nuovi proprietari. Brutta la rinuncia all’Euroclub, ma torniamo al discorso iniziale sulla televisione.
5. Bella notizia il Vitucci veneziano scelto come doge da Treviso che gli consente di chiedere a Tonino Zorzi di essere senior assistant. Bella notizia sapere che nella Verde sport entra la terza generazione Benetton, ma prima vogliamo vederli al lavoro e misurare il loro genuino entusiasmo, così come quello dei Salvioni che affiancheranno i Castiglioni a Varese. Bravo Bechi a fermarsi sulla panchina di Biella per altri due anni. Si sta bene anche se Atripaldi ogni tanto spiazza. Basta lavorare sodo. A risentirci più avanti.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell'autore)

2 commenti:

Poli ha detto...

Boh vogliamo vedere cosa sono stati capaci di fare i club negli ultimi diciamo 5 anni, loro che essendo il vertice della pirammide dovrebbero trascinare il movimento?
Vediamo, attraverso il liberismo sfruttato appieno hanno prodotto un campionato di contenuto tecnico medio basso, con roster oggetto di perenni cambiamenti quasi giornalieri (cambiare non so quanti giocatori in un anno come han fatto la Fortitudo e l’Armani è per tagliare i costi??), scarso appeal per i media (apprezzo un sacco sky e il lavoro che fa, ma quanto spazio ha questo sport sui giornali, e gli highlight sugli altri canali? Ne vogliamo parlare?) pochissima competitività interna (una squadra che perde forse 10 partite in tren anni qualcosa vorrà pur dire?), poca competitività internazionale, visto che MPS a parte per le altre arrivare alle top 16, dico le top 16 è il massimo delle aspirazioni. Inoltre ancora sempre questa ottima lega conta ogni anno la perdita en passant di qualche società (vogliamo fare la conta?), e non riesce, il che è francamente intollerabile, a garantire il principio della correttezza competitiva durante il torneo (non ho parole per lodare Rieti, ma è giusto quello che è accaduto? O è giusto che Udine a 4 giornate dalla fine abbia mollato i suoi giocatori migliori?)
Allora che questa LEGA che lega non capisco bene chi e in nome di cosa venga a fare muro contro muro per un 3+3 invece di un 3+2, che accampi e pretenda di gestire “l’organizzazione dei campionati, il sistema di promozioni e retrocessioni, la regolamentazione dei marchi sulle maglie e gli arbitri” (Renzi dixit, gazzetta.it) lo trovo francamente ridicolo, che neghi poi in modo vile i ragazzi per le giovanili, privandoli di una opportunità di farli crescere come giocatori e come persone confrontandosi con chi è migliore di loro, è poi secondo me intollerabile.
La federazione in tutto questo è correa, ma in certa parte ha subito non avendo gli strumenti per fare molto di +. Ma dal mio punto di vista ha nonostante tutto più credibilità di questi personaggi...

Stefano Olivari ha detto...

Tre più tre o tre più due prossimo venturo che sia, ma anche liberalizzazione totale degli stranieri: secondo me il punto centrale in un campionato professionistico (almeno nelle intenzioni) non è la nazionalità ma l'identificabilità-identità di una squdra. Cambiando ogni giorno le rose (e dire che passando da 18 a 16 il numero massimo dei tesseramenti qualcosa sembrava potesse migliorare), solo gli addetti ai lavori ed i tifosi di quella singola squadra riescono a seguire la situazione...