1. Sui media ci si scanna per i motivi più vari, ma su alcuni temi esiste un pensiero unico a livelli Corea del Nord. L'incriticabilità del capo dello stato e della sua famiglia (anche quando la moglie omaggia Naomi Campbell di un 'brutta negra', secondo il racconto di Stefano Gabbana: su quanti giornali, di destra o sinistra, l'avete letta?), le nostre 'eccellenze' enogastronomiche (espressione che induce ad adorare cedrata Tassoni e Cipster), ma soprattutto l'indispensabilità degli stadi di proprietà. Quello di Firenze (con annessi e connessi) è alla base della penosa recita dei Della Valle, quelli di Milano sono speculazione pura nelle solite zone post-industriali, per quelli di Roma si sta tornando alla carica dopo una fase di stallo.
2. A Trigoria una Rosella Sensi priva di auricolare ha presentato il progetto per il 'Franco Sensi', 55mila spettatori e due anelli, che Alemanno si è spinto a definire ''un diritto''. Peccato che in tutta Europa, tolte poche realtà come la Bundesliga, il pubblico da stadio non sembri in rialzo. Facile l'esempio di Milan-Bari con undicimila paganti di cui diecimila merito del Bari, ma sabato abbiamo visto un Coventry-Boro per pochi intimi (ma non era nel Championship che si era mantenuta la passione?) ed un Wigan-Chelsea con larghissimi vuoti in tribuna: chi è passato per Wigan può escludere che ci fossero tante alternative nel settore che Galliani e i suoi consulenti (magari non Bronzetti) definirebbero 'entertainment'. E dire che 4 anni fa il Coventry ha abbandonato il suo storico Highfield Road (di proprietà, senza i posti numerati faceva anche più di 50mila spettatori...) per l'impianto in cui gioca ora: che è della municipalità, 32mila e rotti di capienza e mai un esaurito...
3. Tornando all'ipotetico stadio Franco Sensi, due modeste considerazioni. La prima negativa: i tempi ottimistici di costruzione sono 24 mesi dalla data d'inizio dei lavori, quindi prima del campionato 2012-13 (il penultimo teorico di Totti) non potrà ovviamente produrre reddito il famoso impianto che vive sette giorni su sette, con i negozi, eccetera (anche se la vera impresa sarà riqualificare la zona scelta). Potrà per tre anni la Roma navigare a vista, fra le pressioni di Unicredit e botte di insider trading qua e là? La seconda positiva: sarebbe uno stadio per il calcio, senza barriere e con gli spettatori quasi in campo (la parte più vicina al della tribuna sarebbe a 9 metri) e non costretti ad usare il telescopio come all'Olimpico. Timori per l'ordine pubblico? Allora tanto varrebbe rimanere a casa con la Wii, se si parte dal presupposto che qualunque persona senza controllo possa tirare qualcosa in campo.
4. A Roma, così come per gli altri progetti 'piccolo è bello' propagandati spesso da chi vent'anni fa inneggiava al gigantismo, l'architrave di tutta l'operazione è la solita. Una squallida speculazione immobiliare, con la connivenza di qualche forza politica (vogliamo dire centro-destra?) e dei giornali finanziati dai costruttori e/o dai proprietari dei terreni. Il trucco è sempre lo stesso: terreni che per il piano regolatore sarebbero agricoli (così sono definiti quelli dell'area scelta), che diventano come per magia edificabili. Un ordine di grandezza? Il semplice terreno passando da agricolo a residenziale può decuplicare il suo valore, euro più euro meno. Costruendoci poi sopra effettivamente la leva andrebbe a livelli inimmaginabili. Anzi, immaginabili.
11 commenti:
"Decuplicare" direi che è una stima per difetto. E anche di parecchio, visto che parliamo di Roma...
Ciao Stefano. Rispetto al punto 4, quello che non capisco e’ che i terreni agricoli non sono dei Sensi, ma di una persona che non e’ conosiuta (o che non conosco io...). Se lo stadio deve essere di propieta’ della Roma (come dice la Sensi) a che punto questo imprenditore (ho letto il nome ma non lo ricordo) regala i terreni rivalutati alla Roma? (Sara’ un impreditore, poi?) Quanto del costo dello stadio sara’ l’aquisto dei terreni (vale pure la Cittadella Viola cui si parlava nel forum)?
Come mai considerazioni come quelle fatte dal Direttore al punto 4 non appaiono in nessun quotidiano??? Sarebbe pura e semplice informazione...meglio scrivere della grinta di De Rossi, del Totti da Nazionale e via discorrendo...
Onore alla cedrata Tassoni. E allo zafferano Tre Cuochi.
Stadi: l'Italia che copia tardi e male le incensate Spagna e Inghilterra. Sad but true.
Straquoto Jack, la Cedrata Tassoni da due giri alla Coca-Cola!...
KBLondon il meccanismo sarà lo stesso visto all'opera per salvare gli operai della Inse (quelli sulla gru per intenderci): il proprietario del terreno cede ad un prezzo simbolico ed in cambio il comune aumenta i diritti di costruzione su aree vicine, quale risarcimento per il mancato profitto.
Stesso meccanismo che si sta tentando di far passare all'Expo milanese
@Bobone,
ne parla Repubblica a firma di Zunino
http://www.repubblica.it/2009/09/sport/calcio/dossier-stadi/dossier-stadi/dossier-stadi.html?ref=hpspr1
2) Io il fuggi fuggi del pubblico europeo non lo vedo.
Il Wigan, cannibalizzato da City e United, ha sempre avuto grandi vuoti, la Liga fa buoni numeri ecc.
L'Italia è un discorso a parte e lo si vede anche in Europa con gli ampissimi vuoti in CL, perfino l'Olimpico di Torino non si riempie per un match importante come quello contro il Bordeaux, dove li troveranno 40 e passa mila tifosi nel nuovo Delle Alpi è un mistero...
3) Sullo stadio della Roma leggo già lamentele sulla zona di destinazione, alcuni tra il serio e il faceto dicono che faranno prima ad arrivare a Pescara.
Si parla di una monorotaia che deve collegare il capolinea della metro A (Battistini), gli altri stadi europei sono inseriti nel tessuto urbano anche perché devono essere facilmente raggiungibili.
4) E basta con la favole dello stadio che vive 7 giorni alla settimana.
Il mitico Old Trafford ha gli uffici dello United, il museo, lo store e pochissimo altro e gli altri sono bene o male sulla stessa linea.
Leggete il progetto della Lazio e rabbrividite...
Domanda volutamente ingenua: ma per costruire uno stadio occorre necessariamente costruire case nei dintorni ? Non basterebbero (si fa per dire) i cinema o i centri commerciali ?
La Sensi cerca di salvarsi ma come ha scritto il direttore voglio vedercela resistere 3 anni con questi risultati.
segnalo un altro tema di cui non si parla mai male in Italia: la moda.
Mai sentito un servizio televisivo o letto un articolo che dicesse che i vestititi dello stilista Tizio o quelli del collega Caio fossero orrendi.
Rimane emblematico il caso della cotoletta di Dolce & Gabbana, stroncata dal critico gastronomico del Sole 24 ore ma poi rivalutata da un articolo riparatore in seguito alle minacce di levare tutta la pubblicità al giornale
Sul punto 1 mi sembra poco azzeccato l'esempio Naomi-Gabbana perché tre ultime 2 first ladies e la presunta fonte mi sembra ci sia un po' di differenza. Vorrei sapere anch'io come faranno a portare a Torino 40.000 persone senza almeno Milan/Inter/Real Madrid. Ogni domenica le forze dell'ordine impegnate negli stadi ci costano un botto, forse con stadi di proprietà si riuscirà a far passare il concetto che la sicurezza la devono garantire le società. Sulla speculazione anche a me il rapporto 1-10 tra i valori dei terreni agricoli ed edificabili sembra molto in difetto.
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