Una Chris di nome Martina

di Simone Basso
1. Qualche dì dopo il carnevale Wta di fine anno, un concentrato di tenniste rozze e supercorpi malconci, un ricordo struggente di una grandissima del gioco che fu. La cometa luminosa di Martina Hingis transitò sfolgorante e si eclissò inaspettatamente dopo pochi anni; parabola esemplare della trasformazione genetica che ha modificato il tennis femminile. Svizzera di passaporto, ma di origini slovacche, nacque predestinata con quel nome che rivelava le ambizioni riposte da mamma Melanie nella figlioletta. Che divenne, all'istante, un fenomeno di precocità: Martina fu la Connolly dell'era open, della quale fu la versione postmoderna. Avrebbe anche realizzato un Grande Slam, proprio come la leggendaria Maureen, se non avesse ecceduto con la passione per i cavalli: ma se nel 1997 un incidente equestre le impedì il poker, per Little Mo una caduta da cavallo significò la fine della carriera. E l'inizio di una via crucis che la portò a una morte prematura.
2. La Hingisova fu bimba prodigio che stabilì una serie impressionante di record: a dodici anni vinse il primo Roland Garros juniores, lo bissò l'anno dopo, quando fece suo all'esordio (!?) il torneo Itf di Langenthal...A sedici divenne la numero uno più giovane di sempre: quel benedetto 1997 fu dominato dalla Minerva elvetica, che si aggiudicò dodici titoli. Archimede di Siracusa bimane, sciorinò un gioco tuttocampo meraviglioso; ultima immortale che basò i propri successi su ritmo ed angolazione dei colpi, non sulla violenza degli stessi. Una lettura ineccepibile della partita (e dell'avversaria), gestita con l'intelligenza superiore di chi ne ha un concetto puramente scacchistico. Quindi, ironia della sorte, erede evertiana del tennis nutrito di fosforo; però, da vincitrice del Grande Slam 1998 di doppio, favolosa anche nel gioco a rete, in virtù di doti volleatorie rare per tocco e tempismo.
3. L'avvenenza da eroina manga (e la fama di mangiauomini) non coprì il carattere nevrile, vagamente diabolico, della svizzera; che alcune volte si ribellò al mondo intero. Successe con la madre, per esempio in occasione di uno "sciopero" clamoroso a Wimbledon nel 1999, oppure con lo sponsor e le colleghe: queste ultime ben più primitive nell'approccio al gioco, ma dannatamente più muscolari e atletiche. Così, in un quarto d'ora netto, ebbe il privilegio (?) di trasformarsi in una Bobby Fischer della racchetta: impareggiabile quanto controversa. Un computer tennistico ma umanissima: durante quella finale al Roland Garros '99, simbologia perfetta del suo equilibrio mentale delicatissimo, Minerva finì per impazzire come Hal 9000. Contro l'odiata Steffi Graf e il pubblico parigino, al solito cafone e ingeneroso, bastò una chiamata sbagliata, e il clima da corrida, per offenderla a morte. Il resto lo fece l'amazzone teutonica con un atteggiamento, quello della futura signora Agassi, sadico e opportunista. Fedele all'atteggiamento da Crudelia De Mon tedesca, lo stesso che dimostrò in occasione della celeberrima coltellata di un suo fanatico alla Seles.
4. Nel caso di certo campionismo ci si arresta ad un passo dal baratro e si lascia la patata bollente ad altra materia: Freud o Jung, scegliete voi. I mostri di bravura sono talvolta mostri e basta. Martina subì l'arrivo della nuova specie (la Davenport, le Williams) come un affronto, prima dileggiandole con il suo tennis cerebrale, poi arrancando furiosa, senza rassegnarsi allo strapotere atletico di quelle donnone. Fu un cambiamento epocale per la Wta, sintetizzato benissimo dallo scriba Clerici con impagabile ironia:"Serenona la brunona/ massacrato ha la piccina/ educata delicata della Svizzera eroina. Tempestata l'ha di prime/ di pallacce fumiganti/ di rovesci devastanti/ l'ha ridotta una piadina. Ora la Hingis si domanda/ per difendersi che fare. Non le resta che allenarsi/ non le resta che nutrirsi/ la bistecca al nandrolone le darà forse ragione".
5. La recita principale, nonchè la fine della carriera vera (2002), arrivò nel torneo dei suoi trionfi più belli: al Melbourne Park, in Australia, opposta alla miracolata Capriati. Fino al 4-0 del secondo set, si vide la perfezione assoluta: la capacità di giocare in ogni settore del campo, alterando i ritmi della partita a piacimento; la visione della battaglia degna del generale Kutuzov. Poi i quaranta gradi all'ombra e il cemento bollente, figli della programmazione schiava delle indulgenze televisive, modificarono le sorti dell'incontro. Quel giorno, dopo i quattro matchpoint falliti, Martina morì sportivamente, in preda a un colpo di calore e con la caviglia sinistra in fiamme. Lo stesso piedino che la costrinse al primo ritiro dal tennis attivo, dopo un'operazione ai legamenti a dir poco complicata.
6. Il rientro, nel 2006, fu consolante: ebbe come zenith la vittoria romantica al Foro Italico e il ritorno nelle top ten. Sempre meno macchina da guerra tennistica, ma finalmente donna, l'epilogo arrivò, squallido, con una positività controversa alla cocaina. Oggi, triste ma vero, alla svizzera reietta viene proibita la frequentazione dei tornei dello Slam: l'Itf, debole con i forti e forte con i deboli, l'ha squalificata come fosse un'appestata. E' lo stesso mondo che ha perdonato, in fretta e furia, il buon Gasquet per un quantitativo di neve andina (..) tre volte superiore a quello dell'elvetica. Una fotografia perfetta di un ambiente finto, ostaggio di troppa "roba": denari, doping, scommesse, droghe ricreative...La Hingis l'abbiamo rivista, in splendida forma, ad una manifestazione ippica ligure: circondata dagli adorati cavalli, serena e in pace con se stessa.Di una sola cosa siamo certi: a noi manca tantissimo il suo gioco geniale, sicuramente più di quanto a lei manchi il tennis e il suo circo a tre piste.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

14 commenti:

mizio71 ha detto...

era semplicemente una campionessa ... ma era anche Slovacca con il passaporto svizzero e gli elevtici sono quelli che hanno chiesto scusa a Gheddafi per avere arrestato il suo figlioletto, picchiatore incallito della servitù domestica ... figurarsi la federazione svizzera che si incacchia con la WTA ...

Stefano Olivari ha detto...

Anche se non gliene importa più niente del tennis speriamo che torni anche lei...ha solo 29 anni e il livello femminile è tale che si può tornare in alto in fretta...vedi la Clijsters...

dag_nasty ha detto...

A me Martina piace una cifra anche esteticamente...in questa foto è divina!

anjo ha detto...

@dag: in questa foto è uscita caruccia, ma penso sia l'essere umano con la più fronte alta che io abbia mai visto! L'attacatura dei capelli le inizia sulla nuca

dag_nasty ha detto...

sì è vero è l'unico difetto che le ho sempre rimproverato al termine delle nostre notti roventi...

Simone ha detto...

@Mizio71:si,è vero.
Rimane comunque una vergogna la sua squalifica:dopo le confessioni (strapagate)di Andreino,oggi Nastase ha detto la verità.
L'antidoping serve per insabbiare il doping...

@Stefano Olivari:sarebbe bello.
Ma Martina sembra un'altra persona:a Sanremo ha partecipato a una festa sulla spiaggia,girava la Liguria in caravan(niente albergo!)e l'unica preoccupazione sportiva era l'ippica.

@Dag Nasty,Anjo:La signorina nel circuito aveva mezza Atp che le faceva il filo.
E anche tre quarti di Wta...

Nick ha detto...

ultima immortale che basò i propri successi su ritmo ed angolazione dei colpi, non sulla violenza degli stessi
Vabbè...ora va bene l'elogio incondizionato, ma non derubrichiamo così Justine Henin per favore!

@Simone, parlare di "ritorno in un circo a tre piste" per una squalificata per cocaina è quantomeno crudele! :D

Italo Muti ha detto...

@Simone
Cosa vuoi, i francesi sino sempre up, ma la grandeur è finita da tempo. Se importano anche la premiere dame, piemontese insopportabile.
Sembra che che gli aristocratici francesi facciano le loro deiezioni in water con il cocodrillo...
L'unica cosa che si può confutare è l'analogia con Fischer, io direi Naumkov...o Kasparov..
Italo

Simone ha detto...

@Nick:lo so,ci ho pensato anch'io.
Ma la gestualità di Justine,straordinaria,è comunque legata ai colpi singoli:non ha mai avuto l'intelligenza tattica dell'elvetica e soprattutto appartiene a un'era legata alla velocità del braccio più che alla variazione del ritmo di gioco.
Con la sagacia strategica della svizzera l'Henin la finale di Wimbledon 2006,contro la Mauresmo,l'avrebbe vinta in carrozza...

@Italo Muti:è vero,Kasparov descrive meglio il tennis hingisiano.
Ma il paragone con Fischer era riferito all'atteggiamento di sfida dei due supertalenti verso il pianeta intero.
E il loro odio,per troppo amore,contro lo sport che li assorbì in maniera totalizzante...

zoleddu ha detto...

bella simone. giusto omaggio.
la ricordo al torneo avvenire nella defunta telepiù.non aveva ancora 12 anni e non perse un set giocando con ragazze di 3/4 anni più grandi.è vero in lei c'era sempre una idea precisa di quello che voleva fare in campo.nel senso che pensava al punto. oggi non pensa quasi più nessuno, si tira solo a 2000. martina invece era diversa.cambi di ritmo frequenti e palla impattata quasi sempre piatta. e poi la sua specialità: il cross stretto a mezza velocità.
come si è piazzata al concorso di sanremo?

Simone ha detto...

@Zoleddu:grazie.
Ricordo anch'io la bambina che sconfisse le lungagnone all'Avvenire!
A Sanremo,al suo esordio agonistico,è arrivata ventunesima su trenta.
Possiede quattro cavalli.
Ah,il puledro che fece cadere Martina nel 1997(favorendo l'exploit della Majoli)si chiamava Tina.

Nick ha detto...

@Simone, sull'intelligenza tattica hai ragione (anche se da questo punto di vista la Hingis è veramente l'unica migliore della Henin, che dà due giri a tutte le altre dell'era moderna) però in quel modo sembrava passare il messaggio che la Henin giocasse basandosi sulla violenza dei colpi, manco fosse una Serenawilliams qualsiasi...

Simone ha detto...

@Nick:penso che la vallone possa vantare il miglior rovescio della storia o quasi.
E' tornata per vincere finalmente Wimbledon:il 2010 sarà una stagione divertente per la Wta.
Su Serenona una riflessione:è assolutamente strapotente,ma(come dimostrato anche in Qatar)è forse l'unica oggi a non esibire il braccino durante i momenti decisivi.
E' veramente una campionessa,oltre che una belva da eptathlon...

jeremy ha detto...

Da wrestling piu che da eptatlon....