Le parolacce di Ossola

di Oscar Eleni 
La storia di Varese e Cantù, la fuga da e di Papalia, i collaboratori di Pianigiani e gli impiegati del tesseramento.
 



1. Dicono che ricordare sia una specie di artrosi cerebrale, ma lo fanno gli invidiosi perché quando arriva questa partita fra Varese e  Cantù uno sa dove andare a cercare nella sua memoria. Gente che ha fatto storia, gente vera. Certo che ti commuovi se scopri che Aldo Ossola a 65 anni gioca ancora in prima divisione e non dimentica mai che contro Cantù ha persino detto qualche parolaccia imprecando contro la zona di mastro Tau. Non è un caso se il Marzorati lo vedi sempre arzillo quando la sua Cantù va a cercare Milano o Varese. Era il sale della sua vita e contro Ossola soffriva come contro D’Antoni, ma ricambiata con  gli stessi “ paoli” incandescenti senza la perfidia  di un marchese del Grillo.
2. Ditemi voi dove si può ascoltare un “battibecco” a distanza sulla sfida di questa sera se non nelle piazze di Cantù e Varese, se non con i telefoni accesi di Meo Sacchetti, che se la gode  come allenatore di Sassari capoclassifica in A2, e  Antonello Riva che ora lo sfida da manager con Veroli dopo aver lasciato la gabbia Papalia, l’uomo che tutti inseguono da Rieti a Napoli,  aspettando che Roma lo allontani definitivamente, anche se dice di averci perso milioni e dà la colpa alla politica.
Ci si diverte aspettando una partita che “ per sicurezza” potrà essere guardata sul campo soltanto dai tifosi della Cimberio e sul maxischermo da quelli della NGC. 
3. Ma  fa malissimo sapere che il basket è sempre nella bufera, persino l’Espresso dell’aficionado Marrese lo descrive così, pensando agli arbitracci, senza ancora sapere della grandine che tempesta l’ufficio del nuovo allenatore della nazionale Pianigiani , che, incredibilmente, si trova davanti allo sbarramento del consigliere Barnaba al momento di scegliere i collaboratori perché il tipo propone Bizzozi e, giustamente, il prescelto per censimento popolare anti Coni vorrebbe Attilio Caja.
4. Roba da dimissioni subito e che si arrangino come non sanno fare Milano e Roma in eurolega, roba da brividi, vergogne senza fine, ma restando alla partita di stasera bisogna dire che tutti la soffrono già prima di giocarla ed è molto pericoloso. Più per Varese, bisognosa di punti certi visto che Ferrara potrebbe risalire con Becirovic e Ford, che per Cantù, imprigionata da questa doppia capriola del calendario, oggi Masnago poi l’intrattabile Siena, che proibisce desideri speciali. Caricare certe sfide in maniera esagerata può anche costare caro, sfide che non scuotono soltanto gli impiegati al tesseramento, in Italia o Grecia fa lo stesso, capaci di risponderti male se chiedi dei nuovi assunti Micov( Cantù) e McGrath(Varese). Noi tifiamo per una partita dai contatti ruvidi, ma senza malizia, sposando la tesi del Bukowski che voleva essere seppellito vicino ad un ippodromo per sentire il brivido della volata finale: la gente è il più grande spettacolo del mondo e per vederla non si paga neppure il biglietto.
Oscar Eleni
(foto tratta da www.euroleague.net)



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