di Stefano Olivari
I sistemi di gioco puramente matematici, quelli che prescindono da valutazioni del singolo evento, nel breve periodo possono portare al disastro per le ragioni tante volte qui elencate: la principale è l’aggio del banco, cioè la differenza fra le probabilità che si ricavano dalle quote e 100. I sistemi statistici invece dipendono dalle caratteristiche dei singoli sport e hanno come minimo un fondamento storico.
Fra i più temuti dai bookmaker c’è di sicuro quello che si basa sul gioco contro i favoriti nelle scommesse espresse in termini di scarto (spread). Esempio: dire che il Montepaschi Siena è quotato 1,90 con uno scarto di 18,5 sull’Armani Milano significa che si vincerebbe in caso di successo di 19 o più punti della squadra di Pianigiani e perderebbe in tutti gli altri casi. Le statistiche riferite al basket dicono che negli ultimi vent’anni la favorita in casa ha superato lo scarto (‘covered the spread’) sportivo previsto nel 47,9% delle partite, mentre la favorita in trasferta lo ha fatto nel 46,4 (nostre medie riferite ai dati di quattro operatori). E’ quindi ovvio che il sistemista statistico nel basket quando gioca sullo scarto punta sempre contro la favorita. Esempio pratico: 1000 giocate da 100 euro l’una a 1,90 contro la favorita in trasferta dovrebbero tradursi in un utile di 1.840 euro (48.240 di vincite attese meno 46.400 di colpi persi). Piccoli problemi: stiamo parlando di un numero enorme di eventi e di certezze fondate sul passato. In ogni caso è sicuro che non ci si rovina, il che non è poco.
(pubblicato sul Giornale)
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