di Simone Basso
In culture diverse wrestling e calcio soddisfano gli stessi bisogni di tifo e di identificazione: mai hanno avuto bisogno di verità, adesso si sono liberati anche del fardello della veridicità. Peccato che gli stessi schemi vengano applicati anche al racconto del resto dello sport...
"Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso".
(Guy Debord)
Teorizzato come minaccia o risorsa culturale nelle conversazioni da bar sport, utilizziamo anche noi il wrestling per leggere meglio il quotidiano; ultimo atollo ironico prima del finale viscontiano, decadente e angoscioso il giusto. Per i bambini invecchiati della nostra generazione in principio fu il catch, ennesima testimonianza eccentrica nipponica, l'unico immaginario che seppe in quel periodo scavalcare la frontiera americana con una serie di creazioni costruttiviste come i manga e i cartoni animati. Era, rispetto all'armamentario colorato degli yankee, un esercizio asciutto di stile (?) basato sul gesto e non sulla parola: la lotta giapponese fu veramente teatro kabuki, soprattutto se comparata all'eccesso infantile stellestrisce.
Ecco, la Wwf fu molto più circo Barnum e centrata sulla mistificazione: trattasi di avanguardia pura del marketing, un caso curioso nel quale la causa è già l'effetto. Spettacolo ideale per i burattinai e i palinsesti televisivi, abolisce l'imprevisto della veridicità con una rappresentazione scenica manichea ma intelligente: il persiano Mani quando elaborò la sua dottrina religiosa ebbe un'illuminazione warholiana; era il terzo secolo dopo Cristo, ma i pubblicitari (e Tolkien) dovrebbero ringraziarlo ancora oggi. Due principi assoluti, il Bene e il Male, in contrasto eterno ed insanabile; una manna per semplificare, e quindi rendere più popolare, ogni tipo di soap opera in vendita.
Ma l'arguzia del wrestling sta nell'alternanza dei livelli: il buono, dopo un sondaggio rivelatore, può trasformarsi in cattivo e/o viceversa; potenza del televoto implicito e virtuale. Anche esteticamente, giocando amabilmente con il kitsch, può regalare sguardi inediti sull'ammucchiata machista: talmente così redneck, sudista e fallocentrico da essere ribaltato con una bella dose di malizia. Come ci disse un amico gay, due omoni muscolosi e sudaticci che rotolano avvinghiati su un ring, in tutina colorata, non possono altro che suggerire (involontariamente?) un bel complesso psicosessuale freudiano...
Ma non oltrepassiamo le barriere del politicamente conveniente e concentriamoci sui lottatori nell'arena: piacciono proprio perchè esotici e provenienti da un'altra dimensione; fortificano nello spettatore quello stupore bambino che si può salvare solo preservandolo dalla saggezza. Infatti il wrestling in Europa, dal punto di vista sentimentale, è completamente inutile perchè occupa il settore irrazionale della pallonara, esperanto che domina la comunicazione proprio perchè (s)centrato sulla finzione del rito. Più è improbabile, costruito, recitato, maggiore è la sua capacità di annichilire la ragione di chi ne fruisce: la futbalina come sostanza psicotropa sembra assomigliare al crack, ma con la cocaina stavolta non interagisce l'ammoniaca...
Diventando il metro di paragone di ogni cosa (politica, socialità, arte) sconfina anche nello sport: allora, per commentare le Olimpiadi, vengono utilizzate le stesse armi mediatiche del foot. Ecco dunque la banalizzazione di qualsiasi disciplina, seguita come fosse un reality: l'atleta in quanto tale è inutile per tivù e stampa, quindi ci si concentra sull'esoscheletro dello stesso. Il tatuaggio, le foto provocanti, la famiglia al seguito; la specialità nella quale eccelle diventa indifferente, una specie di scocciatura che viene descritta genericamente, con un'insipienza tragicomica. Poi c'è lo sciovinismo a gonfiare di steroidi i titoli: per l'ennesima volta si perde l'occasione di mostrare, ad una platea che ne ignora l'esistenza, la bellezza totale dello sport.
L'ideale che sta dietro la fruizione di questi eventi è liberatorio; si perde la forza dell'ignoranza, si acquista quello della trascendenza: si pattina velocissimi e brutali con Crosby e Kane, si sfreccia sugli sci stretti, respirando come mantici, insieme a Northug; calmi il cuore impazzito dalla fatica e ti concentri sui bersagli con gli occhi della Neuner. Si annullano definitivamente le distanze, cancellando le identità nazionali: rimangono finalmente gli esseri umani. Vedendo scendere Bode Miller nello Slalom della Supercombinata non ci interessava che fosse italiano, americano o ghanese, ci bastava il talento sconfinato di quell'acrobata. Invece si mortificano quelle visioni con un nazionalismo da barricata, cercando disperatamente di interessare un pubblico cloroformizzato a tutto ciò che non sia pettegolezzo e stupidità.
L'esempio perfetto per comprendere la distorsione tra realtà e percezione della stessa è Carolina Kostner, venduta dai media italioti come una David Beckham sui pattini: ma le regole del reality pallonaro funzionano solo in quell'ambito, quelle di uno sport infinitamente più complesso e raffinato come il pattinaggio necessitano di un talento che la bolzanina non ha mai posseduto. Analfabetizzati dall'esigenza di banalizzare tutto, per piazzare meglio il prodotto, ci si copre di ridicolo: nel cantare i dolori della giovane Carolina si dimentica lo splendore vertiginoso di quella competizione, arrivata a livelli tecnici impensabili. Una disciplina finalmente femminista nei risultati, che umilia l'involuzione del settore maschile, alle prese con una crisi d'identità rappresentata benissimo dall'esibizione broadwaiana dell'olimpionico Lysacek.
Con buona pace di un fenomeno come la Mao Asada, a Vancouver si è colmato lo spazio impercettibile, inenarrabile, tra lo sport e l'arte: colpa o merito della venusiana Yu-Na Kim, il personaggio che ha stravolto definitivamente i canoni della specialità. A scanso di equivoci, parliamo della personalità più importante della Corea del Sud contemporanea; un'icona pop che è diventata una gioiosa macchina da dollari, ma che è soprattutto un modello irraggiungibile di sportiva. Perchè espone una perfezione nei gesti che non proviene dal pianeta terra: ha lo splendore lunare, distante, della Sun-Hwa di "Ferro 3" e sul ghiaccio non sembra pattinare, ma dipingere. E' spaventoso pensare a quanto lavoro si nasconda dietro a quella magnificenza regale; talmente abituati ad esaltarsi per la mediocrità rozza esibita altrove, si perdono le coordinate per decifrare realmente quell'incanto.
Se ha avuto un senso Vancouver 2010, al di là delle parate di Miller e dei voli di Ammann, è quello di aver mostrato per qualche minuto il genio assoluto di un'artista: riempirsi gli occhi di lei, mentre danza soave Gershwin, cancella il cattivo gusto circense che ci impongono come mcdietà tutti i giorni.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
28 commenti:
Io mi chiedo sempre una cosa Simone quando scrivi certi pezzi come me la chiedevo quando giocava Jordan o Maradona (tiè, beccati sto paragone calcistico...:-))): come cazzo fa?!?:-))
sicuramente sono io che sono un rozzo barbaro che non capisce un tubo, ma non riesco ad emozionarmi per il pattinaggio artistico ne riesco a considerarlo uno sport. Non nego i sacrifici e i duri allenamenti che fanno, ma anche un ballerino della scala li fa.
jeremy: ti posso assicurare che i dei sono stati moolto generosi con Simone. Poi come nella migliore tradizione dei fuoriclasse, si dice che hanno un brutto carattere...
Bello sapere che c'è chi ancora legge Barthes. Come unico appunto a ciò che dici, Simone, devo fare una parziale difesa del vituperato calcio. Come tu stesso fai notare, non c'è nulla di intrinsecamente calcistico nel fatto che sia considerato normale scrivere articoli sui tatuaggi di Beckam o le feste di Ronaldinho. Il calcio, per la sua pervasività ed impatto sociale, è stato in gran parte del mondo cannibalizzato, con la connivenza dei suoi principali attori, dal sistema commercial-mediatico che stigmatizzi. Nel disastro che ne consegue, e che annacqua qualsiasi esperienza sportiva in senso proprio, il calcio stesso, o meglio la parte non deteriore dei suoi appassionati, è però una delle principali vittime. La tua insofferenza verso il baraccone sembra in alcuni tratto tracimare fino a coinvolgere lo sport in sè, e su questo non concordo. E' un peccato, sportivamente parlando un crimine, che gran parte del pubblico non sia in grado di cogliere la perfezione di Yu-Na o quella di un ginnasta, ma questo, mi si passi la licenza, non inficia il valore tecnico ed estetico del gol di Van Basten contro l'URSS o di un lancio d'esterno di 50m di Veron
Giusto per riportare Simone sulla Terra: a me il suo stile non piace :-P
Ad ogni modo: quella roba non è sport, c'è poco da fare.
CT
D'accordo che il confine con lo sport (ma poi cosa intendiamo per sport? Se intendiamo gesto atletico e intellettivo all'interno di una competizione tra contendenti, beh quello è sport e anche di eccellente fattura), ma i gesti atletici sono incredibili e di una perfezione unica.
Mode bieco unno ON
NOOO il lancio di 50m di esterno destro della strega non può essere paragonato ad un balletto sul ghiaccio, anzi a nulla di quella roba che hanno fatto in canada. Solo il divo rogerio nella sua forma migliore lo supera.
MODE bieco unno off
Sei un barbaro distruggitore........sei tu un dio? (cit.)....e se qualcuno ti chiede se sei un dio tu gli devi dire SI!:-)))))
jeremy
:)
@Jeremy:Giuliano,sono sempre la persona giusta nel posto sbagliato.
Un ossimoro vivente.
La maniera nella quale nascono i pezzi è assolutamente casuale:l'input sul wrestling è stato dell'Olivari.
Il resto è stata benzina coreana,l'ho rivista su YT come si ammira un Burri...
Il paragone con il 10 non mi offende,mi spiace rivederlo oggi: nemmeno fosse Elvis nel 1977.
Però rimango fedele al 14...
@Spike:infatti la Kim è un'artista.
Penso che il mondo abbia un bisogno disperato di bellezza:lei la rappresenta alla sua maniera.
Non ho tempo per segnalarti i minutaggi,ma nell'esibizione linkata la coreana,oltre a una tecnica spaventosa(fa il triplo lutz senza sforzo apparente..),dimostra un orecchio musicale assurdo.
Entrambi i cambi di tempo vengono presi alla perfezione:ha il timing di un Tony Williams...
@Tani:confermo,soprattutto per il carattere decisamente difficile...
@Furio:concordo con molte cose che scrivi.
Ma trovo incredibile che il pallonaro più famoso della terra sia lo smutandato di Armani.
Uno che non entrerebbe nemmeno nei top 50 del calcio britannico...
Il foot in questa trasfigurazione si è reso teosofico:il motivo per il quale viene seguito dalla massa non è esattamente per i suoi contenuti tecnici.
Dovrebbe sparire il più possibile:ritornerebbe ad essere un gioco bello e divertente.
@Christian Tugnoli:mi hai ricordato Magritte!
Ah,ecco Spike quando torna a casa.
http://www.youtube.com/watch?v=N2jmJvaB0Og
Simo, ma poi abbiamo spedito la pratica per far diventare i Monty Python patrimonio dell'UNESCO?!?!:-))
@Jeremy:io li userei come frequenza subliminale.
All'interno di ogni filmato possibile e immaginabile;tanto hanno "coperto" tutto lo scibile umano...
Effettivamente non si sono fatti mancare nulla....
@simone
grande :)
Simone, questa discussione mi ha portato a sentire Epitaph....e da li mi è venuto in mente come spesso, qui sul blog, viviamo in una Frippertronics session permanente....scusa l'assurdità....
@Spike:Carol Cleveland come premio per il rientro a casa è un bel bonus...
@Jeremy:penso che le frippertronics,come il pc con il quale stiamo comunicando,si ispirino,nella loro forma labirintica,al nostro sistema nervoso.
Talvolta il pensiero si riverbera nelle macchine che usiamo come nel cervello.
Hofmanniana.
Vero il nostro sistema nervoso non è altro che un grande riverbero del primo segnale iniziale. Esistiamo solo se il riverbero non si interrompe.
@Jeremy:perfetto.
Io suono quindi sono.
@Simone
scrivere un commento su questo tuo articolo è come conoscere a memoria tutta la rete viaria dell'Impero Romano.
Il rito è sacro, lo apevamo un tempo, è rimasto in oriente dove bushido e thè sono rimasti tali da secoli. C'è diferrenza fra il loro modo di sentire il rito e il nostro. La stessa che passa fra Sakamoto e Neumann, pur nell'ambito del minimalismo.
La finzione resta tale anche se, con la ricerca della percezione, la realtà diventa secondaria.
Anche il pattinaggio ha avuto il suo reality, Kerrigan-Harding, ma anche la divina Witt, eccezionale il suo ritorno del 94. Più che uno sport una sorta di arte.
Vancouver ha avuto un senso, lo scorrere del tempo ce lo farà scoprire con calma.
Il caratteraccio è sempre più vitale del mellifluo ed impalpabile buonismo, io lo preferisco, anche se bisogna saperlo dosare.
Parafrasando Jeremy, salutami Odino.
Italo
@Italo:mooolte grazie.
A Salt Lake City venne fuori che la mafia russa controllava un giurato francese...
Ma alla fine rimangono quei gesti e ne convengo che,tra qualche anno,ci ricorderemo di un'olimpiade così così per un paio di momenti incredibili.
La Kim e il derby hockeistico di sicuro.
Forse Neuner ed Ammann.
"sicuramente sono io che sono un rozzo barbaro che non capisce un tubo, ma non riesco ad emozionarmi per il pattinaggio artistico ne riesco a considerarlo uno sport. Non nego i sacrifici e i duri allenamenti che fanno, ma anche un ballerino della scala li fa.." Spike, perchè, un ballerino della Scala non ti emoziona.....?
Il successo del wrestling ha molto a che vedere con l'infantilizzazione e con una certa femminilizzazione della nostra società. Sul primo dei due fenomeni aveva già capito tutto Gombrowicz negli anni '30.
Ho visto quasi niente delle recenti olimpiadi per cui non dico niente sul pattinaggio, ma mi e vi domando se quello che dice Simone ha niente a che vedere con l'"effetto Korbut" ai tempi di Monaco '72 ?
@Jeffbuckley:Barishnikov a 25 anni avrebbe potuto fare tutti gli sport professionistici ad alto livello.
Non so quanti atleti avrebbero potuto fare danza...
@Kalz:quella componente ci può stare benissimo.
Soprattutto,sul ghiaccio,dalla Witt in poi;che introdusse nella specialità una sessualità prima appena accennata.
@Simone
Però la divina lo faceva scendere dall'olimpo, con una naturalezza quasi trascedente.
Olga Korbut, Nadia Comaneci, adesso molte ragazze dell?est Europa hanno cambiato tipo di ginnastica.
Italo
@Italo:yes,Korbut e Comaneci stravolsero la ginnastica.
La Witt è sempre stata sexy,anche per quelli della Stasi che la spiarono senza tregua.
Voyeur...
L'eccezionalità della Kim,nell'ultima prova a Vancouver,sta anche nella capacità incredibile di gestire la pressione.
Roba da schienare un toro o almeno incrinare qualche certezza.
Invece,solo la perfezione.
Anche in questo,un'aliena appena scesa dall'astronave...
Simone, quoto totalmente il discorso sulla Kostner. Non c'è niente di male ad avere una pattinatrice tra le migliori a livello europeo, ma che tutte le volte ce la spaccino per favorita va oltre il comprensibile, e fa male soprattutto a lei, che non se lo merita. Ho visto la finale Canada-Usa, è da film!
@Leo:si,dipingere la Kostner come un fenomeno è soprattutto un danno (agonistico,di certo non economico..)per la bolzanina.
Facendo un paragone ciclistico,è come scrivere che Pellizotti potrebbe battere Contador al prossimo Tour.
Una barzelletta che non fa ridere.
Posta un commento