di Oscar Eleni
L’ultimo secchio d’acqua aspettando i play-off, unguento magico della medicina dei semplici per curare i reumatismi di questo basket che stasera saluterà la metà del gruppo e che nella notte porterà sulla via degli elefanti, quella dove il tifoso deluso, come dicevano quelli dell’Atletico Madrid prima di vincere la coppa, se ne va scuotendo la testa.
Cremona, Ferrara o magari Biella. Una di queste piangerà e ci farà piangere perché in tutte loro c’era qualcosa di buono. Ma, forse, retrocedere vuol dire anche guardarsi dentro un po’ meglio se le reazioni alla salvezza sofferta sono come quelle che hanno messo alla sbarra i giocatori di Varese dove sarebbe più logico cantare in coro per un avvenire migliore senza ascoltare tutti quelli, forse troppi, che ti dicono andate avanti voi perché noi abbiamo già dato. Certo che la Cimberio, senza infortuni gravi, poteva arrivare ai play-off, ma ha i peccati sono stati superiori alle virtù.
Il contrario della bella Cantù che ieri si è specchiata fra le lamiere del suo amato Pianella, messa a riposo dopo la radiazione di Napoli, messa in sala d’attesa per scoprire chi sarà la sua avversaria giovedì quando inzieranno le partite dove si gioca soltanto per vincere e non per prenderne con scarti pilotati come dicono i galli nel pollaio dopo l’uscita a vuoto di un proprietario, il Sabatini virtussino, che, magari, avrà anche degli estimatori perché la sua creatività merita rispetto, ma certo non può essere ascoltato quando strappa i vestiti al suo allenatore che avrebbe voluto investire con la macchina, rimbecca Meneghin dicendogli che da lui non prende lezioni. Da chi allora prenderà lezioni questo grande uomo di sport? Come sapete Bologna avrebbe dovuto perdere a Roma di 21 punti per non stare dalla parte di Siena nel tabellone. Certo a Cantù affileranno le unghie se le combinazioni dovessero portare proprio le Vu nere al Pianella nel primo turno di play off perché per arrivare alla semifinale contro i campioni bisogna prima superare i quarti di finale.
Non è una lezione, rassicuriamo il prode Sabatini, ma un suggerimento brechtiano come si legge nella vita di Galileo quando il ragazzo Andrea porta il latte allo scienziato che cerca una scusa per non andare davanti agli inquisitori che, ieri come oggi, si nascondono negli stessi angoli dell’angiporto. Dialogo astrocestistico:” Mamma dice che c’è da pagare il lattaio sennò quello girerà al largo della nostra casa, signor Galileo”.
“Di' meglio- corregge lo scienziato-, descriverà un cerchio intorno a noi”.
Ecco, caro Sabatini facciamo in modo che quelli di fuori, quelli che preferiscono la redenzione di Marion Jones alle vostre elucubrazioni, non facciano un cerchio intorno al basket. Giovedì si comincia una rumba dove vorremmo divertirci, pazienza se Danilo Gallinari non sarà in azzurro. Ma come è capitato a Cleveland e Lebron James, oggi bastonato dagli stessi fratacchioni che ieri impazzivano per lui, bisognerà farsene una ragione.
Oscar Eleni
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