di Oscar Eleni
Bisogna avere digerito davvero male se nella notte senti voci, se devi prendere spunto da un razionalista olandese che si chiama Baruch, o, magari, Beniamino Spinoza, per arrivare a questa semifinale impossibile fra Siena e Cantù con l’aforisma da bacio perugino: la paura non può essere senza speranza e la speranza senza paura. Eccolo il pensiero che, come la goccia, scava la pietra: vi sembra possibile una finale Cantù-Milano come sogna il Trinca Trinchieri?
Voi direte che, al massimo, si è sbagliato su Milano perché, come dice il garrulo Oscar Bezzerra, sarà Caserta a vincere contro l’Armani. Se ci fate caso questa possibilità, strana, remota, di poter far soffrire Siena dice tutto sulla stagione magica di una squadra fiorita nel tempo per merito di un allenatore che ha testa, che ha huevos, che ha tutto per riuscire, anche se nel suo cielo già volteggiano gli stessi che un tempo, era la semifinale del Pino Sacripanti canturino, non casertano, vennero a prendersi i grandi di allora. Miele di casa Arrigoni ed ecco che vogliono spalmarlo tutti sul pane, anche quello raffermo di certe società che fingono ricchezza e non hanno né idee né quattrini. Bologna vorrebbe i “buoni” della NGC. Forse li avrà perché gli agenti, lo sapete, non vogliono avere sentimenti, ma certo questa caccia si farà sentire. Succede da anni che i paperoni del gioco, stanchi di buttare via quattrini ascoltando l’incompetenza, vanno su chi ha rischiato e ha vinto. Sono furbi, i paperoni, furbi che non hanno forse capito una cosa fondamentale che scoprirebbero parlando con i giocatori stessi come direbbe Mazzarino, come capirebbero leggendo meglio le dichiarazioni del Custer Trinchieri: “ Uno si esalta se intorno l’ambiente lo aiuta ad esaltarsi. Non è detto che in altri posti vada alla stessa maniera, soprattutto se le società non hanno anima”.
Oscar Eleni
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