I mediani e i mediocri

di Libeccio
Il conto presentato a Oriali, la normalizzazione di Benitez, il lungo addio di Balotelli, Berlusconi poco convinto e la mano sul cuore di Prandelli.

1. Gabriele Oriali era molto vicino a Mancini e poi a Mourinho, ma solo nel senso che ha saputo costruire con entrambi un forte rapporto fiduciario come ogni bravo dirigente dovrebbe saper fare. Del resto era anche pagato per questo: nel calcio non è obbligatorio essere veri amici, è sufficiente remare nella stessa direzione dando all'esterno una sensazione di unità. Branca invece è sempre rimasto nel solco della linea di comando dei Moratti e ha avuto non pochi motivi di attrito sia con Mancini che con il suo successore. Nell’ultimo anno, soprattutto, spesso Oriali si è fatto scudo del carisma enorme di Mourinho per bilanciare il suo peso in società rispetto a quello di Branca e non solo. Ora Branca (e non solo lui) ha presentato il conto e Oriali è finito infilzato avendo perso ogni sponsor interno di peso. Dicemmo al momento dell’uscita di Mourinho dall’Inter che la società non ne era particolarmente dispiaciuta (anzi) anche se dall’esterno poteva sembrare il contrario e qualche giornale ha anche cavalcato la sciocchezza del Moratti 'tradito'. La recentissima cacciata di Oriali ne è la riprova. L’uscita dall’Inter è dispiaciuta molto di più a Mourinho che a Moratti, Branca, Paolillo.
2. Ora con Benitez l’Inter vuole solo vincere, cosa mai facile visto che fino a qualche anno fa non accadeva (per i noti motivi, ma non solo). Con Mourinho ha stravinto su tutta la linea, spesso umiliando anche mediaticamente gli avversari. Ora non più. Il linguaggio della società con l’avvento di Rafa Benitez atterra con convizione nella zona politica e delle sempre concilianti pubbliche relazioni. Soprattutto questa è stata la cornice di riferimento del contratto con Benitez sin dai primi contatti: tornare alla normalità. In altrre parole: si può vincere o perdere, meglio vincere, ma senza fare la guerra al mondo. Ma è proprio per questo, per la sua totale mancanza di prudenza, che nella storia dell'Inter Mourinho rimarrà scolpito più di gente che magari alzerà più trofei di lui. Non è un caso che Moratti non abbia molto gradito lo schema mediatico e tifoso delle ultime stagioni: i successi erano successi di Mourinho, mentre i mancati successi sarebbero state le solite occasioni perse dell'Inter di Moratti. C'è di più, oltre a questi discorsi psicologici. Nei prossimi anni busserà alla porta di Moratti una grande quantità di personaggi con ambizioni da allenatore o da dirigente, primi fra tutti Zanetti e Cambiasso. Impossibile trovare un posto a tutti.
3. Giunge all’epilogo la storia tra Mario Balotelli e l’Inter, su cui abbiamo scritto tanto (qualcuno dice troppo). Ultima considerazione:  nella discutibile decisione di rinunciare al migliore talento del calcio italiano c'entrano situazioni extracalcistiche che avrebbero dovuto essere trattate come problemi da risolvere e non come ostacoli insormontabili. Di questo addio qualcuno si pentirà, ma non crediamo che sarà Balotelli.
4. La situazione del Milan resta ferma come le cravatte di Galliani, sempre incomprensibilmente gialle. La verità che non si vuole dire è che Berlusconi è stanco del calcio e del Milan ma che non può mollarlo al primo sceicco che passa. Berlusconi che anche quest’anno ha trasformato la presentazione di un Milan al risparmio in evento mediatico pro domo sua. L’ha sempre fatto, ma ultimamente ha aggiunto qualcosa in più: la scarsa convinzione, nonostante resti sempre lui (Silvio) primo attore, regista, fonico e direttore della fotografia. Un allenatore che va al Milan sa già che sarà trattato al massimo come un servitore. Magari con garbo, ma sempre tenendolo sotto l’egida del comando che non ammette iniziative o pareri contrari. Pensate cosa deve aver sofferto il diplomatico Leonardo per dire alla fine del suo rapporto di lavoro con il Milan che ''La mia sopportazione di Berlusconi è esaurita. Siamo da un punto di vista caratteriale agli antipodi''. Pensate ad Ancelotti, a quanto ha sofferto certe situazioni e a come è ringiovanito ultimamente (pare anche per altre ragioni) tanto da sembrare il figlio dell'Ancelotti allenatore del Milan. Povero Leonardo e ancor più povero Allegri nuova vittima sacrificale. Ben pagata, s’intende. Sconcerta poi la situazione di Rino Gattuso, che è stato una grande bandiera della società rossonera. Con un giocatore così in fase di uscita si dovrebbe trovare un accordo tacito e senza che nulla trapeli all’esterno. Almeno questo fanno le grandi società. Esattamente il contrario di ciò che sta avvenendo. Altro colpo all’immagine. Si torna al punto di partenza: chi ha i soldi per il Milan non è gradito, chi è gradito sta vivendo brutti momenti imprenditoriali.
5. Fino a pochi giorni prima di firmare il contratto per allenare la Nazionale, Cesare Prandelli faceva dichiarazioni d’amore verso la Fiorentina e i suoi tifosi. “Sempre nel cuore”, “Viola tutta la vita”, “Se la proprietà mi conferma resto per sempre”, “Non ho valutato alcuna offerta”. Come anche: “Sono l’allenatore della Fiorentina e tale resto se la proprietà lo vuole” (sono solo alcune delle sue dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa e sempre con la mano sul cuore). Poi, come Fregoli, esce da una porta e rientra con indosso la tuta della nazionale italiana, facendo informare della cosa la Fiorentina con una lettera spedita per posta prioritaria dalla Federazione. E ciò che ai giorni nostri si intende per coerenza e riconoscenza.
Libeccio
(in esclusiva per Indiscreto)

24 commenti:

cuginostivi ha detto...

Di solito gli sboroni attaccabrighe finiscono cornuti e mazziati per la gioia della collettività, nel caso di Mou no, altro onore al merito; Convengo, le cravatte di galliani sanno di geometra di provincia o da antennista di sky...opsss..; Che i della valle non sopportassero più Prandelli mi pare di ricordare che fosse sotto gli occhi di tutti e che la sua cacciata fosse stata programmata era chiaro, da apprezzare piuttosto che non sia andato alla juve ma abbia optato sulla nazionale.

Pierfrancesco ha detto...

3: quoto ogni virgola. La cessione di Balotelli, con la scusa della "testa calda che se ne vuole andare" e quell'altra ancora più patetica del financial fair play, va immediatamente inserita nella categoria "puttanate".
Per poi associarla alla cessione di Maicon (dopo aver giurato e spergiurato che si sarebbe ceduto un solo big...), per poi aggiungerci lo sperpero di denaro per Mascherano e Kuyt... puttanate su puttanate.
Ho idea che l'Inter, appena giunta fra le squadre di prima fascia, i top teams, abbia già abdicato da ciò dopo pochi mesi, preferendo rintanarsi nella meno responsabilizzante e più economica collocazione rassicurante in seconda fascia, dove si vince sì e no lo scudetto in patria e magari si esce dall'Europa "con onore" contro gli squadroni VERI, ma non si ha la responsabilità di esserlo, uno squadrone, e dimostrarlo sul campo: troppo responsabilizzante, ma soprattutto economicamente troppo oneroso.
Gli resterà in tasca il "tesoretto", a Moratti, farà contento Platini ed il suo FFP, ma i tifosi dell'Inter dovrebbero digrignare i denti anziché farsi scivolare addosso la cosa con questa acquiescenza.
Bah, temo che lo faranno fra qualche tempo. E qualcuno ricorderà che Moratti non ha voluto fare per Balotelli quello che ha fatto per anni con Recoba e Adriano, giocatori pur tecnicamente validi, che però il talento di Mario se lo sognano...

Nick ha detto...

Leggere che la società (in particolare Moratti) non era dispiaciuta della partenza di Mourinho e lasciare intendere addirittura di attriti fra il presidente e l'allenatore, per chi sa come sono andate le cose, dà veramente la misura del peso da dare a certe notizie.
Portare come prova la cacciata di Oriali, poi...

@Pierfrancesco, già letta stamattina questa interessante tesi secondo la quale anzichè imparare dalle puttanate del passato sia necessario e doveroso replicarle.
L'Adriano e il Recoba di cui parli non avevano niente da invidare a Mario. Speriamo (per lui) che Mario non si trovi ad invidiare loro il trattamento ricevuto dall'Inter.

banshee ha detto...

ma poi Kuyt siete sicuri che lo prendono? su Mascherano non vedo proprio che ci sia da obiettare sia dal punto di vista anagrafico che da quello tecnico.

Fabio Schiano ha detto...

", per chi sa come sono andate le cose, "

perchè Nick, come sono andate esattamente le cose?

depurate da dietrologie e ipotesi sballate, cosa è successo veramente?

lo chiedo con curiosità, poi si giornali si è potuto leggere di tutto..

Nick ha detto...

La voglia di entrare nella storia (le tre Champions e i tre campionati), certo...ma la causa scatenante, la spinta definitiva che ha reso inevitabile l'addio, è privata.

Il resto sono chiacchiere.
Moratti se lo sarebbe tenuto in casa 30 anni, e praticamente chiunque in società avrebbe fatto lo stesso.
Le lacrime del Bernabeu sono state nulla in confronto ad altre scene....

Francesco ha detto...

Dai Nick, dicci qualcosa di più...

Un gobbo ha detto...

Io non sono a conoscenza di pettegolezzi.
Per me Mourinho è andato via spinto dalla sua ambizione e dalla volontà di tornare a far vincere il real e di essere il primo a vincere in spagna,inghilterra e italia. Ed è legittima,oltre che giusta.

tutto il resto è una sceneggiata.

Questa è una mia impressione eh

Fabio Schiano ha detto...

Beh.. questo darebbe una qualche spiegazione anche alle modalità, che sono state davvero insolite..

Nick ha detto...

Un gobbo, ma l'ho detto: ANCHE quello.

Un episodio venuto fuori sui giornali, per farvi capire, è quello del dialogo con Materazzi prima che il 23 entrasse in campo al Bernabeu...quel "devo andare" era un "devo" nel vero senso della parola! :)

Sarebbe rimasto senza questi problemi?
Boh, non lo so...non sto dicendo questo. Magari sarebbe andato comunque, chiamato (giustamente) dall'ambizione.
O magari no.
Ma questi erano.

E che la società era contenta di esserselo tolto dalle balle (e che lui era contento di liberarsi da questa merda, magari) è una roba che proprio non si può leggere.

Fabio Schiano ha detto...

Ma Moratti ha capito il perchè dell'addio?

PS: Non è che la partenza di Mou (insieme alle vittorie) gli ha tolto la voglia/forza di puntare ancora più in alto e quest'anno almeno si adotta un basso profilo?

Nick ha detto...

Beh, c'era poco da capire...ma lo conosce, sì! :)

nico_qsr ha detto...

scontenti in società non credo, potrebbe pure essere.
lo scontento era mou che cercava da un anno di andare al real(o al barca)per andare a spendere e spandere.
Nel mentre, poteva pure risparmiarsi il bacio allo stemma....l'uomo corretto.

Fabio Schiano ha detto...

No, non credo siano questi i termini della questione, da quel poco che (non :-)) ho capito di quanto detto da Nick...

il rapporto poteva continuare o interrompersi (difficile continuare quando hai portato una squadra abbondantemente oltre i propri limiti e hai vinto tutto), ma deve essere successo qualcosa già prima della finale di Coppa Italia (quando quindi non avevi ancora vinto niente)

COSA sia successo, se Nick non può dircelo, può essere qualsiasi cosa, ed essendo privata è giusto che tale lo rimanga, anche se personalmente mi piacerebbe proprio saperlo...

Un gobbo ha detto...

Nick
se i problemi che lo costringevano ad andare erano extra-calcistici allora direi che passano davanti a tutto e direi che ,giustamente,non è il caso di parlarne

Calcisticamente parlando,non capisco perchè "dovesse" andarsene

Nick ha detto...

Certo gobbo, i motivi sono extracalcistici (non sposterebbe niente saperli o no, sono storie private)...infatti la decisione era presa già prima delle tre coppe alzate.

Se facessimo un ipotetico discorso calcistico hai ragione a dire che non "doveva" andare, ma è vero anche che io -freddo professionista- al termine di una stagione del genere vado via, eccome se vado via. E' la scelta che fece lo stesso Mourinho al Porto, per esempio, e professionalmente è più che condivisibile: lasci dopo aver ottenuto il massimo, sapendo che non potrai mai fare meglio e che mai nessuno ti pagherà quanto ti pagherebbe oggi. Professionalmente ci sta.
Anche se non è esattamente questo il caso.
Poi certo ci sarà sempre chi lo bollerà come ipocrita o come attore...ma basta guardare il Mourinho di Gelsenkirchen e quello di Madrid per capire che non è così semplice.

Arturo ha detto...

Una questione (anche) di figa come ai tempi del porto, la figa gira che te rigira c'entra sempre

nico_qsr ha detto...

Sta storia del "freddo professionista" sembra fatta apposta per giustificare qualcunque cosa;il "F.P." non ha bisogno di baciare lo stemma (non mi pare che Ibra-il traditore l'abbia fatto).
Oltretutto, il "F.P." se n'è andato ben prima di conoscere l'epilogo, potendo se ne sarebbe andato già un anno fa, anzi, avesse avuto un'offerta da un top club inglese o spagnolo non sarebbe neanche mai arrivato all'Inter.
l'Inter era un punto di passaggio in attesa di un'offerta "seria"; tanto difficile dirlo?

Un gobbo ha detto...

Nick
si si,non era mia intenzione sapere quali fossero.
Se sono extracalcistici quindi,qualunque essi siano, non c'è altro da aggiungere

Nick ha detto...

Nico, non devo convincere nessuno...

nico_qsr ha detto...

Nick, ma non te l'ho chiesto :D
Solo che sento parlare di grande professionismo applicato a contesti che non c'entrano nulla...allora lo sono tutti.
Per quanto riguarda i motivi che l'hanno spinto ad andarsene, ce n'erano di validi anche l'anno scorso quando ottenne il rinnovo del contratto dopo quella sceneggiata.
Anno nuovo motivi nuovi?
la sostanza non cambia, le intenzioni erano sempre le stesse.

Nick ha detto...

Ribadisco: non devo convincere nessuno.

La verità è una. Il resto sono, nella migliore delle ipotesi, chiacchiere da bar.

Anonimo ha detto...

Che i Della Valle non sopportassero più Prandelli è noto quanto, aggiungerei, giusto :D
Il fatto che non sia andato alla Juve invece dubito fortemente (eufemismo) che sia stata una sua scelta, credo piuttosto che l'arrivo di Marotta abbia cambiato le carte in tavola. Anche al netto delle voci che lo volevano vicino all'accordo portandosi dietro un paio di big viola.

Intanto io gioisco nel leggere le dichiarazioni di un allenatore che dice "arriveremo quarti e se non lo faremo sarà colpa mia" e sui giocatori dice "sono contento di quello che ho adesso, non ho chiesto nulla e non mi aspetto nulla".

Dal giorno alla notte, insomma. O viceversa.

Leo ha detto...

Smuzz anch'io avevo voglia di uno che dicesse dove veramente vuole arrivare... Poi pazienza, ma almeno gioca a carte scoperte.