Ridateci le catene

di Stefano Olivari
L'estate propone avventure incredibili, degne del 'pizza fredda e birra calda' di Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro. La nostra è stata la visione su Rai Gulp delle vecchie puntate di 'Mimì e la nazionale di pallavolo', uno dei più bei cartoni animati a tema sportivo mai prodotti. In Italia, con vari titoli, la serie gira dall'inizio degli anni Ottanta (Italia Uno) ma in realtà è stata creata in Giappone nel 1969. Chiunque abbia apprezzato le vicissitudini di Mimì e dell'amica Midori sa di cosa stiamo parlando, l'ennesima visione ci ha solo fatto riflettere sulla genialità del proporre ad un pubblico di bambini (tale era una volta quello dei cartoni) una visione dello sport e della vita basati sul sacrificio oltre ogni limite. Tutto molto ben lontano dal lieto fine, sia pure passando attraverso mille sfighe, di tante altre serie anche giapponesi.
Il lieto fine sportivo in effetti c'è, con la vittoria sull'Unione Sovietica al Mondiale, ma il nucleo ideologico di Mimì è il senso di inadeguatezza che la spinge ad accettare (ed in molti casi ad auto-infliggersi) allenamenti assurdi: da quello famosissimo con le catene ai polsi sanguinanti ai salti mortali appresi in una scuola di ginnastica. Di culto Diego Nacchi, allenatore che pretende gli occhi di tigre alla Velasco (ma nel 1969 Velasco era un adolescente, non può avere ispirato lui il personaggio) e con un passato tragico da giocatore con lo sport a riempire i suoi vuoti, di superculto il tarocco Fininvest (non il peggiore della casa, visto in prospettiva) che si era inventata una cuginanza fra Mimì e Mila per lanciare 'Mila & Shiro, due cuori nella pallavolo' (piatto, senza emozioni). Inutile dire che non ci sono più i bei cartoni animati di una volta, sarà per questo che ci siamo appassionati anche al trashissimo The Hills (fancazzisti di Los Angeles, sempre in locali diversi e concentrati solo sul loro privato) su Mtv: il vuoto contro il sogno. Per chi, per cose, dovremmo oggi metterci ai polsi quelle catene?

27 commenti:

Unknown ha detto...

occhio stefano che ti confondi. tu parli di mimì e la nazionale di pallavolo, la cui protagonista in originale non si chiama mimì.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mim%C3%AC_e_la_nazionale_di_pallavolo

la parentela di cui parli tu è con la mimì, anche nell'originale, di "mimì e le ragazze della pallavolo", di cui in effetti mila era parente.

http://www.nekobonbon.com/Mimi/Testi/Mimiextra.htm

axel shut ha detto...

beh, pure Holly & Benji non scherzava coi sacrifici, tra la Flynet che si allenava sulla neve, Landers sulla spiaggia (e in montagna tirando giù le aquile a pallonate) e Benji che parava le palline da baseball (o erano da tennis?)

Stefano Olivari ha detto...

Infatti all'inizio la chiamano Ayuhara, che sarebbe il cognome, ma sempre di Mimì (Kozue in originale) si tratta...la parentela fra Mimì e Mila è invece un'invenzione italiana, nel senso che esiste solo nella versione italiana del cartone...niente di male, per lanciare uno spinoff si è fatto anche di peggio, ma le due sono cugine solo fuori dal Giappone...

Unknown ha detto...

no stefano, sono due serie e due mimì diverse. la mimì di cui sarebbe cugina mila è mimi hijiri, qui da noi tradotta con mimì miceri. la finzione sta solo nel doppiaggio, perché di mimì miceri in italia non si ricordava nessuno, mentre tutti conoscevano la ayuhara.

è una serie di cui credo ormai mi ricordo solo io [soli ventisei episodi scopiazzati dalla serie più famosa - http://en.wikipedia.org/wiki/Attack_on_Tomorrow].

transumante ha detto...

stefano: confesso di aver visto un doppio episodio di the hills. Non ho capito come passino la loro vita i protagonisti, a parte i momenti spesi ad accoppiarsi secondo le leggi del calcolo combinatorio (ma poi, sono tutti uguali, se cambiano partner non se ne accorgono)

mi sembra vita infinitesimale, ho l'illusione che la mia esistenza sia piu' piena e soddisfacente

axel shut ha detto...

non conosco The hills ma ho come l'idea che Houellebecq ne trarrebbe un gran romanzo

nanomelmoso ha detto...

beh ragazzi ... vogliamo parlare dei go boys con il tizio che si allenava con la macchina che gli passava sulle caviglie per abituarsi al dolore ? mitico ... l'allenatore che aveva giocato tutti gli 11 ruoli ... i tiri fantastici ....

Krs ha detto...

@ Direttore: guarda che la dritta centello è valida anche quando zonzo per l'Europa.

@ Axel: Grande Houellebecq, quanto alla pallina ricordo la puntata culto di Holly e Benji (una delle prime credo) in cui i poveri sfigati dei vari sport si contendevano il campo d'allenamento alla squadra del portierone sfidandolo a parare palle di vario genere (Pallamano, Baseball, perfino Rugby) ovviamente restando inculati dal Benji

Comunque Bruce Harper era tutti noi

Peo ha detto...

penso che pochi siano riusciti a comprendere la poesia di un Bruce Harper: facile nascer campioni come Holly, più difficile raggiungere vette inaspettate quando Dio ti ha dato dei ferri da stiro al posto dei piedi.

tasaril ha detto...

Stessa filosofia che sta dietro Mr Satan di Dragon Ball :)

Stefano Olivari ha detto...

Ma la Mimì degli inizi Fininvest, prima di essere convocata in nazionale (per intenderci, quella della grande sfida del suo Fujimi al Fukuoka di Caterina) nella versione originale giapponese era cugina di Mila o no? Secondo me no...Ammetto che la serie con Mimi Miceri mi manca...

Pierfrancesco ha detto...

ricordo male io o Mimi Miceri o Miceli era detta "l'italiana"? Almeno nel nostro doppiaggio...

Il tizio che si allenava facendosi passare una macchina (guidata dal suo "allenatore"...) sopra tibia e perone era il brasiliano Ken Santos, mostro di fine livello... ehm... voglio dire... ultimo avversario in "arrivano i SuperBoys".
Di cultissimo la sigla, presa direttamente dagli Europei 1980

nanomelmoso ha detto...

anche il protagonista fece qualcosa del genere quando si ruppe la caviglia ed inventò il tiro del falco girando su se stesso come nemmeno un lanciatore del disco ... che ricordi ... (il campo era meno vasto di quello di holly e benjii)

mago69 ha detto...

A proposito di allenamenti assurdi inflitti o auto-inflitti mi è impossibile dimenticare quella sorta di ingegnosa armatura composta di molle e fili di ferro che il padre faceva indossare a "Tommy la stella dei Giants". Sarà che sono un appassionato di baseball ma quella serie animata rimane a mio avviso la migliore dedicata al mondo sportivo.

Krs ha detto...

@ Mago: stavo per citarla io...

In effetti era grandiosa (ed io non sono un appassionato di Baseball) univa uno sport nazionale giapponese al quel tocco sadico tipico loro ;)

Leo ha detto...

Il problema di questi cartoni è lo stesso di tutti i telefilm. Danno tutto non nella prima serie, ma direttamente nella prima puntata (ad Holly e Benji non c'è niente di più mitico della sfida scritta sul pallone calciato dal terrazzo di casa di holly direttamente nelle mani di benji che intanto parava "qualche" isolato più in là).

delgiu ha detto...

Pur non facendo parte della generazione '80, ricordo (seppur non abbastanza nitidamente) questa serie, andata in onda fino alla seconda metà dei '90 in orari canonici.

Direttore, secondo lei perché Mila e Shiro hanno lasciato una traccia complessivamente maggiore, specie neel pubblico più giovane?

Leo, la prima puntata è leggendaria in ogni dettaglio, incluso Roberto Sedinho che scatta e crossa!

furio ha detto...

non ho mai visto The Hills, ma per vedere il vuoto spinto oltre i limiti della fisica (e sempre nel contesto di LA, che in effetti si presta bene) "consiglio" Entourage, che come ulteriore aggravante ha pure la pretesa di non essere una totale cazzata

Stefano Olivari ha detto...

Intanto segnalo che sabato cominciano le nuove puntate di The City, spin-off newyorkese di The Hills...lì pretese non ce ne sono davvero...quanto a Mila & Shiro, penso abbia lasciato più ricordi nei più giovani (ma sarà vero? Mimì la replicano praticamente ogni anno) per il clima decisamente meno cupo e per la maggiore presenza di fatti privati...dal fidanzato alla storia della madre che l'aveva abbandonata...Mimì è una figura tragica, Mila pur in mezzo ai suoi casini è più piatta...per me sono decisamente di due livelli diversi...

furio ha detto...

Stefano, non vedo l'ora.

Queste robe hanno portato alle varie Al Qaeda di questo mondo più adepti e simpatizzanti dell'occupazione israeliana in Palestina e dell'invasione sovietica in Afghanistan messe insieme

zoleddu ha detto...

ho appena scoperto di essere stato innamorato della Miceri e non della Ayhuara.. grazie c
Stefano l'unico modo per capire se hai mai visto la serie di Mimi Miceri è riascoltare la sigla:
http://www.youtube.com/watch?v=MNeNIrfpEjQ

zoleddu ha detto...
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zoleddu ha detto...

Cmq la migliore era quella gran figa di Tinetta(che cazzo di nome poi) che la pessima versione italiana (e la voce stridula della Massironi) rendeva una ragazzetta appiciccosa e scassapalle ma che nel manga originale aveva una personalità molo più complessa. e poi Sabrina era una stuzzicacazzi di primo livello

axel shut ha detto...

concordo con l'ultima frase (anche se magari avrei usato altri termini), Sabrina di "È quasi magia Johnny" è probabilmente il primo amore della mia vita, stupenda, ma dove le distribuiscono quelle così?

zoleddu ha detto...

scusa axel.profumiera va bene?
cmq era una citazione (colta)da un film di mike leigh del 2001 ..

zoleddu ha detto...

Caz Gheddafi è uguale a Marrabbio del telefilm Dolce Licia

axel shut ha detto...

@Zoleddu: troppo colta (o di culto), non ho colto :-D