Senza padroni

di Oscar Eleni
La Slovenia europea, le imprese degli esordienti, il quarto asso in Lituania, l'ammaraggio di Siena, le diapositive di Bulleri, la fame di Dasic e i complimenti di Sky. Voti a Mancinelli, Cancellieri, Mahoric, Recalcati, Cavaliero e Frates.
 

Oscar Eleni da Portorose, Slovenia. Ospite ideale, presente soltanto con lo spirito e con il corpo già pronto a nuove anestesie, un centro ayurvedico dove forse riusciremo a capire perché l’italbasket non trova i quattrini, le garanzie che invece permettono a questo paradiso verde, grande come la Puglia, 2 milioni d’abitanti, più o meno come Milano, di avere scuole cestistiche capaci di produrre, ogni anno eccellenti giocatori. Hanno progetti che sembrano portare all’assegnazionae Dell’Europeo 2013 che l’Italia voleva avere: senza poterselo permettere, a quanto pare.

Slovenia è Tomo Mahoric che da esordiente fa tremare Tutankamen Pianigiani con la Veroli Cremona che cambia generale, giocatori, fantini, ma si spegne sempre sulla linea del traguardo. L’anno scorso fu il fegato di Attilio Caja a perdere bile in quantità non controllabile, questa volta è andata anche peggio perché prendere 16 punti a Siena, anche in nuova versione, vuol dire avere qualcosa dentro. A proposito di esordienti diciamo che il Cancellieri che è andato a sbancare Caserta ci ha preso davvero quando definendo la sua banda biellese scoprì di avere lo spirito dei ragazzi della via Paal.

Sembra un personaggio da film di Nanni Moretti o anche Salvatores, questo teramano che porta gloria alla scuola abruzzese esaltata, nel primo turno, da Icaro Mancinelli che se starà lontano dal sole delle facili adulazioni arriverà davvero più in alto di quanto avremmo scommesso guardandolo da lontano. Ha tenuto bene la stagione di Azzurra, si è fatto uomo e si è convinto che i veri giocatori non hanno spazi privilegiati dove soffrire, ci devono dare dentro ovunque vengono chiamati a mettere la faccia. Adesso non venite a menarcela con la storia che, se lui avesse voluto, gli avrebbero fatto posto anche nella NBA. Cosa conta? Diciamo che sta diventando bravo per questo basket che lo accetta spesso anche numero quattro e l’Eurolega ci dirà se in Lituania, al campionato continentale, potremo contare su un quarto asso da mettere sulla tavola, anche se ci resta sempre il dubbio che per avere davvero quattro assi il Simone Pianigiani dovrà almeno barare.

Prima giornata per far urlare il coro: finalmente un campionato senza una squadra padrona. Perché Siena, a metà strada fra lo splendore aggressivo della supercoppa e il quasi ammaraggio di Cremona, senza avere sotto l’aereo verde il liquido primordiale che ne faceva una cosa speciale, sempre, ci ha messo i brividi anche per la corsa europea che parte in settimana, anche se il più dificile, all’esordio spetta a Milano che va trovare il CSKA reduce dalla vittoria, diciamo pure storica, sui cavalieri di Cleveland rimasti senza la sella LeBron James. Andiamo piano, certo Milano ha gli uomini e la panchina abbastanza lunga per poter arrivare dentro l’accampamento senese, ma non basta il carattere se, come a Teramo, i quintetti diventano mistero logico. Diamo tempo a tutti di assestarsi, anche a Siena che certo non immaginava di trovare debiti nel vecchio gruppo, cominciando dallo Zizis cheva aveamo difeso dalla chiabotteria in supercoppa, ma che sembra battere in testa, all’improvviso. Lui è l’alternativa al ritmo McCalebb.

Non è contento della sua gioventù da veri trevisi benettoniani il Repesa che ha dovuto chiedere a Bulleri le diapositive che l’uomo di Cecina si porta sempre dietro quando ha paura che qualcuno non riesca a ricordare che fra il Bullo d’oro della vera Treviso e quello di cartone, sballottato fra Milano e il nulla, resta sempre l’abisso se lui non ricorda bene perché era SuperBullo.

Boniciolli confessa di non aver dormito per tre notti aspettando Brindisi che in precampionato aveva ingannato un po’ tutti: lo sceriffo Perdichizzi ha una squadra corta soprattutto se uno come Radulovic va al contrario, se altri fingono di non capire il salto. Gli è andata bene al Matteo quasi pronto per villaggi arancioni, anche se i tifosi di Brindisi erano almeno come quelli romani all’Eur, sicuramente più caldi e fiduciosi di quelli che nel tempo si erano trovati senza l’anima della Roma sognata sempre e sempre scoperta come delusione dopo la prima disavventura. Ora il Bonjevic butta in campo la fame dei giovani slavi, la ferocia di chi ha qualcosa da dire davvero, scoprendo che questo Crosariol ha lavorato proprio bene e sta crescendo, ma poi, chissà per quale mania masochistica ci viene a dire che la vera Roma si vedrà quando torneranno in squadra Gigli e Datome che finiranno per escludere, ad esempio, Dasic, uno che ha fame di tutto. Stranezze della vita in panchina: ma come, trovi gente che si passa la palla, che capisce persino Vitali e la sua idiosincrasia per la difesa, e ci parli di un futuro tutto Italia che non vorremmo avesse la stessa faccia dell’ultima Roma, del Giachetti che, nella festa di squadra, sembrava quasi irritato vedendo che non era necessario nessun volo fra i campetti e le postazioni dei cronisti SKY per sentirci raccontare le solite baggianate.

Hanno ricominciato i ragazzi del cielo che la Lega vuole liquidare, hanno ripreso da dove si erano fermati con la scusa che parlando sempre bene di tutti si salva il posto. Senza capire che quelli il posto te lo fanno perdere lo stesso perché amano il rischio e il tuffo sulla sabbia. Vedono sempre il clima dei playoff, vedono il tormento nell’estasi della prima giornata. E allora? Perché dovrebbero tuffarsi di meno, soffrire di meno? Soltanto perché siamo al primo giorno di scuola? Dateci un taglio, diteci quello che non vediamo, diteci pure la verità, ce ne faremo una ragione se lascerete viva l’idea che lo spettatore è un vedente e non un radioascoltatore da calamitare con peperoncino artificiale.

Pagelliam pagelliamo orsù dunque avvocati nostri.
10 Allo Stefano MANCINELLI che ha fatto una bella sfida contro il suo amico Hall, anche se questi benedetti ragazzi ci devono dire perché fra loro esiste amicizia nel nome dell’odio comune verso l’allenatore che era obbligato a scegliere e a dividere il tempo fra di loro.  
9 A CANCELLIERI e MAHORIC due allenatori esordienti in serie A che si sono fatti conoscere bene dai loro colleghi.  
8 Al micione RECALCATI che, in tempi dove molti si lodavano finendo nel brodo dell’illusione, sa benissimo cosa può dare questa Varese e che, soprattutto, i conti veri si fanno soltanto alla fine.  
7 Al PUBBLICO della prima giornata, più di 35 mila spettatori soltanto in A1, perché quando si ragiona sulla debolezza mediatica del basket bisognerebbe anche spiegare perché e da dove arrivano tutti questi dati. Pregheremmo i presidenti delle Leghe, in riunione congiunta, di mettere sul tavolo la cifra complessiva anche se questo non cambierà la testa di chi schiaccia il basket dopo mezzanotte, per chi finge che non esista un campionato.  
6 Al CAVALIERO che indica la strada a Montegranaro, perché quasi tutti i ragazzi del gruppo Italia, Poeta, Crosariol e Mancinelli in testa, stanno andando proprio bene dimostrando che se il lavoro estivo è fatto bene poi ne hai dei vantaggi come direbbe Stefano Michelini che al suo specialissimo camp per professionisti vede tanti ragazzi lavorare seriamente, rinunciando ad andare dietro alle falene dell’estate. Noi restiamo scettici, ma c’è davvero chi lavora d’estate.  
5 All’EUROLEGA che misteriosamente parte mettendo di fronte Olympiakos e Real Madrid, perché ci sembra così difficile sintonizzarsi e avere devozione con chi rende così complicato il cammino per avere notizie subito, in fretta, insomma come succede alla domenica con il sito della Lega basket quasi sempre impallato. Non è colpa della cattiva attitudine dei pochi soci rimasti al Rincosur per le tecnologie. Migliorate voi e noi toglieremo il pannolone al monitor.  
4 Alla CASERTA caduta, ancora una volta, nella sua casa, perché questa attesa per il solito Williams che l’anno scorso fece deragliare Pesaro, che quest’anno ha già sballato i piani di Brindisi, ci sembra pericolosa quasi più della cattiva attitudine alla difesa.  
3 Agli ARBITRI che ancora cercano un pilota per la loro macchina già messa sotto pressione da nuove regole, da nuovi attori dalla lingua lunga. Possibile che si possa rimandare ancora la sistemazione del settore più delicato di ogni sport? A proposito cosa succede con Barnaba, con la Puglia, con le giovanili che viaggiano senza senior assistant? Che almeno diano un senso al tempo perduto con la scuola con il tempo guadagnato nella conoscenza, se questa avviene in America.  
2 A Fabrizio FRATES, eccellente commentatore TV, per SportItalia, perché vedere fuori dal ring uno come lui, o anche come il Michelini che rende preziose le telcronache RAI, ci fa venire dubbi su troppe cose, ci spiega bene perché andiamo male.  
1 A VENEZIA e UDINE che guidano la serie A2 perché ci obbligano a tifare soltanto per una di loro considerando la regola della promozione dal buco più piccolo della serratura di A1. Speriamo che qualcuno riesca ad essere chiaro molto prima che arrivi primavera. Ci serve un campionato tosto in A2, ma è anche giusto dire che la protezione per chi affronta seriamente la prima serie toglie almeno l’angoscia di dover dar retta ai piccoli Zamparini che crescono pure nel basket.  
0 Alla FEDERBASKET che ha dovuto rinunciare alla candidatura europea perché ci eravamo illusi che con lo sposalizio RCS sarebbe stata nuova vita. Perchè eravamo convinti di avere una spinta per andare sull’astronave Armani al Palalido e per atterrare su arene diverse da quelle dove anche oggi si fa fatica a domare i cronometri, a sistemare bene la gente, a vivere un avvenimento senza farsi martoriare da sedili sadomaso e senza dover ammettere che con la prostata in fiamme si deve stare a casa e non nei palazzi.
Oscar Eleni

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