di Oscar Eleni
Le gestione di Peterson, i chiacchieroni senza vivaio, la partita delle stelle, la benevolenza per le porcate e il segreto di Stonerook.
Oscar Eleni dalle terme di Baden Baden dove chi dice di voler bene a Dan Peterson, ma in sostanza non vede l’ora che i suoi guadagni aumentino, pazienza se poi salterà in aria, dovrebbe portare il Nano Ghiacciato impedendogli di rispondere al telefono durante le conferenze stampa, dando retta a chi vorrebbe gestirlo anche fuori dallo spettacolo e dalle convention, evitando che si esageri perché ha capito che l’Armani doveva almeno rimettere il freno a mano in una posizione che non fosse da ostacolo alle ruote motrici. Terme e meditazione per non farsi prendere all’amo da chi si stupisce che l’effetto Peterson dia al basket più prime pagine in una settimana che in tanti anni senza il Nano, senza l’Evangelista Bianchini, senza la Bologna messiniana, la Bologna di Seragnoli. Ma come, dicono all’anziano bavoso, non Dan, ma chi scrive, s’intende, siete ancora a Peterson per far parlare di voi?
Grazie di averci ricordato che alla luce del sole quelli che sono venuti dopo l’età dell’oro di Varese, Cantù, Milano, Roma, Bologna, hanno soltanto chiaccherato e si sono persino dimenticati che senza un vivaio ben gestito, guidato da allenatori non precari e non ridotti alla fame, tutto finisce in fretta e devi sempre andare ad elemosinare dove hanno davvero voglia di riuscire nello sport professionistico, diciamo Est Europa, dove sembra che ti facciano un favore per non aver esplorato fino in fondo la possibilità NBA venendo qui a far vedere i loro tatuaggi, a raccontarti storie tremende di famiglie spezzate salvo poi diventare schiavi della solitudine, soprattutto durante le feste di Natale. Lasciamo stare Peterson che, magari, a Cremona, si riscopre rospo nello stagno dove Livio Proli e Pascucci devono portare un “ giganton” molto prima di un regista.
Ragioniamo sui pienoni di Natale, ma anche sul futuro. Il Forum con il tabellone interrotto e i suoi geroglifici ci ha fatto ricordare che Milano il 13 marzo ospiterà la partita delle “Stelle” contro la Nazionale sperimentale senza i ragazzi NBA. Allora cari legaioli ascoltate bene:
1) Se farete pagare prezzi troppo alti sarà un flop. Decide la RCS? Ditelo anche a loro o, perlomeno, fatevi dare un pacchetto famiglie del basket;
2) Se il palazzo sarà così freddo, sporco e non funzionante, la festa andrà subito in quelle che sembrano latrine sempre interrotte nel cuore dell’elefante non ancora servito dal metrò;
3) Scegliere Peterson per guidare le stelle sembra almeno logico, darà un senso al primo faccia a faccia, sul campo, con Pianigiani.
Secondo capitolo: coppa Italia a Torino. Fatelo diventare un grande evento, tenetelo in piedi alimentandolo in maniera giusta. Anche qui prezzi da verificare, ingressi da liberare.
Voce sul campionato che sta arrivando alla fine del girone di andata. Diffidare di Teramo perché hanno sangue da sputare. Diffidare della classifica di oggi perché è fasulla. Non prendersela se la gente non capisce cosa vuol dire far dirigere l’orchestra da un vero Toscanini o da un maestro uscito inamidato dal conservatorio senza aver lasciato una vera traccia. Di Abbado o Muti ce ne sono pochi, gli altri li trovi con facilità e, se li coltivi, potranno suonare il corno, una volta o due, a Capodanno. Non spaventarsi davanti agli alti e bassi dei giocatori. Sono nati per far soffrire, perché se davvero tocca a loro ti fanno marameo e cercano rifugio politico a Formentera. Non illudersi che Siena possa fare molte altre volte finali come quello di Avellino. Non chiedere al buon Geri De Rosa di SKY perché nel calcio sembra persino critico e nel basket fa una gran fatica a vedere le porcadas variadas come se fosse giusto dire che Toni gira da flanellone a Marassi quando si tollerano i cestisti ignoti di un campionato che è diventato più equilibrato, ma gira con troppe squadre che sbandano con il freno a mano tirato.
Non scoprite Stonerook quando azzecca l’ultimo tiro dopo aver sbagliato tutti gli altri. Nei segreti di Siena del priore Minucci il ricciolone e le sue lentiggini sono la prova che tutto si costruisce se hai una pietra dove innalzare la tua chiesa. Chi lo diceva? Scuola livornese in auge nel calcio e nel basket, non ci allarghiamo su giornalismo e manageriato perché poi si esagera. E’ stato un crimine far fallire i progetti all’ombra dei mori? Sì, ma nessuno rimedia, come del resto succede a Trieste che da anni non regala più veri talenti al nostro basket. Ci si sente fra qualche giorno.
Oscar Eleni
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