Uno su mille ce l'ha fatta

Alberto Gilardino ha segnato un grande gol, dando quel mitico 'esempio per i giovani' che pretendiamo da ragazzi che in comune i giovani normali hanno ovviamente ben poco. Non in campo, ma denunciando un uomo che da mesi tentava di ricattarlo minacciando lui e la Fiorentina di rivelare una storia (la solita storia, verrebbe da dire) privata ai giornali.
Un personaggio che in passato aveva applicato lo stesso schema con altri, tanto è vero che lui e la moglie sono per questo motivo sotto processo. Ovviamente con Gilardino le telefonate minacciose, oltre i confini dello stalking, e le richieste di denaro sono state commisurate al reddito dell’attaccante campione del mondo 2006. Due sono le cose da sottolineare in questa vicenda. La prima è che il ricatto ha riguardato anche la Fiorentina. In sostanza le migliaia di parassiti che infestano il calcio italiano ritengono che il club sia interessato almeno quanto il giocatore a proporre un’immagine da ‘buon padre di famiglia’ e da qui nascono pagamenti di ogni tipo, anche se non soprattutto sulla base di semplici calunnie. Dalle foto di Coco acquistate da Galliani alle immagini di Shalimov comprate da se stesso direttamente al night passando per rivelazioni compromettenti (spesso prezzolate), gli attori protagonisti sono quasi sempre un fotografo di serie B e un ‘telefonista’ con pelo sullo stomaco. Il secondo aspetto della vicenda è che si ritiene che al pubblico tutto questo possa interessare: senza moralismi bisogna dire che in larga parte è la verità, tutti noi almeno i titoli li leggiamo e a quasi tutti noi è scappato più di una volta il dito sulla Photo Gallery della situazione. Mille volte abbiamo assistito personalmente a situazioni di questo tipo, con i club che invece di prendersela con il ricattatore hanno spesso trovato più comodo pagare e decurtare lo stipendio del ricattato anche quando non c'è niente di compromettente da nascondere. Sarà questo che si intende, quando si parla di esempio per i giovani? Il principio è che è meglio che non se ne parli, anche quando il ricattato non ha colpe da nascondere: al tifoso beota continuiamo a dare il suo ‘Ci aspettano dieci finali’.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Guerin Sportivo)