di Roberto Gotta
Si fa presto a dire Texas. Colpa di media che vivono di luoghi comuni, un po’ per ignoranza e un po’ perché spesso ad essere ignorante è un pubblico che si accontenta di quel che gli viene propinato. E così vale anche per il Texas. Chiedi a un non americano – ma anche ad alcuni statunitensi – e ti senti descrivere un’entità geografica composta da un mosaico di stereotipi derivanti da film, telefilm, racconti e immagini manipolate.
Ci sono i cowboy, ti dicono, e sia. C’è il deserto, ma in realtà è solo il 10% del territorio. C’è quella vallata con le rocce rosse sul cui sfondo gli indiani inseguivano le diligenze, ed è falso: perché le rocce rosse ci sono realmente, ad esempio nel parco statale del Caprock Canyon, ma non sono quelle del film, situate invece nella Monument Valley che si estende tra Arizona e Utah. Ci sono i pozzi di petrolio, ma non ovunque. Ci sono le mandrie, certo. C’è la prateria, e ci sta. C’è Fort Alamo, a San Antonio, ma non c’è straniero che lo veda e non rimanga colpito dalle ridotte dimensioni dell’edificio vero e proprio, situato all’interno di una cinta muraria modesta. Ma nessuno ti menziona mai la pesca nel Golfo del Messico, le colline della Hill Country che occupano parte della zona centrale, le paludi al confine con la Louisiana, le follie delle vacanze universitarie di primavera a South Padre Island, i centri medici e l’astronautica di Houston, l’avanguardia accademica, informatica, musicale e artistica di Austin, i boschi fitti dell’area orientale. Soprattutto, nella confusa memoria iconografica di molti c’è un’inelegante commistione tra immagini e luoghi diversi, una miscela errata che ad esempio colloca Dallas in un panorama desertico - quando invece tutto attorno ci sono praterie – e pretenderebbe di infilare uno Stetson da cowboy in testa a qualunque abitante dello stato. Di questo atteggiamento ha parlato, nella settimana che ha preceduto il Super Bowl XLV, un dirigente dell’ufficio turistico di Dallas, centrando il problema con la nitidezza di chi ormai ne ha viste e sentite di tutti i colori: «I media stranieri che vengono da noi vogliono vedere le mandrie di bestiame, i pozzi petroliferi, i tumbleweeds (cespugli rotolanti, ndr), i cowboy. E rimangono di stucco quando arrivano e scoprono un’area metropolitana moderna. Pensate a Fort Worth, perfetta miscela di spirito cowboy e cultura, e pensate a tutte le cittadine del circondario che vibrano di attività. Se poi volete distrarvi c’è sempre lo shopping, che a noi in fondo ricorda un po’ il football perché è uno sport di contatto…». Ecco, il football. Il Texas è anche questo, ovviamente. Anzi, nel libro che avete appena iniziato non ci sarebbe Texas se non ci fosse il football. Tradizione, passione, cultura, ossessione: mescolate tra loro come a ingannare l’osservatore e complicare il suo compito, giornalistico e storico, di distinguere ciò che è realmente locale e genuino da ciò che può invece valere per qualsiasi luogo della Terra a proposito di qualsiasi sport.
Continua sul libro...
(Brano tratto dal primo capitolo di Football & Texas, autore Roberto Gotta, editore Indiscreto: in vendita sul web e in libreria)
48 commenti:
ogni tanto fa proprio bene leggere un brano scritto col preciso obbiettivo di sfatare tutti i soliti luoghi comuni( di cui peraltro gli stessi americani sono pieni, basta vedere come rappresentano nei loro film i messicani, canadesi, i francesi o, perchè no, gli stessi texani..) su un posto o su un popolo. Una bella boccata d'aria e, sopratutto, di conoscenza.
A proposito di Dallas, una domanda da ignorante: al di là dei soliti cortei con autobus vari, quanto vale da quelle parti una vittoria NBA rispetto a quella NFL?Che rapporto c'è tra i 2 sport nel sentimento degli abitanti di Dallas (che leggo essere una città presente in moltissimi sport)?
Per dire del Texas bisogna esserci stati. E' tutto vero quello che c'è scritto. Ci sono tanti luoghi comuni sul Texas, ma il Texas è un posto grande, molto grande.
Dallas-Houston sono 6 ore di auto, ed è quasi tutta un rettilineo.
Sono città simili solo in termini architettonici. Si vive meglio a Dallas; per conto mio la parte americana di Houston fa schifo.
Mangiare si mangia dappertutto le stesse schifezze fritte. Occhio al colesterolo e all'ago della bilancia! E poi attenzione: nel Texas si spara! Tranquilli, sparare sparano, però fintanto che non ti beccano puoi stare allegro. Allegro? Mah, diciamo allegro ma non troppo. Nei bar il divertimento è in bella vista, ma il casino è sempre dietro l'angolo. L'aspettativa di vita si avvicina agli 80 anni, ma la possibilità di incrociare una pallottola è relativamente alta. Molto più alta che a Quarto Oggiaro.
Capito "casualmente" su questa pagina... A Dallas e TX vincere nel football conta più di ogni altra cosa, non per nulla qualche frescone si è chiesto che reazione avesse avuto Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, nel vedere che i Mavs erano diventati (ma erano già da alcuni anni) la migliore squadra locale. Ma il basket da 10-15 anni a questa parte è cresciuto molto, per via dei tanti giocatori texani che hanno creato una piccola tradizione: TJ Ford, Chris Bosh, LaMarcus Aldridge, Larry Johnson (venuto prima, ovvio), Kendrick Perkins. Houston ha sviluppato un grande giro a livello AAU (Amateur Athletic Union), la struttura che sovrintende (poco...) al basket estvo, quello dei liceali che da giugno ad agosto girano gli USA con squadre molto sponsorizzate e magari "aiutate" da amici di amici che forse (...) un giorno ti sussurrano che quel determinato college è meglio di un altro, e che se un giorno passeranno pro non sarebbe male ricordarsi di chi aveva dato loro quel consiglio. Il boss - detto in senso pulito - del basket AAU a Houston è Hal Pastner, padre di Josh, il coach di Memphis. A HOU, nonostante la tragica umidità estiva, vanno molti giocatori NBA a tenersi in forma in estate, anche. Dunque, riepilogando: football numero 1 con distacco, ma basket in continua crescita, a Dallas l'entusiasmo per i Mavs è genuino, non finto come ad esempio per l'hockey. Vedi gente in città con la t-shirt (certo, rapporto 1/3 con i Cowboys) e i giorni delle partite la gente affolla la Victory Plaza sul lato sud-est e si diverte davvero. Il fatto che all'American Airlines Center - è a 1 km dal centro - si arrivi col tram o con il trenino da Fort Worth rende l'avvicinamento un po' europeo, rispetto a posti come Auburn Hills (Detroit Pistons) dove senza auto non puoi nemmeno pensare di arrivare, e le navette da Detroit centro (se ci sono ancora) ci mettono una vita.
@Kim: purtroppo ho dovuto lasciare fuori una vasta parte dove si parlava molto in specifico del Texas e di queste cose. Un ricordo: Super Bowl 2004, visita con alcuni colleghi ad un italiano che lavorava là, ed aveva una bella casetta. Lui “qui la legge permette di sparare a chiunque varchi la soglia di una tua proprietà. Ecco la mia pistola". Poi francamente non ho approfondito se fosse vero o no, ma significativo... Come significativo il fatto che nessuno di sicuro provava a scavalcare l'aiuola!
@Roberto Gotta
Domanda: ma è vero che i Texani sono considerati, soprattutto sulla East Coast ed in California, come il prototipo del buzzurro/burino (non in senso prettamente dispregiativo).
A proposito di pallottole, in certi posti, in Texas ma non solo, al confine col Messico è anche facile che ti arrivino pallottole vaganti che provengono dall'altra parte:
sono numerosi i casi riportati dai giornali locali di sparatorie tra e con bande di narcotrafficanti in Messico con effetti anche oltre confine, spesso una mero fiumiciattolo.
Poi magari in altri punti ci sono i muri alti 5 metri e la polizia che quasi spara a vista al primo clandestino che si avvicina.
Peraltro, allo stesso tempo, è invece considerato un abuso di potere , se ne discuteva in Arizona ( non so come funziona in Texas) poi non so come è finita, che la polizia possa chiedere documenti o perquisire le macchine anche senza una particolare ragione o sospetto.
Poi se gli dici che da noi è normalissimo ti guardano come se tu vivessi sotto un regime dittatoriale.
@GuusTheWizard: certo! A dirla meglio: gli abitanti di altre zone del sud - perché poi il Texas è southwest ma anche south - sono visti come bifolchi, quelli TX bifolchi E tamarri perché arricchiti, mentre l'abitante medio del Mississippi non ha certo l'immagine del ricco. Nel libro parlo di un coach texano che in gioventù girava con stivali da cowboy il cui tacco era trasparente e conteneva finti pesciolini rossi... Ti basta? :-)
Ovvio poi che tutto va filtrato evitando luoghi comuni, sennò tutti i toscani e i romani farebbero i comici e tutti gli emiliani sarebbero goderecci...
ho sempre voluto andare a vivere negli States, purtroppo non lo feci a tempo debito. ma se potessi tornare indietro, lo stato che sceglierei è proprio il Texas!
@banshee: l'errore più grande non è non essere andato in Texas, ma essere rimasto in Italia! Lo sconto pure io ogni giorno...
Dai ragazzi, non scherziamo: "California Uber Alles" (cit.) tutta la vita .....
Mah, con tutto il dovuto rispetto per gli States e per chi ama gli States, io personalmente mi trovo molto meglio nella cara vecchia Europa, con un occhio di riguardo per le regioni baltiche e la Germania tutta quanta. Ma anche la Valle della Loira, o le dolci colline della Boemia...
Schweiz über alles.
la California e la Florida sono troppo facili, New York troppo mondiale, il Texas nel mio immaginario è gli USA nella loro essenza.
Poi magari mi sbaglio...
lubbock, amarillio, palo duro canyon, bovina... bei ricordi. il babe ruth (candy bar) deep fried sara` una schifezza? pero` non c'e` texas senza BBQ che e` delizioso, e a houston si mangia molto bene tranne che spesso portano la birra ghiacciata che e` ghiacciata per davvero. la legge permette di sparare eccome! e non solo per difendere le casette. ai tempi dovevamo recuperare attrezzatura scientifica che poteva cadere entro un vasto raggio ed eravamo stati istruiti che anche per entrare in un oil field - che e` un pezzo di deserto - prima si avvisa lo sceriffo, e poi ci si presenta con in mano compensation money, perche' il custode puo` claim ownership su quello che e` caduto sul suo appezzamento
tra le recenti storie di successo texane, menzionerei anche i Texas Rangers che nel 2010 hanno vinto l'American League arrivando alle World Series, perse poi con i San Francisco Giants...e quest'anno record di presenze al ballpark di Arlington (tra Dallas e Fort Worth): oltre 36.000 spettatori a partita...no decisamente Jerry Jones non è contento.
Straw, e te pareva che il tuo caro baseball venisse lasciato fuori..:-))))
P.S. Come detto a Silvano, io ho tre biglirtti per il 2 di Luglio...
Tani, se non ci penso io a difendere il fortino...
beh, il 2 luglio non ti abbuffare allo stadio...non vorrei ti rimanesse sullo stomaco :-))
se ci comportiamo come contro Boston, mi sa che dovro' portare l'abaco al Rogers Centre...-;)
@Roberto: "l'errore più grande non è non essere andato in Texas, ma essere rimasto in Italia! Lo sconto pure io ogni giorno..."
It is never too late...
P.S. Lo so, non mi arrendo mai...;-)
@Roberto Gotta
Grazie al prezioso contributo della moderna tecnologia Internet e del nostro Direttore-Operaio (semicit.) confermo l'acquisto del tomo in oggetto.: ti notifico da subito che sarò un recensore implacabile.
Domanda: Tu come sei messo col Golf ??
@Straw61
Dallas-San Franciso: la vera sfida infinita NFC (e quindi NFL).
@Guus...ehh, bei tempi...
@GuusTheWizard: io non sono fatto per la California; né per la Florida. Chicago va bene? A me sì. Preferisco il freddo al caldo: sono di natura molto pigro e vedere neve fuori mi conforta nella mia tendenza eremitica. Ambizione, non per nulla: International Falls (MN). Così non mi trova più nessuno.
@ricca: l'altro giorno hanno fermato (ma non so dove) Ryan Clady dei Broncos perché aveva i vetri dell'auto scuri, nei posti dietro. Lui è convinto che sia stato per il solito principio per cui un ragazzo afroamericano su una bella macchina deve per forza avere fatto qualcosa di male.
@piffero: immagino qualcosa di astronautico, se cadeva in zone impreviste, giusto? Non conosco TUTTA la legislazione locale, anche se studiando per il libro ho letto cose fantastiche su usanze e personaggi dell'assemblea statale di Austin, ma è la parte che è rimasta fuori perché troppo lunga, e meno collegata al football in sé.
@Kim: io sto bene ovunque, in realtà, basta che il posto abbia un minimo di vivibilità. NordEuropa specialmente, unico disagio la sensazione che lì, sapendomi italiano, molti istintivamente sarebbero diffidenti pensando magari ad altri pessimi (e purtroppo probabili) esempi di italiani là stabilitisi da tempo. Come noi facciamo con gli americani, alcuni pensano che noi italiani siamo tutti uguali. In America a volte ce ne vuole a far capire che uno nato a Torino e residente da sempre a Bologna (cioé (il sottoscritto) può non avere nemmeno idea di come sia cucini la pizza e non sta a tavola 3 ore ogni volta come vorrebbe una certa iconografia da film. Dunque W NordEuropa ma se le persone con cui dovessi avere a che fare penseranno all'italiano "medio" non sarebbe un buon inizio per me...
@GuusTheWizard: giusto che tu sia implacabile, però un po' tremo...
@Straw61: ovvio, i grandi Rangers! Ma io avevo parlato solo di basket e football in relazione al successo dei Mavs contrapposto ai Cowboys spreconi. Ballpark BELLISSIMO, tra l'altro di fronte al Cowboys Stadium, che è stato costruito in modo che dal finestrone dietro una end zone si vedesse proprio il Ballpark inquadrato come in una cornice. Bellissimo. Ho invidiato chi era alla finale NBA tanto per DAL-MIA quanto perché per 2 giorni, prima di gara3 e di gara4, ha potuto andare a vedere i Rangers.
@Tani: se Guus ha qualcosa da ridire su libro pensaci tu! Quanto al "non è mai troppo tardi per emigrare", sai bene che non sono un uomo libero... :-(
@GuusTheWizard: golf? Ho fatto il caddy a 12 anni per arrotondare, e sono rimasto terrorizzato quando il tizio mi ha chiesto un consiglio (io pensavo che il caddy dovesse solo portare la sacca...); incredibilmente - e qui l'avverbio ci sta - il tizio aveva, e parlo del 1976, una t-shirt degli Houston Oilers, all'epoca non conoscevo il football ma mi colpì molto il casco con il pozzo di petrolio. E con la Wii di mia sorella ho fatto 4-5 colpi buoni. Per il resto non so nulla...
@ Roberto
se ti piace (anche) il brutto tempo, in Cali. potresti stare bene San Francisco. Come disse Hemingway:"il mio peggior inverno fu un'estate a San Francisco!" ;-)
A proposito di baseball, allo stadio di Toronto vidi i Redsocks di Boston tritare la squadra di casa proprio nel luglio di nove anni fa :-)
@ricca: so, so. Ma io voglio un tempo che mi impedisca di uscire di casa o, in alternativa, che mi renda piacevole il rientrarci!
"Preferisco il freddo al caldo: sono di natura molto pigro e vedere neve fuori mi conforta nella mia tendenza eremitica."
Rob, pero tu mi fai degli assist a porta vuota! Come faccio a resistere nella mia perseveranza? :-)
@Silvano, mannaggia te! ;-)
Boston ci ha massacrati nello stesso stadio solo una settimana fa: un umiliante 35-6 in tre gare.
Tani, scusa se mi faccio i fatti tuoi, ma sei di Toronto?
ricca, per fortuna, si...:-)))
dovrei passare da quelle parti ad Agosto, me la consigli o salto direttamente direzione Quebec..? ;-))
Te lo consiglio assolutamente. Durante l'estate ci sono dei bellissimi posti da visitare.
Se ti serve qualsiasi aiuto, let me know.
@tani: il bello è che mia moglie è esattamente come me! Serata ideale: tappati in casa con nebbia/neve fuori!
"perché le rocce rosse ci sono realmente, ad esempio nel parco statale del Caprock Canyon, ma non sono quelle del film, situate invece nella Monument Valley che si estende tra Arizona e Utah. Ci sono i pozzi di petrolio, ma non ovunque. Ci sono le mandrie, certo. C’è la prateria, e ci sta. C’è Fort Alamo, a San Antonio, ma non c’è straniero che lo veda e non rimanga colpito dalle ridotte dimensioni dell’edificio vero e proprio, situato all’interno di una cinta muraria modesta. Ma nessuno ti menziona mai la pesca nel Golfo del Messico, le colline della Hill Country che occupano parte della zona centrale, le paludi al confine con la Louisiana, le follie delle vacanze universitarie di primavera a South Padre Island, i centri medici e l’astronautica di Houston, l’avanguardia accademica, informatica, musicale e artistica di Austin, i boschi fitti dell’area orientale."
che splendida descrizione, un paradiso in terra. e l'articolo cade proprio a fagiolo. perchè nel Texas c'è lo stesso numero di esecuzioni pro-capite che ci sono in Cina (circa 700.000-800.000 per abitante) eppure quando si parla di Texas , al contrario della Cina, chissà come mai non si parla delle carceri e del problema dei diritti umani ma di "rocce rosse", "le mandrie", "la prateria", "i parchi medici all'avanguardia".... etc...etc...etc...
solo una parola: V-E-R-G-O-G-N-A!
@Roberto Gotta
Quotone per ricca: a San Francisco già ad Agosto la sera senza un adeguata copertura si gela.
Potresti comunque trovare il tuo clima ideale allo Yosemite.
@JeanLafitte
Ti confermo la mia ignoranza in materia di politica-geopolitica-diritti umani-democrazia-dittatura, però qualche esame di matematica l'ho dato (ed anche superato,almeno fino alla Funzione Zeta di Reimann).
Domanda. Potresti chiarire un attimo questo concetto "numero di esecuzioni pro-capite che ci sono in Cina (circa 700.000-800.000 per abitante)" (anche un accenno di dimostrazione sarebbe sufficiente).
no, vi prego, non esportiamo anche qui il festival delle minchiate...c'è un articolo apposito...
m'avete fatto venire freddo solo a leggervi!brrr
meno male che sto a sud :) !
spike, guarda che a freddo non si sta cosi male...;-)
molto semplice. in texas ci sono 25 milioni di abitanti. contate in media 40 esecuzioni all'anno ne abbiamo una ogni 625.000 abitanti.
calcolato che in Cina ci sono 1300 milioni di abitanti, per avere la stessa media ci dovrebbero essere più di 2000 esecuzioni l'anno: in realtà sono un po' meno ma vabbè, grosso modo i numeri sono uguali.
come vedete due pesi e due misure.
@Guus: significa che un abitante viene ucciso (mediamente) 700/800 mila volte ;-)
" significa che un abitante viene ucciso (mediamente) 700/800 mila volte ;-)"
:D
"no, vi prego, non esportiamo anche qui il festival delle minchiate...c'è un articolo apposito..."
Concordo, quella delle 700.000 esecuzioni pro-capite mi ha letteralmente steso.....praticamente ogni anno ammazzano un numero di condannati pari a 700.000 volte il totale della popolazione.....Buñuel vive e lotta assieme a noi.....
Praticamente (se non ho sbagliato i calcoli) la popolazione mondiale viene sterminata nell'arco di tre ore (in un giorno medio si intende). Sempre esagerati 'sti americani.
Dane, bentornato. Vedo che sei rientrato sano e salvo dopo giovedì sera ;-)
Chi ha fatto incazzare?
Tutto vero, tutto giusto. Ma è il solito discorso: cose che vedi, e di cui puoi scrivere, solo se vai sul posto. Quindi a spese tue, visto che nemmeno le grandi aziende ormai spesano più gli inviati. Anzi: quali inviati?
cg
"Texas and Football" at a glance.
Ricevuto oggi il tomo.
Trattasi di pacco galattico in quanto:
1) Scritto, e bene, in italiano corrente. Mi sarei aspettato invece una bella sbrodolata in un semi incomprensibile slang texo-bolognese
2) Più di 270 pagine, scritte fitte fitte ed a caratteri pure piccoli. Cioè, un Times New Roman 26 pt. lo avrebbe reso molto più leggibile
3) Non ci sono figure, quando mi sarei aspettato almeno una ventina di pagine di schemi basati sulla variazione della Tampa 2
4) Mancano le foto di qualche bella topa texana seminuda. Cioè, i Dallas Cowboys hanno le cheerleaders più bone dell'intera NFL e nel libro non ve ne è nessuna traccia.
Già avviate le pratiche con il mio avvocato per avvalermi del diritto di recesso, con contestuale citazione per danni morali all'autore ed all'editore.
@christiangiordano: infatti. quali inviati? Meglio il copia-incolla fatto dai 20enni con pesante accento regionale e vocabolario stereotipato di derivazione televisiva, che credo pure tu debba sopportare... :-(
#GuusTheWizard: prendi pure in giro...
1) Sai che odio il gergo da parrocchietta, non scriverei mai deflettato né droppato perché lo capisce 1 lettore/spettatore su 500, gli altri cambiano canale o buttano via il libro... e a me interessa che il libro piaccia, non solo che venga comprato.
2) Pensa che abbiamo dovuto tagliare tanto testo, era troppo lungo e avremmo dovuto ridurre ulteriormente il corpo
3) Adoro gli schemi di gioco. Ma non c'era spazio e modo per immagini
4) Ti sembrerà assurdo, ma le cheerleader sono parte integrante dello sport americano e dunque parlarne non sarebbe stato fuori luogo. Non sono le fidanzate dei giocatori o le patetiche madri/sorelle/amiche/fidanzate inviate allo stadio da Quelli che il calcio (sempre che ci sia ancora questa abitudine, io non lo guardo da anni), ma congrue allo spettacolo sportivo: ma hai visto bene che ho parlato solo dei Cowboys attuali, perché di quelli di un tempo ci sarà modo di parlare in altro momento, se ne varrà la pena.
E poi comunque sei libero di rivalerti fin che vuoi su autore ed editore di "Texas and Football". Io invece avendo scritto "Football & Texas" la passerò liscia! :-D
Posta un commento