di Stefano Olivari
La conclusione dei campionati nazionali di calcio permette di confrontare il principale dogma dello scommettitore semiprofessionista, cioè il gioco indiscriminato sulle favorite, con la realtà statistica del presente. Che poi sarebbe quella con cui i sistemisti si scontrano, mentre in biblioteca le serie storiche ammuffiscono insieme a considerazioni buone al massimo per la roulette.
Limitando il discorso alla nostra serie A, andiamo a confrontare il gioco sulle favorite in casa e in trasferta offerte a meno di 1,50 (quindi con oltre 2 probabilità su 3 di vincere: 100 diviso 1,50 fa 66,6), quello che secondo il luogo comune dovrebbe nel lungo periodo sbancare i bookmaker. Ebbene, nella stagione 2010-11 ‘solo’ in 63 partite su 380 la favorita ha avuto una quota inferiore all’1,50. Giocando sempre tutte e 63 le volte 100 euro alla quota media proposta dal mercato, avremmo avuto il 22 maggio una perdita totale di 593 euro, con 42 partite prese alla loro quota (in media 1,35) e 21 sbagliate con la rovinosa perdita di 100 euro a botta. Interessante è notare che la perdita totale è equamente distribuita fra le ‘favoritissime’ sotto l’1,30 e quelle nel range 1,30-1,50. Per non bombardare di cifre evitiamo i confronti con gli altri grandi tornei europei, che hanno comunque statistiche simili pur avendo un numero maggiore di partite sulla carta scontate e quindi giocabili. La conclusione è evidente: quelli che dicono di vincere scommettendo alla cieca sul Barcellona, senza fare considerazioni sulla singola partita, non dicono la verità. Barcellona sì, ma con giudizio.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Giornale di martedì)
2 commenti:
Ma come, un post su scommesse e non si parla di Inter?!? :-)
io avevo scommesso tutto sulla Paganese...
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