di Stefano Olivari
Pensare che Roberto Saviano scriva come un ragazzo di seconda media non significa fiancheggiare la camorra, quindi giudicare già letto e straletto l'ultimo libro di Carlo Petrini, Lucianone da Monticiano, non equivale ad una rivalutazione etica di Moggi. Lo diciamo con tutta la simpatia per un uomo che ha vissuto in prima persona il calcio sporco degli anni Settanta e che ne ha potuto parlare solo perché uscito dal giro.
Chi ci rimane, anche solo come opinionista non pagato di una tivù locale, non potrà mai raccontare oltre certi limiti ciò che ha visto. Petrini (non importa che abbia un negro, la faccia è la sua) dopo Nel fango del dio Pallone ha scritto altri libri di grande interesse, primo fra tutti Il Calciatore suicidato (molti anni prima che l'inchiesta sulla morte di Donato Bergamini venisse riaperta), sempre meno legati all'epoca da lui vissuta sul campo, prima di incappare in una serie infinita di disgrazie personali e di malattie.
Ma veniamo al libro appena uscito per Kaos e comprato sulla fiducia, nei confronti dell'autore ma soprattutto di un editore che non è nel giro giusto delle recensioni e si capisce anche il perché. I libri Kaos trattano di solito temi fortissimi della storia italiana recente: non solo Calciopoli, ma anche l'omicidio Pecorelli, il Piano Solo, l'ascesa di Berlusconi, il culto di Padre Pio, eccetera. Non grande letteratura, di solito, ma atti giudiziari sintetizzati e commentati in modo che non occorra essere un avvocato per seguire il filo. Con un tono ben lontano dal volemose bene di quando gli stessi argomenti vengono tradotti in una fiction. Anche se per la verità fiction su Pecorelli, De Lorenzo e Berlusconi, magari sempre con Beppe Fiorello protagonista, non ce ne ricordiamo, mentre sulle varie agiografie di padre Pio stendiamo un velo non pietoso...
Lucianone da Monticiano rientra in questo filone, ma ha un suo problema di fondo: da Lucky Luciano (sempre di Kaos, ma non di Petrini) ad oggi, su Moggi e dintorni è stato scritto scritto di tutto sia in chiave critica che in chiave assolutoria. E quindi è difficile che un medio lettore rimanga stupito da atti che ha già visto sui giornali (pochi, va detto) e dal modo in cui Petrini inquadra il suo compaesano ('Mi hanno ucciso l'anima', classe 1937, è però di 11 anni più anziano). Le parti più stimolanti sono quelle riguardanti i giornalisti e il clima mediatico in cui Moggi si è potuto muovere: Biscardi, Ordine, Damascelli, Scardina, Cucci, non commettono reati ma non escono dalle intercettazioni che li riguardano come giganti della loro professione. Ecco, alla fine della lettura si rimane con questo pensiero: un giornalista non deve trovare le prove di un reato, quello è un compito della magistratura e quindi il giornalista può solo umilmente andare a ruota, ma deve almeno essere in grado (nel presente!) di avere un punto di vista esterno rispetto all'oggetto del suo lavoro. Se poi il personaggio non ti dice che il Botafogo gli ha dato l'opzione su Cotechinho, pazienza.
Anche questo libro di Petrini, che era già fuori dal calcio quando i fatti narrati stavano accadendo, avrebbe potuto essere scritto con nome e cognome da un giornalista. Anche questa volta, nel 2012, non è accaduto. Viene da chiedersi il perché.
Twitter @StefanoOlivari

36 commenti:
Direttore secondo me è proprio questo il problema principale del giornalismo italiano (magari anche estero, ma non lo conosco così bene): non tiene la distanza corretta dalle cose e persone che dovrebbe osservare e commentare. E non la tiene perchè non la vuole tenere. Vuole partecipare, vuole essere dentro al sistema e lo vuole influenzare, fosse anche l'influenza più marginale di questo mondo.
Basta anche guardare al perenne e quotidiano teatrino politico alimentato e creato dai giornali stessi. Alimentarlo significa condizionarlo e dirigerlo.
Il problema di fondo è che tutti vogliono fare tutto, soprattutto quello che non sanno fare.
"Anche questo libro di Petrini, che era già fuori dal calcio quando i fatti narrati stavano accadendo, avrebbe potuto essere scritto con nome e cognome da un giornalista. Anche questa volta, nel 2012, non è accaduto. Viene da chiedersi il perché."
risposta ovvia.
comunque chiosa da applausi
Un po' come il caro vecchio Lucky Luciano scritto sotto pseudonimo da un certo Travaglio...
@ricca
"Vuole partecipare, vuole essere dentro al sistema e lo vuole influenzare
Basta anche guardare al perenne e quotidiano teatrino politico alimentato e creato dai giornali stessi."
Però i media sono strumenti, non protagonisti.
Se influenzano il teatrino - o provano a farlo - è perché fa comodo ai potentati che li controllano.
Il discorso è perfettamente applicabile anche a Calciopoli.
(Se gli equilibri di potere fossero stati diversi da ciò che erano, nel 2006, le cose sarebbero andate in tutt'altro modo...)
@NicolCJ: no, Travaglio lo firmò col proprio nome (figurati che paura può avere di Moggi), gli pseudonimi erano di 2 giornalisti sportivi coautori ma che non volevano esporsi
La kaos era partita bene, ultimamente però noto un pò troppi libri da 20/22 euri basati su mere copincollature di atti giudiziari, tipo Dossier Camorra o Dossier Banda della Magliana.
Stefano: negli anni hai raccontato dell'informazione su cotechinho, la scopatina con la letterina riciclata, la cena da giannino,ecc...
insomma, un fungo nasce e cresce dove riesce
@ Axel
Se non ricordo male - ma potrei sbagliare - Lucky Luciano è stato stampato 2 volte. La seconda nel 2006, a Moggi ampiamente sputtanato, e col nome di Travaglio. La prima invece sotto preudonimo. Controllerò :)
A proposito di bravi giornalisti. Direttore, ma ci si puo' aspettare un intervento su Indiscreto di Roberto Gotta in prossimita' del Superbowl?
Scusi per la deviazione dall'argomento del post.
Ricca, è che certe volte, molte volte, le cose non si possono proprio scrivere. O almeno se lo possono permettere in pochi. Stasera mi son fatto raccontare all'asta di riparazione del fantacalcio da fonte diretta, per la seconda volta perché la prima ero distratto, la meravigliosa storia del terzino dell'Udinese (ecco adesso bisogna capire se sinistro o destro, ma non sarà difficile gugolando) fermato in piena notte dalle forze dell'ordine dopo Udinese-Juve dell'andata. La storia completa, non quella sfiorata dalle cronache. Ma adesso che la so proprio bene bene, se anche scrivessi di calcio, non me la farebbero scrivere. Non è sempre colpa del giornalista che non vuole tenere la distanza, ma, banalmente, del sistema. Ed è solo un esempio calcistico, nulla di determinante per chichessia.
@ Marco: Visto che fondamentalmente qua siamo delle lavandaie potresti ragguagliarci su come si sono svolti i fatti realmente. Perché tanto poi lo hanno scritto i giornali che il produttore di armi si è pentito e ora è tutto casa e chiesa, e se non fosse che è sposato sceglierebbe anche la castità nei secoli dei secoli.
No beh..le lavandaie sono meno pettegole di noi eh :-)
No beh..le lavandaie sono meno pettegole di noi eh :-)
Finiscila non c'entra niente, allora!
@ Oldboy
"Però i media sono strumenti, non protagonisti."
Sicuro? Voglio dire, fino ad un certo punto sì, poi credo che tutti diventano strumento di tutti.
"Se influenzano il teatrino - o provano a farlo - è perché fa comodo ai potentati che li controllano."
Certamente che fa comodo , ma quali sono i potentati veri? quelli politici o quelli economici che magari stanno dietro proprio certi giornali??
"Non è sempre colpa del giornalista che non vuole tenere la distanza, ma, banalmente, del sistema"
Marco ma infatti il mio era un discorso di sistema, anche perchè so e sono sicuro che, presi singolarmente, ci sono tanti giornalisti che denunciano o vorrebbero denunciare se potessero. E' anche vero che se nessuno comincia a spernacchiare quelli che vorrebbero che tu non scrivessi, il sistema non cambierà mai.
ps: non dico mica che sia facile, per carità.
pettegoli:) bah in sostanza il terzino era sostanzialmente arrestato per mille reati (altri 500 oltre quelli che si son potuti scrivere) in 5 minuti, che se fossimo state noi lavandaie al suo posto..., solo che a un certo punto qualcuno ha telefonato e anche i poveri agenti sono rimaste vittime del sistema.
Ricca, ragionamento correttissimo, ma appunto è difficile. Stimolante ma difficile.
Scendendo nella realtà quotidiana, il cronoista da campo non potrà mai mettere nero su bianco la verità. In alcun contesto, anche se vale la regola che più l'ambiente è piccolo e più scatta il meccanismo 'siamo tutti sulla stessa barca'... Sono le cosiddette grandi firme, che non devono confrontarsi con problemi di accrediti e di inviti a scendere dal pullmann, a dover scrivere non dico la verità ma almeno qualcosa di diverso da complici cazzate. Ci sono stati alcuni giornali che hanno scritto di Armero fermato 'al mattino', quasi da far credere che stesse andando all'allenamento, e altri che più correttamente hanno parlato di 'alba'...in pochi hanno poi scritto della prodezza della persona che era con lui in macchina... e stiamo parlando di Armero e dell'Udinese, con Pozzo che non è né azionista né sponsor di media nazionali...
ovviamente non lo devo spiegare a voi, ma non è che si diventi grandi firme per capacità superiori, con le dovute eccezioni.
impeccabile, direttore.
hai voglia a fare le cosiddette riforme strutturali se non si può (tra le altre mille cose) scrivere nemmeno la verità su Armero....sigh!
Armero o Armiero?
forse non c'entra con l'argomento...o forse sì...
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/cronaca/2012/2-febbraio-2012/alla-presentazione-libro-razziscilipoti-manda-sosia-lui-brasile-1903117236486.shtml
non ci sono parole...
Considerando che negli articoli si parlava di guida in stato di ebbrezza, senza patente e (credo) oltraggio a pubblico ufficiale, specialmente da parte della gentil dama che era con lui, non oso immaginare cosa avesse combinato.
oggi, nel piccolo Fvg, sono emerse due deliziose notizie. Il vicepresidente leghista della concessionaria dell'autostrada Ve-Te che aveva rotto i coglioni per non aver avuto deleghe ulteriori per la realizzazione della terza corsia si è visto assegnare una consulenza da 30mila euro senza sapere nemmeno su che cosa. E 3 dei 26 ex parlamentari che hanno fatto ricorso contro le nuove norme che gli impediscono di andare in pensione a 50 anni sono Fvg, spicca l'ex presidente del Consiglio regionale Ballaman, padano pure lui, inquisito per uso improprio dell'auto blu (i viaggi più divertenti dal dentista e a Milano per prendere l'areo per il viaggio di nozze), un altro è un moralizzatore fastidioso, il terzo un ex An che pontifica e fa il coordinatore del gruppo parlamentare degli ex An senza essere più in parlamento!!! e dopo dicono che i forconi sono populisti. se siete curiosi...www.ilpiccolo.it
chad, non osare:)
Marco è il giornale dove scrivi?
sì
Inter - Lecce 1-0 (12 aprile 2011)
E' la partita per cui Paoloni rischia, letteralmente, la vita. Dà l'imbeccata agli Zingari che giocano forte: "È un over sicuro". La partita finirà con uno striminzito 1-0. "L'attaccante del Lecce
Corvia - racconta a verbale Massimo Erodiani - mi ha riferito che i giocatori corrotti del Lecce erano lui, il portiere Rosati, Ferrario e Vives. Ha aggiunto in realtà che quando si sono trovati i giocatori del Lecce insieme ai giocatori dell'Inter nel tunnel prima della partita, quelli dell'Inter si sono mostrati a conoscenza della combine. Inoltre l'accordo, sempre secondo quanto emerso in questo rapporto avuto nel tunnel, sarebbe stato nel senso non soltanto dell'Over ma anche di un gol del Lecce prima dell'Inter (...) Nel tunnel però ci sarebbe stato un ripensamento e i giocatori dell'Inter non hanno accettato"
"Nel tunnel però ci sarebbe stato un ripensamento e i giocatori dell'Inter non hanno accettato"
E' stato già detto "eh, ma infatti alla fine non hanno accettato"?!...
Io non so se Inter-Lecce sia stata combinata però vorrei far notare che l'Inter di Leonardo lo scorso anno ha praticamente fatto "over" in tutte le partite, sia vinte che perse: segnava e prendeva gol come fossero caramelle... per scommettere sull'over in Inter - Lecce a San Siro c'era bisogno di combinarlo? E soprattutto 'sti zingari avrebbero combinato un risultato che l'Inter faceva ogni maledetta domenica (cit.) nell'unica settimana in cui non ci è riuscita... però... bel potere che avevano... poi è tutto possibile, eh... io non ero nel tunnel del Meazza e non posso sapere come siano andate le cose... mi si consenta solo di far notare la stranezza.
Mi immagino i commenti all'uopo di marietto, ultimamente a secco su farsopoli, se gli ammiccamenti da briscola tra Rodriguez e Vidal avessero riguardato l'inter. Apriti cielo.
arturo, gli ammiccamenti da briscola!
stupendo!
sono sicuro che qualcuno ci scriverà un libro edito da KAOS!
nel frattempo, mi raccomando, evitiamo pure di parlare degli over mancati di Corvia o di quelli indovinati di Pellissier :D
Chad, Leonardo faceva l'over ogni domenica e quella volta no.....lo vedi che era truccata?!... :-D
http://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2012/02/08/news/capello_stampa-29539562/?ref=HRERO-2
a proposito di stampa, esempio di come tutto il mondo è paese....
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