di Giovanni Tarantino
L'allenatore del momento non si è mai vergognato di chiamare le cose del calcio con il loro nome italiano, senza la penosa terminologia di chi vuole dare una nobiltà pseudo-scientifica alla materia...
«Arrivai al Torino la stagione successiva alla scomparsa di Gigi Meroni. Mi diedero il suo posto negli spogliatoi, fui salutato come il suo possibile erede. Una situazione che, non fossi stato così giovane, immaturo e inconsapevole, sarebbe stata difficilmente sostenibile. E feci anch’io le mie bravate, come andare incontro a una squalifica pur di non perdere il concerto degli Stones. A proposito: io non ho mai capito la divisione fra Beatles e Rolling Stones, li ho sempre amati entrambi, e ancora oggi ci sono canzoni che mi si infilano sotto la pelle e non mi abbandonano più». In un contesto generale dominato da “neo-sacchiani” e “neo-zemaniani”, esteti e ammiratori del «bel giuoco» offensivo, Emiliano Mondonico da Rivolta D’Adda è rimasto l’ultimo baluardo del calcio all’italiana. Le sue bravate, in gioventù, sono quelle sopra raccontate – raccolte nella prefazione scritta dal “Mondo” per il libro Gigi Meroni. Il ribelle granata di Marco Peroni e Riccardo Cecchetti –: era un giovane che abbandonava i ritiri per andare ai concerti.
Le sue bravate dei giorni nostri, ora che Mondonico ha quasi 65 anni, sono quelle venute alle cronache dopo lo storico Inter-Novara 0-1 di domenica scorsa. Il tecnico che fu amatissimo a Cremona, Torino, Bergamo, Firenze e non solo, espugna San Siro grazie a una prestazione d’altri tempi offerta dalla sua squadra. D’altri tempi relativamente al tipo di gioco espresso, quel calcio all’italiana tutto catenaccio e contropiede. Due vocaboli che oggi agli occhi di molti, specie tra allenatori e addetti ai lavori, risultano quasi offensivi. «Abbiamo vinto col calcio di una volta – ha detto Mondonico –: molti lo distruggono, ma è un calcio che va, funziona. Chiamiamolo contropiede, non ripartenza: in uno di questi abbiamo fatto gol, altri li abbiamo sbagliati. Il calcio è semplice, più semplice di come tanti vogliono farlo passare. E fare una gara tattica contro una squadra più forte non significa fare catenaccio». Già, «non chiamiamolo ripartenza».
Non sappiamo se Emiliano Mondonico si sia mai confrontato con la lettura de L’invasione dell’Ultracalcio, un libro del sociologo Pippo Russo del 2005. Analizzando «l’anatomia di uno sport mutante», Russo notava quanto, tra i cambiamenti del calcio moderno, fosse rilevante l’utilizzo di una nuova lingua che stava sostituendo vocaboli ritenuti superati, come «contropiede», sostituendoli con altri di nuova concezione, tipo «ripartenze». «Senza che ne prendessimo coscienza – spiegava Russo –, una neo-lingua si è diffusa nel nostro modo di parlare di calcio e di “parlare calcio”, assumendone il dominio. Per funzionare davvero ogni strategia d’innovazione ha bisogno di parole nuove, come di moneta circolante che metta immediatamente fuori gioco la vecchia divisa». Così ci siamo sorbiti abusi di intensità, pressing, linee difensive. «Ma la più insopportabile invenzione – sosteneva Russo – che la neo-lingua calcistica abbia prodotto è quella della ripartenza. Un termine fortemente venato di ideologismo, che ha sostituito il più familiare contropiede, ripudiando il capitale semantico che esso evoca. Il lavorio simbolico e linguistico che sta dietro al passaggio da contropiede a ripartenza è tutto da analizzare, perché meglio di ogni altro rappresenta la bizzarria di certo zelo innovatore». Tra i primi ad accorgersene l’ex tecnico dell’Inter Gigi Simoni, che qualche anno fa polemizzò con un giornalista: «Quando allenavo l’Inter in molti mi davano del “catenacciaro”. Oggi tutti esaltano le ripartenze della Roma di Spalletti». A ogni modo nelle conclusioni cui giungeva Pippo Russo «per fortuna, il contropiede sopravvive sul campo».
Segno dei tempi, forse il termine catenaccio era ancora in voga nell’88 quando l’Atalanta, con Stromberg e Nicolini e una buona dose di contropiedi, la spuntò sul Milan di Sacchi. Quella volta, a dire di Mondonico, «gli indiani sconfissero i cowboy». Anche in quel caso una provinciale ebbe la meglio su una grande. Sneijder aveva solo 4 anni e l’olandese che quella volta provò a risolvere la gara da solo era Van Basten. In quell’occasione la Domenica sportiva parlò «di un esorcista che aveva annientato il diavolo», Emiliano Mondonico. Sempre lui. A fine gara, alla domanda di Franco Costa, «Mondonico sei un esorcista o un mago?», lui rispose: «Né l’uno, nell’altro. Solo uno che fa questo lavoro e in questo caso è stato fortunato». Una risposta dal tono umile che lo ha sempre contraddistinto, allora come oggi. E dire che Mondonico è uno che ha sempre saputo soffrire a bordo campo, con le sue smorfie a Inter-Novara o alzando una sedia, imprecazione contro la mala sorte, in una finale di Coppa Uefa Ajax-Torino. E adesso un’altra bravata: battere l’Inter allenando l’ultima in classifica. L’Inter non è certo l’avversario più pericoloso che ha sconfitto nella sua vita.
Per la salvezza, invece, la lotta è dura. Certo è che con la gara di domenica il Novara di Mondonico ha conferito nuova dignità al calcio all’italiana. «Mi piace guardare il Barcellona – afferma l’allenatore –, ma la partita del Novara a San Siro è stata incredibile dal punto di vista tattico. L’Inter ha tentato di vincere in tutte le maniere: la differenza è che noi abbiamo concretizzato. Ci siamo difesi perché più deboli, abbiamo fatto gol e anche con un po’ di fortuna abbiamo vinto. Siamo stati un vero muro di gomma, abbiamo vinto il Festival di Sanremo: capita di partecipare a Sanremo e vincerlo. Noi abbiamo vinto. Per me il calcio comincia e finisce qui». Dove Davide può battere Golia. È proprio questa la bellezza del calcio.
Giovanni Tarantino
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Il Secolo d'Italia)
27 commenti:
Veramente la sedia alzata al cielo non era un'imprecazione contro la malasorte, ma contro l'arbitro per un rigore su Cravero....altro che le manette di Mou....bell'articolo.
sono combattuto. condivido molte delle cose scritte, ma il tono generale del tipo come era bello il calcio pane e salame, alla brera fino ad arrivare a mura, non m'è mai piaciuto.
Mister ci racconti com’è nato il suo amore da sempre dichiarato per la Fiorentina.
“E’ nato tutto da una maglietta viola anzi per la precisione era una polo viola che mi fu regalata da piccolo quando gli altri bambini invece avevano maglie della Juventus, dell’ Inter e del Milan. Quando mi fu regalata questa polo si sentiva solo parlare della Fiorentina ma io non l’avevo mai vista; tra me e la Fiorentina però nacque subito un legame forte. Allora immaginavo il bomber Virgili, che era il capocannoniere, come fosse un gigante di due metri che spezzava in due le difese. Quando poi ho avuto la fortuna di conoscerlo mi sono reso conto che non era un gigante di due metri ma sicuramente era davvero un uomo straordinario. Da lì è scattata la scintilla definitiva tra me ed il colore viola, una fede che dura tutt'ora”.
Come descriverebbe il suo rapporto con la sua squadra del cuore da tifoso?
“Il tifo per una squadra non cambia mai e non muta mai a seconda dei risultati. L’amore per una squadra rimane per tutta la vita comunque vadano le cose. Anzi, il vero amore esce fuori proprio nei momenti di difficoltà e di crisi, altrimenti che amore sarebbe se al bagliore delle prime difficoltà diventasse quasi un odio?”.
Nel ringraziarla per il suo contributo, tutta la redazione di Firenzeviola.it le fa i complimenti per la sua nuova avventura a Novara e per l’ultima vittoria importantissima in casa dell’ Inter.
“Io ringrazio voi e sempre forza viola!”
Bell'articolo, chapeau per la citazione di Pippo Russo ma sono d'accordo con Spike.
Ma poi, stiamo qui ad esaltare Mondonico perchè ha compiuto un terzo dell'impresa di Tesser?! Tra i contropiedi di Simoni e le ripartenze di Spalletti c'è un abisso, inutile giocare con le parole.
Poi Mondonico è uno di quelli che del cosiddetto gioco all'italiana ci ha sempre capito poco (anche se non così poco come Cesare Maldini...) e modesto non è per niente: domenica ha fatto il giro delle sette chiese.....
Boh, sarà che stasera sono un pò nostalgico, sarà per il ricordo del Toro in finale di UEFA, sarà soprattutto per la citazione di Stromberg e Nicolini che mi ha fatto tornare bimbo per un secondo, ma quest'articolo mi è piaciuto molto.
A mio modesto avviso Mondonico è durato come allenatore da Cremona a Torino (prima apparizione).Poi ha portato in giro il personaggio pane e salame in giro.
In quegli anni ha comunque dato gran prova del suo valore.
Spiace non sia ricordato l`emblema di quell'Atalanta miracolo che arrivo ad un passo dalla finale di coppa delle coppe.
Aldo Cantarutti
Jeremy veramente l'altra sera il Mondo - per il quale nutro un'ammirazione assoluta - ha detto di essersi vergognato perche' il rigore non c'era e Cravero si era buttato... perche' devi mettere Mourinho in mezzo anche quando non c'entra...
MrVigo, all'epoca lo fece perchè pensava di aver subito un torto arbitrale. Che poi se ne sia pentito dopo non cambia la sostanza del gesto. Le manette di Mourinho erano un esempio di un'altra protesta coreografica durante una partita. Quindi c'entra. Grazie per l'attenzione.
Massimo rispetto per Mondonico e per la sua vicenda personale degli ultimi anni. Ma l'ho sempre detestato fin dai tempi del Como e delle "bisce di lago". E' sempre stato un serpentello, e ho sempre goduto quando qualcuno gli ha schiacciato (professionalmente, sia chiaro) la testa. Poi non posso dire di non aver sorriso domenica sera
;-)))))))))))))))
A proposito di bisleroni: dal suo eremo atarassico il buon clinter ha inventato la definizione di "neutrale geniale" per Dane e di "obiettivamente competente di calcio" per Campa che non potevo non condividere con voi
;-))))))))))))))))))))))))))
Mondonico è molto bravo a giocare col suo personaggio.
Fa il rivoluzionario,fa l'uomo contro il sistema ,ma in realtà è uno molto attento a costruirsi le relazioni giuste.
E'furbo,molto furbo e su questa furbizia ha costruito la sua carriera.
Detto questo,gli sarò eternamente grato per avermi regalato le emozioni calcistiche più grandi della mia vita con la Cremonese 82-85.
Quella si una vera squadra di indiani: una squadra di semisconosciuti fino al suo arrivo ,con un talento agli inizi della carriera (Vialli),portata in Serie A quando ancora le squadre in Serie A erano solo 16 e gente come Maradona e Zico giocavano in squadre di centroclassifica.
come calciatore non l'ho conosciuto, sono troppo giovane, ma doveva essere un bel personaggio.
Oggi è uno molto ricercato dai media, per il suo modo di fare un po' fuori dal coro e molto nostalgico. Oltre che naturalmente per la sua recente vicenda personale, per la quale nutro grande rispetto.
Dal punto di vista tecnico, al di là dell'impresa contro un Golia quantomento morente, che oserei definire episodica se non casuale, il suo calcio pane e salame è piuttosto superato. Di lui mi piace come gestisce i giovani, tra Atalanta ed Albinoleffe ha fatto un buon lavoro, ma per il resto francamente...
Certo che se gioca tutte le partite come a San Siro il Novara arriva ultimo per distacco!
Andrea F
Silvano, non mi son mai piaciute le zabette di cortile che seminano zizzannia, per il resto ho già detto in passato cosa penso degli ominicchi "di qua" che sparlano "di là" di quelli "di qua".
Per questo mi risparmio il giudizio su determinate persone, perchè so che non lo leggerebbero ed io non sono un quaquaraquà che le manda a dire interposta persona come Moratti...
Andrea
come calciatore l'ho conosciuto nei racconti di mio padre.
Bel personaggio si,ma anche li molto bravo a giocarci e ricamarci sopra.
Discreto talento,non eccezionale,testa un po' matta e poco disposto al sacrificio. Leggenda vuole che nelle giornate di sole giocasse solo ed esclusivamente nella zona d'ombra proiettata dalla tettoia della tribuna centrale sul campo.
Era amato soprattutto per 2 cose : per la vera e sincera amicizia che lo legava ad Attilio Luzzara,figlio del presidente Domenico Luzzara scomparso in un incidente strada,e per il fatto che nei derby col Piacenza segnasse quasi sempre
Anche io odio le modifiche di termini "tanto per...", perché fa tanto figo.
Ciechi, eh no, non vedenti. E il bello senza che nessun cieco l'abbia mai chiesto o si fosse mai offeso.
Ma andate a cag***.
Dane, era così per ridere ;-) La definizione di "neutrale geniale" era carina e volevo condividerla ;-)
Per il resto preferirei, evidentemente, che tornasse qua a parlare di pedata con noi e gliel'ho detto in tutti i modi: il fatto che a volte non ci si trovasse d'accordo é, in fondo, il sale di ogni discussione :-)
Anch'io su Mondonico sono del parere di Silvano65. Come allenatore è un volpone pronto a "fregare" gli allenatori poco avveduti e un pò sprovveduti; non un genio ma uno bravo a disseminare trappole sul cammino altrui. Massimo rispetto per le sue vicende personali ma è sempre stato un falso e furbo con quella furbizia italiana dai connotati negativi. Per di più maleducato e provocatore dove sapeva di poterselo permettere. Più volte a Cesena ha fatto gestacci al pubblico senza che nessuno lo avesse chiamato in causa. Volevo vederlo a Catania fare il dito medio verso gli spalti....
A proposito di bisleroni: dal suo eremo atarassico il buon clinter ha inventato la definizione di "neutrale geniale" per Dane e di "obiettivamente competente di calcio" per Campa che non potevo non condividere con voi
Silvano...è evidente la presa per il culo delle 2 definizioni sopra scritte...una delle ultime frasi dedicatomi dal buon Clinter prima dell'esilio era "Campatelli ha la stessa competenza in materia calcistica di Anna Laura..."
Fossimo vissuti in altre epoche,questa sarebbe stata un'offesa da lavare con il sangue...
Chissà cosa passa nella testa di Clinter e quali sono le sue intenzioni....di certo se pensa di tornare quando l'Inter riprenderà a vincere,credo che qui non lo rivedremo più.
:D
Silvano, mi astengo da ogni commento perchè come ho detto non amo parlare degli assenti.
L'unica cosa che posso permettermi di dire quindi è che Campatelli è inequivocabilmente competente, spiace non poter dire lo stesso di altri avversari dialettici...
"Veramente la sedia alzata al cielo non era un'imprecazione contro la malasorte, ma contro l'arbitro per un rigore su Cravero..."
Moggi aveva finito le puttane?
"ma il tono generale del tipo come era bello il calcio pane e salame, alla brera fino ad arrivare a mura, non m'è mai piaciuto."
quoto.
"Mondonico è molto bravo a giocare col suo personaggio.
Fa il rivoluzionario,fa l'uomo contro il sistema ,ma in realtà è uno molto attento a costruirsi le relazioni giuste.
E'furbo,molto furbo e su questa furbizia ha costruito la sua carriera."
quoto anche questo.
Silvano, a me clinter manca -:)) almenno portali il messaggio. Poi ho anche una vaga idea perchè ha levato le tende. Visto l'aria che tirava per l'Inter quest'anno, ha preferitto andare a piangere miseria tra I suoi simili, piutosto che farsi prendere per il culo da Campa ogni domenica...-:))). Io ci scometto le palle che un Inter vincente di nuovo li fara tornare tutti qui a romperci I coglioni...-;)
concordo con spike, ennesima esegesi dell'allenatore di calcio pane e salame nel momento in cui la piccola batte la grande stile Mura (quante se ne sono viste quando il chievo di delneri batteva milan o inter, che puntualmente la domenica dopo ritorna ad essere un pirla qualunque quando le prende dall'atalanta o dal cesena di turno. Il mito del davide contro golia non morirà mai
Ragazzi, é chiaro che sfotte. Siamo tifosi, e lo sfottò é il sale della vita. Se non ci si prendesse anche un po' per il culo, il lunedì mattina in ufficio sarebbe da abolire ;-)
Poi, é bello parlare di pallone con chi ne capisce: però, ogni tanto, va bene non prendersi troppo sul serio. Sto con Tani e mi auguro di rivederlo, ma con l'Inter perdente: il solo modo di veder ridere la gente
;-)))))))))))))))
Ma scusate, Inter-Novara non era il derby del pane e salame?
"Ma scusate, Inter-Novara non era il derby del pane e salame?"
ahahahah. grande papero!
Silvano, dirgli che Tani ogni volta che vede la sua laurea in clinterologia apesa sul muro del ufficio si sente triste. Lui capira'...
Interista non sospirare
quest'anno con il Novara non ci dovrai più giocare
;-)))))))))))))))
Silvano, ma io non sono mica contro gli sfottò...
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