Il segnapunti di Treviglio

di Fabrizio Provera
Indiscreto porta fortuna non a sé stesso ma all’Mc Carnaghi Villa Cortese, che innalza lo spirito oratoriano e la pallavolo femminile sino alle Final Four di Baku, in calendario il 24 e 25 marzo prossimi. Parte da lontano il viaggio che conduce Villa, 6.201 anime alle porte di Legnano, sino all’Azerbaigian: alla fine degli anni Settanta, quando le suore del Gruppo Sportivo Oratoriano fondarono la società che oggi - grazie alla tenacia del presidente Giancarlo Aliverti e al mecenatismo illuminato della Pietro Carnaghi, della Mc e del pool di aziende che sostiene la squadra (non è obbligatorio finanziare il volley, bisogna sempre ricordarlo) - scrive una bellissima pagina di sport. Che forse non basta a riscattare le tante ombre che gravano su ogni disciplina sportiva professionistica italiana che non sia il calcio, ma quanto meno apre uno squarcio di luce.
Vince nel modo migliore Villa, soffrendo per 6 lunghissimi set: perde 3-2 (dopo la vittoria di settimana scorsa) con la tenace Foppapedretti Bergamo di Piccinini, Nucu e compagne, che nel 2011 strappò alle ragazze della provincia milanese lo scudetto in gara 5 al Forum di Assago, quindi conquista l’accesso alla massima gloria europea imponendosi nel Golden Set per 15 a 11. Una bella storia ed una bellissima gara, che certamente sarebbe piaciuta a Giacinto Facchetti da Treviglio, cui è intitolato il palasport che ha ospitato il derby lombardo.
Un felice mix di professionismo e spirito dilettantistico, post oratoriano e orgoglioso di esserlo: lo dimostra, il segnapunti manuale (in perfetto stile da parrocchia anni Ottanta) collocato a un angolo del campo, che ieri sera fungeva da riferimento per il pubblico in luogo dei sofisticati meccanismi elettronici di ogni altro palazzetto. Ma non di quello che è teatro della sfida di Strapaese, e appunto post-oratorio, tra Bergamo e Villa. Due formazioni che confermano anche l’attuale supremazia della pallavolo lombarda nel mondo del volley femminile: al duopolio da Champions di Foppa ed Mc si aggiunge il ruolino impressionante della Yamamay Busto Arsizio, che ha vinto la regular season di A1 con tre giornate di anticipo.
Onore e gloria, dunque, ai 25 punti e alla smisurata carica agonistica di Makare Wilson, ai 177 centimetri di Lucia Bosetti, che in elevazione aggredisce la palla con una furia incontenibile. Onore a coach Marcello Abbondanza, che porta le sue ragazze alle Final Four dopo due sole partecipazioni alla massima competizione europea. C’è gloria per tutti, e adesso avanti verso Baku. Non prima di una giornata di ritiro in oratorio, a pregare Don Bosco perché vigili sulle nostre ragazze. Memori del monito che il Santo degli sportivi oratoriani rivolse tanto tempo fa: "Io voglio essere il parroco dei giovani che non hanno parrocchia". E degli sportivi senza neppure un tetto o una palestra, che continueranno a sbucciarsi le ginocchia su campi polverosi o campi da basket in cemento. Ma che temprano lo spirito meglio del più luccicante dei parquet.
 

Fabrizio B. Provera, 1 marzo 2012

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