di Alvaro Delmo
Non sapevamp se scrivere qualcosa o meno su Lucio Dalla. La corsa alle dichiarazioni, che inevitabilmente viene fatta quando scompare un personaggio pubblico, ci aveva suggerito di rimanere in silenzio per qualche tempo. Certi che i lettori di Indiscreto se ne sarebbero fatti una ragione. Improvvisamente, avviando iTunes, abbiamo notato però come il cantautore bolognese stesse dominando le vendite con cinque singoli e otto album nelle Top 10 dello store di Apple. E allora ci siamo chiesti, per l'ennesima volta: possibile che uno debba morire per far sì che chi prima non l'aveva fatto senta la necessità di approfondirne l'opera? Sì possibile, anzi, è molto spesso la regola. Intendiamoci, Lucio Dalla era estremamente noto, anche perché fortunatamente non ha mai lesinato la sua presenza in spettacoli snobbati da colleghi magari anche molto meno talentuosi (e umili) di lui. Ma un conto è ricordarsi qualche brano di sfuggita - tra questi Caruso, che a dire il vero non amiamo particolarmente - un altro è arrivare 'addirittura' a comprare svariati dischi in un'epoca dove il file sharing la fa da padrone. La speranza è che chi ha deciso di investire finalmente nella sua musica, aggiungendosi a chi lo segue da decenni, non si dimentichi poi di ascoltarla, annegata nelle migliaia di brani che alloggiano oggi in iPod e compagnia. Ancora una volta, insomma, la morte si rivela tristemente il mezzo di promozione più efficace in assoluto. Ma noi siamo certi che Dalla starà in questo momento sorridendo per cercare di fermare le lacrime di chi è restato, dando la buonanotte alla sua anima, dopo aver spento la luce.
Alvaro Delmo, 2 marzo 2012
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