Amore illecito

Oscar Eleni dalle cucine della Vedova, bevendo nero per non nascondere il lutto davanti a questo basket che attira soltanto il ferro della giustizia bolognese, disperata davanti ad un caso, il famoso caso Lorbek, che non ha dato agli inquirenti la giusta fama. Loro, comunque, fra le ragnatele di mille cause non cedono, tirano dritto, vogliono il processo, non importa quando, la cosa che conta è stare sulla torre più alta. Strano mondo questo dei cestelli da riempire con palloni a spicchi: se lo prendono in giro quasi tutti e il Giorgio Seragnoli che ha guidato la grande armata Fortitudo negli anni splendidi di basket-city, Bononia alma mater, affacciandosi sul ponte di una coppa Italia passata in secondo piano rispetto alle “tante iniziative” degli organizzatori, ride, sorride, sogghigna e sentenzia: “Mi sembra che non ve la passiate tanto bene”.
Fanno male, queste parole fanno proprio male, ma è sicuramente vero. Mentre la giustizia bolognese vuole alla sbarra anche il fornaretto Cirelli gli altri se la godono nel sottoscala, facendo finta di niente anche se per manifesta dichiarazione siamo di fronte ad un illecito sportivo palese, quello di Milano, del presidente Corbelli che sul caso Diener fa sapere di aver raggiunto un accordo col giocatore ed attende il nulla osta della società di appartenenza. Vietato. Ma chi se lo ricorda? Vi raccomandiamo poi Capo d’Orlando che in un comunicato precedente aveva fatto sapere di amare il suo americano combattente dal braccio d’oro e per questo pronta ad ascoltare le richieste lasciandolo andare dove lo portava un miglior stipendio, dove lo spingeva l’ambizione. Non si parlava di migliori offerenti, ma quando questi sono arrivati ecco che l’amore è svanito in pieno illecito.
Campionato da sballo dove chi ha fatto bene nella prima parte pensa di essersi già salvato, considerando che la stagione è troppo lunga, prepara nulla osta dietro versamento di pecunia non odorosa. Tutto sballato, tutto da rifare, tutto da capire anche per l’Eurolega a cui mandiamo con orgoglio i campioni di Siena e con tante ferite nella testa e nell’anima questa Roma che non guarisce mai, che non completa mai, che non fa mai quello che ti aspetti, una squadra peripatetica che ci sembra meno forte di Avellino in tantissime cose, che ci sembra meno simpatica di Montegranaro in tante altre.
Pagelle dalla cantina perduta di un maniero nascosto nella nebbia dove Peterson cerca disperatamente Grigoletti anche se gli è stato detto che lo può trovare a Rovereto. L’età, la memoria, per fortuna adesso lo rivitalizzeranno fra la Misericordia e l’Arsenale veneziano, anche se poi la tana sarà al Taliercio dove un giorno fiorì il Claudio Pea che pure ci hanno rubato.
10 e lode: per Ettore MESSINA che davanti alla festa negata ha deciso di fare la festa alla sua maniera a chi pensava di poter giocare con la sala trofei di casa Virtus dove hanno visto di tutto, ma non dimenticano.
10 Al CARRARETTO senese, unico italiano di cui sia giusto parlare perché il tipo ha mostrato un carattere straordinario, ha cercato anche fuori dall’Italia la sua gioia più che la sua gloria e adesso mentre Siena rimette a posto la squadra lui la puntella, la difende, la corrobora.
9 A Gianfranco PIERI, triestino, un pivot diventato regista, grande regista con il Simmenthal, per la sua entrata nella casa della gloria sabato 9 a Bologna. Da ragazzini si discuteva sugli scalini di piazza Azzarita con i Bonaga sulla grandezza di questi giocatori, adesso non sapremmo più di chi parlare. Gengis Gallo a parte, se non ce lo rompono prima quelli che pensano in piccolo.
8 Agli SCOUT dell’NBA che girano come trottole, scrivono come Peterson, vanno dove li porta l’informazione, la notizia buona sul talento e, per fortuna nostra, quando vengono a Milano, spesso, non trovano Gallinari.
7 Al papa PARISINI che sul sito Pensare basket ci obbliga a pensarlo davvero come vorrebbe lui, come lo sognano i moltissimi non amatissimi dalla televisione Lecca lecca, ma sicuramente migliori dei clonati che ti spiegano: quando segni sei avanti, quando non segni sei indietro. Incredibile.
6 A MENOTTI SANFILIPPO vecchia anima del basket avellinese perché nelle sue lettere che spiegano come il basket in Irpinia ci fosse anche prima di Boniciolli chiarisce bene la situazione in questo mondo dove puoi subire le cose più atroci, ma dove non ti riconoscono il valore neppure se fai cose straordinarie. Ci piace la mediocrità inventata molto, molto prima, come direbbe il Corbelli che a Milano non trovò neppure un cartellone pubblicitario perché prima di lui si viveva nel buio fra troppi scudetti e coppe.
5 A Jasmin REPESA se pensa di fare l’alba nella cucina di Rivabella, angariando il povero Ugo, parlando della sua Rometta che soffrirà ancora tanto e lo farà soffrire tantissimo.
4 A LOTTOMATICA ed ARMANI per come hanno chiuso le qualificazioni di Eurolega, non importa se i primi erano qualificati e i secondi già squalificati. Prenderle dalle squadre francesi fa sempre malissimo, anche se non vediamo l’ora che diano la nazionale di Francia al re Rigaudeau.
3 Al caro DI BELLA tutto cuore che sul cambio tecnico alla Virtus ha dichiarato candidamente: ci serviva una guida vera. Pillastrini forse pensa che servivano giocatori veri. O no?
2 A Carlo RECALCATI che merita dieci perchè ci ha spiegato bene la politica dei crediti tecnici per gli allenatori che ora dovranno aggiornarsi ogni due anni, andando ad ascoltare, leggendo, studiando, come succede in tante altre categorie professionali, ma non è riuscito a convincerci quando ha messo nello stesso pentolone giovani e veterani, pur sapendo che se vuoi insegnare devi essere sempre aggiornato.
1 A Marco SOLFRINI perchè a 50 anni gioca ancora nel Montichiari e ci nasconde una società dove insegna Arnaldo Taurisano. Quando pensiamo a Marcone ci viene in mente il barone Sales, quando pensiamo a giocatori come lui, da qui il votaccio, ci viene in mente che per cambiarne il destino tutti dovettero faticare, non soltanto Bianchini.
0 Al futurista SABATINI che avrà il basket ai suoi piedi nella prossima settimana, organizzando di tutto e di più, speriamo anche bene, ma non è questo il motivo della nota perché siamo sicuri di averlo visto ridere sotto la grandine CSKA, ridere come i giocatori che aveva giustamente sospeso dopo averli visti scherzare mentre la Virtus non digeriva uno dei tanti viaggi enogastronomici in Eurolega.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

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