Donne e vecchi

Troppo facile sparare sul pianista quando stecca. Ma, sinceramente, non riusciamo trovare un motivo uno per giustificare la sconfitta delle azzurre in Fed Cup contro la Spagna. Intendiamoci: non tanto per la sconfitta - che ci poteva stare - ma per il come è avvenuta. Diciamolo, non c'è mai stato nulla di più deprimente per il tennis come questo fine settimana: per come hanno giocato Schiavone e Pennetta, per l'allagamento del Palavesuvio in diretta e per la telecronaca sonnolenta stile Rai (nonostante gli immani sforzi di Lea Pericoli di ridestare il compagno di microfono) che ha accompagnato il tutto. Voci da Napoli rilevano la strana frase della Schiavone alla vigilia ("cosa scrivereste se perdessimo?") e la trasformano in un chiacchiericcio da dietro le quinte. Per la cronaca ci sarebbero stato i soliti contrasti tra le giocatrici - professioniste - e la federazione, l'aggettivo mettetelo voi perché sennò Baccini s'arrabbia. O anche la poca voglia di andare in Cina a fare la semifinale proprio nel mezzo della stagione. Illazioni che noi non vogliamo raccogliere, perché la cosa più importante è che la ragazze abbiano perso e in quel modo. Così, se non ci restano più neppure loro a che cosa dobbiamo attaccarci? Ah già, al boom dei tesserati. Ecco, allora sappiate che l'Atp li ha contati: è vero, il numero è in crescita. Ma solo il 20 per cento ha meno di 25 anni.

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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